Attualità
CARO TSIPRAS, HAI PERSO. E CON TE ANCHE IL TUO POPOLO! (di Giuseppe PALMA)
Sia ben chiaro: l’eventuale accordo tra la Grecia e le Istituzioni creditrici (UE, BCE e FMI), che probabilmente troverà esito positivo già questa settimana, NON salverà la Grecia ma i creditori! Alla Grecia verrà concesso solo più tempo per pagare.
E non mi si venga a dire che Tsipras ha salvato il suo popolo o che l’UE è la buona samaritana!
Atene avrà solo un po’ di respiro nel breve periodo (per via della rinegoziazione del debito e dell’erogazione di nuovi prestiti), ma fra qualche anno il problema si ripresenterà con ulteriori e maggiori aspetti di criticità! Basti vedere solo sommariamente alcuni punti del programma sottoposto all’Eurogruppo da parte del premier greco, che ha presentato misure fiscali permanenti che valgono ben due punti percentuali di PIL ogni anno:
- aumento dell’IVA, che resterà del 6% soltanto su libri e medicinali, del 13% su energia, prodotti alimentari di prima necessità e settore turistico, mentre su tutti gli altri prodotti aumenterà al 23%;
- innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni (non da subito) e, a partire dal gennaio 2016, graduale superamento delle ipotesi di pensionamento anticipato fino alla loro totale abrogazione;
- avanzo primario di bilancio pari all’1% nel 2015 e al 2% nel 2016;
- estensione della tassa di solidarietà anche a coloro che guadagnano oltre 30.000 euro all’anno e alle imprese con utili superiori a 500.000 euro annui;
- avvio di un programma – seppur limitato – di privatizzazioni, alle quali Tsipras si era sempre detto contrario;
- aumento della tassa sul lusso dal 10% al 13%;
- deficit ZERO, cioè Tsipras si è auto-imposto di non poter spendere a deficit, quindi dovrà tassare in misura pressoché equivalente a quanto spenderà (lasciando ZERO ricchezza ai suoi cittadini), con l’aggravante di voler introdurre il taglio automatico della spesa nel caso di sforamento della soglia “deficit zero”.
Mi spiegate che ne sarà del popolo greco con queste misure? Mi spiegate come può crescere un Paese ridotto alla fame se gli si impone altra austerità? Se uno Stato con un’economia già a pezzi si auto-impone (o gli impongono) di non poter spendere a deficit, come può crescere? Come potranno risollevarsi le sorti del popolo greco se si aumentano le tasse? Le misure proposte da Tsipras – che in buona parte rispettano i diktat europei – sono addirittura recessive, altro che crescita! Il tutto per godere di un po’ di ossigeno rispetto alle scadenze sul debito e per ottenere altri prestiti che i Governi greci dovranno comunque restituire con gli interessi andando a prendere la moneta dai cittadini. Pazzesco, ma è così! Nell’immediato la Grecia potrà sicuramente “respirare” in virtù di quanto premesso, ma tra qualche anno si ritroverà nuovamente nella situazione attuale. Con l’aggravio che, attingendo a nuovi prestiti, aumenterà la fetta di debito pubblico sulla quale la Grecia non ha giurisdizione (ricordate il principio della Lex Monetae?).
L’UE, dal canto suo, evitando l’uscita di Atene dall’euro si è garantita – almeno per il momento – la sopravvivenza della fonte criminale del suo sontuoso sostentamento: l’EURO! Una moneta sbagliata che ha privato ciascuno Stato della salvifica sovranità monetaria, ponendo l’economia e i mercati al di sopra del diritto e della democrazia!
Quanto accade oggi in Europa è proprio il risultato di questo Euro, una moneta che ciascuno Stato è costretto ad andare a prendere dai suoi cittadini oppure a chiedere in prestito ai mercati dei capitali privati (es. banche private), ai quali deve restituirla con gli interessi! Ed ecco che il debito pubblico e la spesa a deficit costituiscono problemi molto seri! Ma solo perché c’è l’Euro, intendiamoci!
Con la sovranità monetaria e senza vincoli forcaioli, invece, lo Stato – potendo creare moneta dal nulla, attribuirne valore intrinseco e senza che debba rispettare parametri capestro – può in teoria sia emettere tanta moneta quanto è l’intero ammontare del suo debito pubblico, sia spendere a deficit lasciando ricchezza concreta al suo popolo. Il tutto senza dover massacrare cittadini e imprese (vedesi Giappone e USA)! Ma v’è di più: l’Euro è una moneta a cambi fissi, quindi si è tolta agli Stati la possibilità di poter far leva sulla svalutazione monetaria (utile in termini di esportazioni) scaricando il peso della competitività sul lavoro (svalutazione del lavoro: riduzione dei salari, contrazione delle garanzie contrattuali e di legge, peggioramento della qualità occupazionale).
Ma del resto, si sa: l’Euro è nato per tutelare il capitale internazionale , mica i diritti fondamentali e il lavoro!
Gioite euristi, gioite! Come al solito non avete capito nulla! O forse avete capito – e sapete perfettamente – che per salvare l’Euro ci vuole AUSTERITA’, AUSTERITA’, e ancora AUSTERITA’! Per questo plaudite ed accogliete favorevolmente la resa greca!
Mentre apporto alcune modifiche a questo articolo dopo la prima pubblicazione, arriva la notizia che i creditori (su forte impulso del FMI) hanno presentato al Governo greco una controproposta lacrime e sangue, la quale, se accettata da Tsipras, farebbe sprofondare il popolo greco nella miseria più nera!
Questa è l’Europa: nessuna solidarietà, nessuna mutualità e nessuna decisione nell’interesse dei popoli. Solo rigore di finanza pubblica! O paghi e tieni i conti in ordine, oppure non ti facciamo più credito e ti lasciamo morire! Questa è la linea del Brussels Group (l’ex Troika, cioè UE, BCE e FMI)! LA FINANZA INTERNAZIONALE HA, NON DA OGGI MA DALLA CREAZIONE DELL’EURO, PRESO IL POSTO DELLA DEMOCRAZIA E DEI DIRITTI!
Caro Tsipras, se cedi ai ricatti dei Tuoi aguzzini, sei politicamente finito! E dire che avevi in mano l’intera partita dell’Euro: potevi salvare il tuo popolo e con esso circa mezzo miliardo di persone, liberando il Vecchio Continente dalla dittatura di questa moneta unica! E invece, cedendo ai Tuoi strozzini, tradirai la Tua gente. Sei ad un passo dalla capitolazione, caro Alexis! Se ciò dovesse accadere, la Storia sarà nei tuoi confronti non meno spietata di come lo sarà coi Tuoi carnefici!
Non muore in me l’ultima Speranza che, forse non adesso ma tra qualche mese, Atene prepari un’uscita pilotata dall’Euro (in ogni caso molto difficile visto che la Grecia, già attualmente, non ha giurisdizione su più dei 2/3 del proprio debito pubblico). Ma, come si dice in questi casi: chi di Speranza vive, disperato muore!
Giuseppe PALMA
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