Economia
Caso Durov/Telegram: entra in campo Dubai e il trappolone di Macron
Secondo il WSJ Macron chiese a Durov di spostare Telegram in Francia, offrendogli anche la cittadinanza. L’imprenditore prese la cittadinanza, ma non spostò la messaggeria da Dubai. Intanto gli Emirati Arabi, di cui Durov è cittadino, entrano in campo e possono intervenire pesantemente
Qualcosa si sta muovendo nel caso di Pavel Durov. Dopo la Russia, che ha chiesto di garantire protezione consolare a Durov, venendo respinta, ora tocca agli Emirati Arabi Uniti farsi avanti. Ricordiamo che l’imprenditore è cittadino russo, francese, di Dubai e di Saint Kitt & Nevis e che la sua società ha proprio sede nell’Emirato.
Il ministero degli esteri degli Emircati ha annunciato in un comunicato che sta seguendo attenzione il caso Durov e che se ne stanno interessanto le autorità consolari in Francia, confermando che gli EAU si prendono cura dei propri cittadini all’estero. Un annuncio che potrebbe avere un peso ben maggiore di una semplice affermazione di principio.
Infatti gli Emirati sono clienti delle imdustrie militari francesi, e fra i migliori: i caccia Rafale e i carri Leclerc sono la base dele forze armate di questi paesi. Non solo: da luglio erano in corso colloqui riservati fra i due paesi per l’acquisto di ulteriori lotti di nuovi Rafale F4 e di droni di fabbricazione francese.
Si tratta di contratti a nove zeri, in grado di muovere il PIL di Parigi, in un momento molto delicato. Se gli EAU decidessero di fare effettivamente pressioni sulla Francia, ne avrebbero tutti i mezzi. Però Macron ha detto che il paese è “Uno stato di diritto” e che la magistratura è indipendente. Chissà se lo è anche dai mancati ordini miliardari di armi.
Macron voleva Telegram
Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato il fondatore di Telegram Pavel Durov a trasferire l’azienda a Parigi già nel 2018, scrive il Wall Street Journal citando alcune fonti.
Macron ha anche discusso la concessione della cittadinanza francese all’amministratore delegato di Telegram, secondo una delle fonti. Tuttavia, Durov ha rifiutato di trasferire Telegram a Parigi, ma accettò la cittadinanza e questo, potrebbe essere stato, nel tempo, un trappolone messo in atto per incastrarlo. l’imprenditore si fidava della Francia e quindi è entrato nel apese senza timori.
Un errore clamoroso, che Durov non avrebbe fatto se avesse ricordato come la Francia si comportò con il Duca d’Enghien.
Smpre secondo il WSJ, nel 2017, i servizi segreti di Francia ed Emirati Arabi Uniti hanno violato l’iPhone di Pavel Durov durante un’operazione congiunta. L’operazione di spionaggio avrebbe avuto il nome in codice “Purple Music”. Il giornale sostiene che i funzionari della sicurezza francese erano preoccupati che lo Stato islamico stesse utilizzando Telegram per reclutare militanti e pianificare attacchi.
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