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Capire il presente studiando gli eventi del passato: analizziamo le affermazione del prossimo primo ministro Renzi su Berlusconi “Game Over”

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Partiamo da lontano. Giugno 1980. Come sapientemente ricostruito dal giudice Priore, in transito sul nostro paese un volo privato scortato da diversi caccia viene attaccato da aerei “probabilmente” della NATO, aerei “molto probabilmente” francesi decollati dalla Corsica, come testimoniato dal generale dei carabinieri Nicolo’ Bozzo, collega del celeberrimo generale Dalla Chiesa, in vacanza durante la crisi nell’isola che diede i natali a Napoleone presso la base aerea di Solenzara. L’aereo riusci a fuggire anche grazie alla propria scorta nascondendosi sotto il volo Itavia 870 che transitava nella zona, volo che venne abbattuto per sbaglio. E qui introduciamo il disastro di Ustica. Col tempo si venne a sapere che sul volo privato c’era Gheddafi, che riuscì a fuggire. Venne a galla che l’Italia aveva garantito per anni alla Libia del Rais un corridoio “coperto” per i propri trasferimenti, a suggello dei grandi affari petroliferi che l’ENI continuativamente gestiva nell’ex colonia da decenni. Guarda caso l’attacco tentato quella volta non sortì i frutti sperati, attacco “possibilmente” scatenato da un supposto partner, la Francia, paese guarda caso in competizione con l’Italia per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nord africani. E ricordo che quell’ “incidente” lascio’ dietro di se una striscia di sangue, tantissimo sangue, basti menzionare che tra i tanti morti sospetti possiamo annoverare anche i piloti delle Frecce Tricolori tenenti colonnello Naldini e Nutarelli, convocati da Priore per “conferme” come testimoni dei fatti accaduti alcuni giorni dopo l’incidente di Ramstein (uno di questi fu addirittura testimone oculare durante un volo di addestramento di quanto accadde quel giorno nei cieli italiani, un vero atto di guerra sui cieli nazionali si disse), dove purtroppo persero la vita assieme a qualche decina di spettatori. Ca va sans dire che il relitto dell’aereo Itavia fu recuperato dagli abissi da un’azienda francese che lavorava per i servizi segreti d’oltralpe.

 

Notasi, sto solo ripercorrendo la lettura data dal giudice Priore in Intrigo Internazionale, nulla di più nulla di meno.

 

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Passo successivo, Ottobre 1985: il commando terroristico dell’OLP, che aveva ucciso un cittadino ebreo americano durante il dirottamento dell’Achille Lauro, viene intercettato su un volo di linea egiziano dai servizi segreti USA e fatto atterrare alla base di Sigonella, dove i marines circondarono il velivolo. Craxi ordinò a sua volta ai carabinieri di circondare i marines armi in pugno in quanto quello era territorio italiano. Alla fine ai terroristi fu permesso di fuggire, solo per finire nella rete USA qualche anno dopo. Il Bettino nazionale pagò carissimo l’affronto, alla caduta del muro scandali su scandali vennero fuori sul suo conto e sul partito socialista, primo esempio di caduta di un leader sulla spinta dei media, almeno in Italia. Il politico italiano lasciò l’Italia e sappiamo come andò a finire. Ma quello che raramente prendiamo in considerazione è che la sua azione certamente patriottica aumentò a dismisura la reputazione italiana nel nord Africa e nel mondo arabo mediterraneo: da quel punto in poi gli interessi libici si fusero con quelli italiani, fino a diventare veramente inossidabili a valle dell’accordo con Berlusconi sul pagamento dei danni di guerra del 2004, accordo in cui l’Italia avrebbe pagato in tranches annuali (fino ad un totale di 5 mld di dollari in 20 anni) a fronte di una quasi esclusiva dei rapporti commerciali del paese nordafricano con l’Italia in tutti i settori, unitamente al prolungamento degli accordi di estrazione con l’ENI addirittura fino al 2047 (di fatto il pagamento sarebbe stato utilizzato per costruire infrastrutture in Libia da parte di aziende private italiane).

 

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Dunque, la caduta del muro di Berrlino cambio’ i poteri tradizionali in Italia, ci furono le guerre mediorientali e tanto odio, con l’Italia spesso rappresentata dal nuovo referente, Silvio Berlusconi. In questo contesto, fino al 2008 – con G.W. Bush -, l’Italia fu alleato solido e rispettato dagli States, al loro fianco in tutte le guerre per l’energia, al contrario di quanto fecero i maggiori paesi europei UK esclusa. Addirittura un italo-americano, il Generale Pace, per la prima volta divenne Capo di Stato Maggiore delle forze armate USA, successo condito con la contemporanea nomina nell’ottobre 2005 del secondo giudice della corte suprema di origine italiana, J. Alito, in affiancamento al decano J. Scalia. Quello stesso Scalia siciliano di origine che, circa 14 anni prima, su impulso dell’ambasciatore in Italia di fresca nomina Reginald Bartholomew, potentissimo capo della commissione speciale USA che stava disarmando l’arsenale nucleare ex Urss, nel 1994 fece di fatto terminare mani pulite con un intervento “privato” speso con i giudici di Milano in cui gli si rammentava che la carcerazione preventiva andava contro lo spirito della democrazia americana (…), sdoganando di fatto coloro che sarebbero dovuti essere i nuovi referenti italiani per gli USA in un clima di pace sociale e giudiziaria, nell’interesse americano.

Possiamo dire che tra fine 2005 e inizio 2006 ci fu l’apoteosi per l’Italia, vis a vis con la Francia che non aveva voluto partecipare alle guerre in M.O., guerra da cui invece l’Italia ed ENI uscivano con ricchi diritti di sfruttamento in Iraq, zona di Nassyria.

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Poi, la svolta. A Febbraio 2009 andò al potere in USA Obama, uomo ricchissimo di ideali ma lontano anni luce dalla politica dei repubblicani. La crisi bancaria sub prime era esplosa negli USA e nel mondo anglosassone, con l’onda lunga delle conseguenze nei paesi che avevano rapporti commerciali con Lehman e dintorni. L’Italia, come dimostrato dalle statistiche (nota i) era fino a quel momento riuscita a crescere dall’introduzione dell’euro circa come la Germania in termini di incremento di GDP (!), con disoccupazione in discesa; la Germania ad esempio aveva avuto invece una disoccupazione stabile o in salita dall’introduzione dell’Euro. La banca nazionale più esposta, Unicredit, era di fatto stata salvata con i capitali libici, con una mossa che aveva lasciato senza parole i “partners” europei (dagli amici mi guardi Dio che dai nemici ci penso io…)

E’ chiaro che negli States esiste una classe dirigente, gli WASP White Anglo Saxon Protestant a cui possiamo assimilare in un certo qual modo – senza confonderli però – anche gli irlandesi, ed una serie di minoranze più o meno “potenti”. Partendo dalla più importante, c’è la minoranza ebraica, poi quella italiana, successivamente quella nera ed in ultimo quella ispanica oggi in fortissima ascesa. La struttura sociale degli States ed il relativo equilibrio dei poteri è per altro molto ben rappresentabile utilizzando come metro la composizione della corte suprema americana. Obama è stato chiaramente il primo presidente nero della storia USA facente parte di una minoranza e, si sa, tra minoranze spesso ci sono ruggini. Certamente gli italiani e soprattutto Berlusconi non dovettero andargli molto a genio, anche per delle incredibili “sparate” che il primo ministro italiano onestamente poteva risparmiarsi (inoltre, si rammenti che ogni democratico americano che si rispetti ricorda con dolore l’icona dem moderna sparita prematuramente, JFK, sul cui assassinio molti sospetti ancora aleggiano, sospetti anche e soprattutto di coinvolgimento della mafia italo americana).

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Sta di fatto che a partire dal marzo 2009, sebbene la crisi non avesse morso ai talloni del Belpaese fino ad allora, iniziarono i grattacapi. A ottobre 2010 l’ambasciatore UK a Roma venne sostituito con quello proveniente da Baghdad, solo alcuni mesi prima dell’attacco a Gheddafi da parte della Nato (con disaccordo italiano), attacco scaturito da impulso francese. L’ambasciata UK a Roma fu la coordinatrice dell’intervento militare congiunto USA-UK, attacco che ebbe come principale attore militare proprio la Francia ed in generale come attori-guastatori degli interessi nazionali piu’ o meno gli stessi del disastro di Ustica di 30 anni prima. A giugno 2011 era tutto finito, di fatto Gheddafi era come fosse morto morto (mori’ a ottobre) e l’Italia finiva questa triste storia di interessi nazionali contrapposti senza il supporto esterno di un alleato preziosissimo in tempi di crisi, la Libia del Rais ricchissima di petrodollari sempre investiti a sostegno dell’alleato Italiano nel momento del bisogno (in Fiat durante la crisi della metà degli anni settanta, ancora investiti in Juventus a fine secolo scorso con il figlio del dittatore spedito addirittura a giocare in serie A nel Perugia di Gaucci, ancora intervenuta in Unicredit dopo la crisi bancaria del 2008). Guarda caso, oggi le concessioni italiane in Libia stanno subendo molte pressioni lato britannico e, soprattutto, francese al fine di “condividerle” con gli “alleati”, che alleati…

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Come le cronache ci hanno raccontato recentemente, leggasi note di Alan Friedman, proprio a partire da Marzo 2011 Napolitano iniziò a sondare se Mario Monti fosse pronto a sostituirsi al governo Berlusconi, notasi che la crisi non aveva ancora morso in Italia fino a quel momento, il Belpaese sembrava sostanzialmente non toccato dal grande disagio della crisi bancaria anche perchè le banche italiane erano onestamente meno evolute di quelle USA, inglesi, francesi o tedesche, ma certamente anche molto più caute. Parimenti Zapatero confermò nella sua autobiografia che ad inizio novembre 2011 nella riunione del G8 di Cannes Obama, Merkel, Sarkozy cercarono di convincere Berlusconi ad accettare la troika, ottenendone un più o meno garbato rifiuto (“… conosciamo modi migliori per suicidarci…” sembra fu la risposta italiana). Il resto lo conosciamo bene: dopo alcune rilevanti nomine giudiziarie nel giugno del 2011 tra cui spicca il nuovo capo della procura di Taranto dove a breve giro scoppiò il caso Riva-Ilva, partì la guerra dello spread con il BtP innescata da Deutsche Bank (secondo Prodi), i media furono inondati di scandali a danno soprattutto del centro destra (successe qualcosa di molto simile a quello che accadde quando Craxi fu costretto ad autoesiliarsi) e finalmente Berlusconi fu costretto a dimettersi. Dunque, ecco la parentesi Monti che con le sue misure di iper austerity distrusse la domanda interna – come lui stesso ebbe l’occasione di vantarsi alla CNN –; poi le elezioni del febbraio 2013 con il miracolo del Cavaliere che con un risultato assolutamente inaspettato riuscì a negoziare la parentesi non completamente nemica di Enrico Letta, parentesi quasi neutra se non fosse stato per l’improbabile ministro italiano Fabrizio Saccomanni (sue le previsioni economiche tra le piu’ sballate della storia nazionale, ma molto attento a soddisfare le richieste europee di privatizzazioni e cessione di sovranità). In mezzo a tutto ciò c’è stata la grandissima austerity imposta dalla Germania all’Italia ed ai periferici con un drive economico politico tedesco sull’Europa mai visto negli ultimo 70 anni: l’Italia era stata lasciata totalmente scoperta dagli alleati storici!

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Oggi qualcuno a Londra inizia a sentire il dolore derivante da un eccesso di potere tedesco in Europa, si sa i tedeschi sono tritasassi e quindi ecco qualche barlume di supporto inglese per l’Italia, ma è ancora troppo presto per poter dire che sia un cambiamento di rotta.

 

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Dunque, torniamo a Berlusconi game over. Chiaro, Berlusconi doveva essere game over per definizione altrimenti mica si spiegherebbe tutto quello che è successo a partire dal 2011, tutto lascia pensare ad un piano pre-ordinato in cui certamente esisteva nell’ombra un supporto-guida diciamo sovranazionale. Gli interessi legati a tale ipotetica ma piu’ che plausibile manovra ad oggi non sono ancora stati chiariti, ma certamente si deve tenere in debita considerazione la componente della riconquista del ruolo egemonico che da sempre la Germania ritiene le spetti a livello continentale. Ed ecco anche spiegato perchè chi scrive si aspetta che Letta – uomo di garanzia del sistema globale che avrebbe solo dovuto prendere tempo dopo le sorprendenti elezioni del febbraio 2013 – andrà a ricoprire una posizione apicale in Europa nel secondo semestre 2014, esisteva già l’accordo scritto con la Cancelliera o almeno così si dice.

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Ma ora preme soprattutto comprendere cosa sapesse Matteo Renzi di tutto ciò. Se la linea dei fatti come presentata sopra è corretta allora esiste un problema di soffocamento degli interessi nazionali italiani, al diavolo diatribe tra destra e sinistra (tutti dettagli politici di secondo ordine). Il problema è un altro: è stato leso l’interesse della nazione in contrapposizione a quelli dei nostri supposti “partners” europei? Ora, la mia domanda è semplice: visto che Renzi ben sapeva o comunque aveva capito cosa stava succedendo, oggi Renzi sta andando a palazzo Chigi per continuare a soffocarli gli interessi italiani o per mettere un freno a tanto scempio? O meglio, Renzi sta dalla parte di chi vuole limitare il potere tedesco in Europa (leggasi radio Londra, oggi la perfida Albione è in una situazione simile a quella dell’assedio di Dunkirk) o è stato scelto dalla Cancelliera via Washington per fare quanto utile all’Europa tedesca e non all’Italia, essendo ormai facilmente rilevabile come oggi la Germania rivesta grande importanza per gli USA soprattutto in funzione anti russa – vedasi i reciproci comportamenti nella crisi ucraina -, un po’ come accadde prima del patto Ribbentrop-Molotov? In riguardo, personalmente mi sento di dire che fossi nei panni di Obama non mi fiderei troppo dei tedeschi, han tradito una volta e non c’è il due senza il tre, visto che a fare i propri interessi sono maestri, costi quel che costi….

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Quel game over, frase detta in inglese, ci intimorisce un poco: Matteo, che te tu forse sapevi qualcosa che non ci hai voluto dire? Dico io, se fosse vero che dietro all’attacco del Cavaliere – politicamente anche comprensibile vista l’antipatia accumulata dall’ex primo ministro in 20 anni di potere – ci possono essere stati interessi esteri non tanto di mera politica quanto di pura rendita economica a danno dell’Italia, beh, allora forse dovremmo pensare di tirare fuori anche noi qualche scheletro dall’armadio, o sbaglio? La prossime nomine dei CdA soprattutto di ENI, ENEL e Finmeccanica saranno davvero cruciali, le mire europee sui gioielli nazionali ce le ricorda ad ogni pié sospinto il Commissario Olli Rehn, facciamo maggiore deficit e ci dice che bisogna privatizzare, ci condannano per le carceri troppo piene e bisogna privatizzare, chi vincerà Sanremo e bisogna privatizzare (leggasi, ci chiede sempre di vendere gli assets soprattutto energetici allo straniero)….

In ogni caso Matteo, ti prego, da lunedì prossimo pensa alle future generazioni italiche, pensa all’esempio del tuo conterraneo La Pira su cui sembra tu abbia pure fatto la tesi…. Puo’ piacere o no ma Matteo Renzi è la vera speranza italica.

Ai posteri…

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Mitt Dolcino

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Riferimenti e Note:

i   https://scenarieconomici.it/diciamola-tutta-mario-monti-ha-fatto-un-disastro-ecco-perche/


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