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CARO PARTITO DEMOCRATICO, GIU’ LE MANI DA “BELLA CIAO”. NON SEI DEGNO! (di Giuseppe Palma)

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Giovedì 16 aprile 2015. Alla Camera dei deputati vengono accolti i partigiani (quelli ancora in vita) della guerra civile post 8 settembre 1943. Dagli scranni dell’aula i deputati del Partito Democratico iniziano a cantare “BELLA CIAO”, il canto partigiano più conosciuto al mondo, simbolo di Libertà e di Resistenza all’oppressione straniera.

 

Quella canzone rappresenta il grido di dolore di centinaia di migliaia di ragazzi che accettarono di farsi ammazzare – dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 – dalle mitragliatrici nazi/fasciste, il tutto per Liberare l’Italia dall’occupazione tedesca e per ridare al nostro Paese una sovranità che sembrava perduta.

Dalla Resistenza è nata la nostra Costituzione e sulla Resistenza si fondano i suoi “principi supremi” (lavoro, sovranità popolare, libertà, democrazia, inviolabilità del diritto di difesa, rappresentatività e tutela delle minoranze, bilanciamento tra i poteri dello Stato etc…), pertanto spogliamoci delle vesti ideologiche e cerchiamo di vedere come stanno oggettivamente le cose esattamente 70 anni dopo la Liberazione. 

Quella canzone, quindi, ha alcuni significati intrinseci ben precisi e inderogabili: 

  • si muore perché l’Italia sia libera e sovrana;
  • si muore perché l’Italia abbia una sua Costituzione;
  • si muore perché la sovranità appartenga al popolo;
  • si muore perché l’Italia sia una Repubblica democratica;
  • si muore perché l’Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro;
  • si muore perché la libertà personale e il domicilio siano inviolabili;
  • si muore perché il lavoro sia un diritto e sia tutelato in tutte le sue forme ed applicazioni;
  • si muore perché al lavoratore siano garantite le ferie retribuite, il riposo settimanale ed una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro;
  • si muore perché i poteri dello Stato si controllino a vicenda senza sovraricazioni dell’uno sull’altro;
  • si muore perché la magistratura sia un Ordine e non un potere;
  • si muore perché la magistratura sia autonoma ed indipendente da qualsiasi altro potere;
  • si muore perché il Presidente del Consiglio dei ministri non sia più primo ministro bensì “primus inter pares”;
  • si muore perché un organo dello Stato controlli che le leggi e gli atti aventi forza di legge siano conformi alla Carta Costituzionale e ai suoi “principi supremi”;
  • si muore perché la Costituzione sia rigida e non più flessibile…

…e così via….

 

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri questa premessa con la canzone “Bella Ciao” intonata in aula il 16 aprile dai deputati del Partito Democratico.

C’entra e come! E adesso capirete il perché.

 

Il Partito Democratico è – nell’ipocrisia di coloro che lo hanno fondato e dei loro successori – l’erede legittimo di quello che fu il glorioso Partito Comunista Italiano (PCI), cioè il partito che – insieme al Partito Socialista Italiano e alla Democrazia Cristiana – fecero (chi più, chi meno) la Resistenza, quindi portarono in dono al nostro Paese e alle generazioni future i principi che ho pocanzi brevemente e sinteticamente elencato.

Tutti principi conquistati con il sangue e costati sacrifici indicibili. Ricordiamocelo!

 

Bene, detto questo, entriamo nello specifico.

Dopo la caduta del muro di Berlino (1989), il PCI – ormai orfano della connotazione comunista e del cordone ombelicale che lo legava al partito comunista della “madre Russia”- decise di mutare orizzonte schierandosi acriticamente (e senza alcuna coscienza o condivisione di alcun valore che fosse confacente al suo glorioso passato) in favore del progetto europeo (Unione Europea) che stava per nascere di lì a poco (1992). Dal quel momento in avanti la sinistra italiana – che nel frattempo ha avuto diverse trasformazioni (PDS, DS, PD) – ha votato tutto quello che l’Europa gli ha chiesto di votare, nella più totale assenza di critica verso quello che stava accadendo.

 

Ecco 15 esempi concreti che non possono prestarsi a contestazione alcuna:

 

  1. Il PDS votò in favore dell’autorizzazione alla ratifica del Trattato di Maastricht, cioè quello che prevede – tra le altre scempiaggini – sia che il rapporto deficit/PIL non debba superare il tetto del 3%, sia le basi della futura creazione di una moneta unica;
  2. Il PDS/DS/PD ha sempre votato acriticamente in favore dell’autorizzazione alla ratifica di tutti i Trattati dell’UE, i quali – come ho scientificamente dimostrato nel mio libro “Il Male Assoluto…” – hanno vigliaccamente esautorato la nostra Costituzione e, nello specifico, l’esercizio della funzione legislativa prevista dalla nostra Carta Costituzionale, assegnandola ad organismi sovranazionali non eletti che non rispondono al popolo bensì ai gruppi di potere che hanno a cuore la tutela del capitale internazionale e non i diritti dei popoli (a tal proposito, si legga anche questo mio articolo: https://scenarieconomici.it/come-i-trattati-dellue-tradito-superato-nostra-costituzione-gravi-aspetti-criticita-in-merito-allesercizio-funzione-legislativa-giuseppe-palma/);
  3. Il PDS votò in favore della riforma del lavoro targata Tiziano Treu che introduceva le prime forme selvagge di precarietà del lavoro (Legge n. 196 del 24 giugno 1997);
  4. Il PDS era il partito di maggioranza relativa che sosteneva il Governo Prodi I quando questo fece “carte false” (in tutti i sensi) perché l’Italia fosse tra i primi Paesi europei ad aderire ed adottare questa scellerata moneta unica, l’Euro, una moneta che siamo costretti ad andare a prendere in prestito dai mercati dei capitali privati e doverla a questi restituire gravata dagli interessi (quindi lo Stato è costretto ad andarla ad estorcere dai cittadini o effettuando tagli selvaggi allo Stato sociale), privandoci della sovranità monetaria che consentiva non solo di adottare le politiche monetarie, fiscali ed economiche necessarie per il benessere del popolo, ma addirittura consentiva la totale affidabilità della Repubblica nel garantire il debito pubblico. Per di più l’Euro, tutt’oggi ritenuto irreversibile proprio dal Partito Democratico, ha privato tutti gli Stati dell’Eurozona di far leva sulla svalutazione della moneta allo scopo di far riprendere le esportazioni, quindi con serie e gravissime ripercussioni sul lavoro, sui redditi e sulla qualità occupazionale e contrattuale (in pratica, non essendo più possibile svalutare la moneta, si svaluta il lavoro);
  5. Il PDS/DS/PD, dall’ottobre 1998 in avanti, ha votato la fiducia a sei Governi della Repubblica presieduti da Presidenti del Consiglio dei ministri senza che questi avessero (ed abbiano) mai goduto anche solo di un minimo di legittimazione democratica strettamente derivante da elezioni politiche (Governi D’Alema I e II, Governo Amato II, Governo Monti, Governo Letta e Governo Renzi);
  6. Il PD ha votato all’unanimità, senza neppure una voce fuori dal coro e senza alcuna analisi critica, l’autorizzazione alla ratifica del cosiddetto Trattato di Lisbona, cioè quello che ha esautorato definitivamente tutti i meccanismi democratici previsti dalla nostra Costituzione, riducendo quest’ultima a lettera morta (a tal proposito si legga sia il mio libro “Il Male Assoluto…”, sia il mio articolo: https://scenarieconomici.it/come-i-trattati-dellue-tradito-superato-nostra-costituzione-gravi-aspetti-criticita-in-merito-allesercizio-funzione-legislativa-giuseppe-palma/);
  7. Il PD, dal novembre 2011 al dicembre 2012, ha sostenuto acriticamente uno dei Governi peggiori della Repubblica, ossia il Governo presieduto dal prof. Mario Monti, un esecutivo imposto dalla Troika in aperto contrasto con ogni più elementare principio di sovranità popolare e democrazia sostanziale;
  8. Il PD, nel luglio del 2012 e nel giro di pochissimi giorni, ha votato l’autorizzazione alla ratifica del cosiddetto Fiscal Compact, ossia di quel Trattato intergovernativo che prevede – tra le altre cose – l’obbligo del pareggio di bilancio e del non superamento della soglia dideficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (calpestando non solo la Costituzione italiana ma addirittura anche il Trattato di Maastricht e quello di Lisbona);
  9. Il PD, ancor prima di autorizzare la ratifica del Fiscal Compact, ha votato senza alcuna analisi critica l’inserimento in Costituzione del vincolo del pareggio di bilancio (Legge Costituzionale 20 aprile 2012, n. 1), in aperto contrasto con i “principi supremi” del nostro ordinamento costituzionale e privando lo Stato italiano della possibilità di adottare per l’avvenire qualsiasi politica economica espansiva, destinando a povertà, disperazione e precarietà almeno quattro generazioni (a tal proposito, si legga il mio articolo: https://scenarieconomici.it/incompatibilita-art-1-costituzione-pareggio-bilancio-giuseppe-palma/);
  10. Il PD, senza alcuna analisi critica, alla fine del 2011 ha votato in favore della riforma Fornero sulle pensioni, quella che ha aumentato l’età pensionabile degli italiani ed ha generato il gravissimo problema dei cosiddetti esodati, lasciando centinaia di migliaia di uomini e donne senza un reddito e senza alcuna speranza;
  11. Il PD, nel 2012, ha votato in favore della riforma del lavoro targata sempre Fornero (Legge n. 92/2012), la quale ha smantellato (o comunque reso meno garantista) l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori in ordine ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo;
  12. Il PD, nel dicembre 2014, ha votato la Legge delega sul lavoro (Legge 10 dicembre 2014, n. 183, altrimenti detta – nel suo complesso – Jobs Act) attraverso la quale il Governo Renzi – emanando i successivi decreti attuativi – ha completato lo smantellamento dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori eliminando la tutela del reintegro anche nei casi dei licenziamenti per giustificato motivo soggettivo, fatte salve piccolissime e inconsistenti eccezioni (su tale questione, e nello specifico, si legga questo mio articolo: https://scenarieconomici.it/il-crimine-della-svalutazione-del-lavoro-allo-scopo-di-salvare-leuro-di-giuseppe-palma/);
  13. Il PD, in questi giorni, sta votando in via definitiva una legge elettorale (l’Italicum) che molto somiglia alla Legge Acerbo del 1923, esautorando – di fatto – la democrazia costituzionale, quindi il concetto di democrazia rappresentativa sul quale si fonda la nostra vituperata Costituzione (a tal proposito si legga questo mio articolo: https://scenarieconomici.it/litalicum-una-legge-acerbo-2-0-di-giuseppe-palma/);
  14. Il Governo Renzi (e ancor prima il Governo Monti) sta attuando e portando a compimento il contenuto della lettera che la BCE (Banca Centrale Europea) inviò all’allora Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi il 5 agosto 2011. In pratica un organismo sovranazionale non eletto e che svolge le sue funzioni ad esclusiva tutela dei mercati finanziari e del capitale internazionale, sta imponendo ai Governi italiani l’intera agenda politica, il tutto con la complicità e l’assenso acritico del partito “erede” del PCI;
  15. Il PD stà elaborando, da circa un anno, una pessima riforma della Parte II della Costituzione che creerà un gravissimo squilibrio nel bilanciamento tra i poteri dello Stato.

 

Se i partigiani morti per la libertà e per un mondo migliore vedessero cosa i loro “eredi” hanno combinato e stanno combinando, nella migliore delle ipotesi li prenderebbero a schiaffi!!!

 

Il 25 aprile di quest’anno ricorre il 70esimo anniversario della Liberazione.

Caro PD, considerato quanto sinora premesso, GIU’ LE MANI DA “BELLA CIAO!

Non ti permettere nemmeno ad intonarla! Non ti appartiene! Hai vigliaccamente tradito quei ragazzi morti per la libertà, la democrazia, il lavoro e la Costituzione! NON SEI DEGNO!

 

 

Giuseppe Palma


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