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Canada, il grande cambiamento: Carney ribalta Trudeau per il gasdotto epocale verso Ovest, per invadere il Pacifico

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Dopo anni di paralisi normativa e politiche ossessivamente orientate alla transizione verde, il Canada sembra aver riscoperto la logica della Realpolitik economica. Il potenziale Memorandum of Understanding (MOU) tra il Primo Ministro Mark Carney (Ottawa) e la Premier dell’Alberta, Danielle Smith, non è un semplice accordo energetico, ma una svolta epocale che ridefinisce il rapporto tra crescita economica (e investimenti in infrastrutture) e impegni climatici.

Il cuore dell’intesa, attesa a Calgary, è un “grande affare” che promette di sbloccare il settore petrolifero e del gas canadese, risolvendo un problema che affligge gli investitori da quasi due decenni: la mancanza di un accesso competitivo al Pacifico. La mossa, che porta il Canada a invertire bruscamente la rotta rispetto all’eredità del periodo Trudeau (focalizzato sull’abbandono dei combustibili fossili), è un chiaro segnale di cambiamento: un’enorme spinta infrastrutturale in cambio di concessioni ambientali strutturali.

La Grande Svolta: un Patto da “Petrolio in Cambio di Clima”

Il Canada, pur essendo un colosso energetico (produce oltre 4 milioni di barili al giorno), spedisce quasi la totalità del suo greggio verso il mercato statunitense, una dipendenza che si traduce in sconti cronici sul prezzo del Western Canadian Select (WCS) e in una vulnerabilità alle politiche commerciali di Washington.

L’apertura di una seconda via costiera sul Pacifico – un investimento veramente epocale – è l’obiettivo primario dell’Alberta, cruciale per raggiungere i mercati asiatici e, potenzialmente, l’Europa (soprattutto per il gas, che in questo contesto diventa un asset strategico).

Il meccanismo dell’accordo si basa su un complesso scambio di concessioni politiche e normative:

Concessioni a favore dell’Alberta (e dell’Industria)Impegni a favore di Ottawa (e del Clima)
Via Libera Politica: Sostegno federale per un nuovo gasdotto/oleodotto verso la costa della Columbia Britannica.Rafforzamento Carbon Pricing: L’Alberta accetta di rafforzare il proprio regime provinciale di tariffazione industriale sul carbonio.
Esenzioni Normative (Carve-outs): Sospensione delle restrittive normative federali sui gas serra (es. il Net-Zero Clean Electricity).Investimento CCUS: Impegno multimiliardario ( Pathways Alliance) nella cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon Capture, Utilization, and Storage).
Rimozione Cap Emissioni: Il rafforzamento del prezzo sul carbonio rende obsoleto e potenzialmente eliminabile il controverso tetto federale alle emissioni di petrolio e gas (Emissions Cap).Diversificazione Economica: Apertura di nuovi mercati di esportazione, riducendo la dipendenza dagli USA.

Si tratta, in sostanza, di eliminare il “blocco normativo” che ha reso il settore canadese un caso di studio globale di gridlock regolatorio. Per gli investitori, l’aspetto chiave sarà la durabilità di queste esenzioni, visto il precedente del gasdotto Trans Mountain, che ha richiesto oltre un decennio e 34 miliardi di dollari canadesi per essere completato.

Il fattore istruttivo: la resistenza del pacifico

Naturalmente, un tale accordo non avviene nel vuoto, ma in un contesto altamente conflittuale. Il Primo Ministro della Columbia Britannica, David Eby, ha già manifestato la sua ferma opposizione. A lui si affiancano i leader indigeni, che in passato hanno bloccato progetti simili, sottolineando come la consultazione e l’impatto ambientale rimangano nodi cruciali.

David Eby , governatore della Columbia

Per Ottawa e Calgary, l’MOU rappresenta la speranza di “far funzionare di nuovo il Paese” permettendo lo sviluppo energetico, anche a costo di forzare la mano su normative ambientali che, per gli economisti keynesiani, rappresentavano un freno eccessivo all’investimento produttivo. La scommessa è che il potenziale economico e l’investimento in CCUS riescano a superare sia le resistenze politiche locali che i probabili ricorsi giudiziari.

Domande e risposte

Perché questo accordo è considerato un cambiamento storico per il Canada?

È storico perché segna la fine di un decennio dominato dalle politiche ambientaliste dell’era precedente. Il governo federale, guidato da Carney, sta attivamente offrendo supporto politico e deroghe normative (i carve-outs) per un nuovo oleodotto verso ovest, rovesciando la tendenza alla paralisi regolatoria. Questo sblocco permetterebbe all’Alberta di accedere ai mercati globali, riducendo la sua dipendenza commerciale dagli Stati Uniti, un obiettivo strategico sia conservatore che keynesiano.

Qual è l’importanza di un nuovo sbocco sul Pacifico per l’economia canadese?

Il Canada esporta quasi tutto il suo petrolio in un unico mercato (USA), il che espone i produttori a sconti sui prezzi (il cosiddetto differenziale WCS) e li rende vulnerabili alle politiche commerciali statunitensi. Un secondo importante sbocco sul Pacifico consentirebbe la diversificazione verso l’Asia e l’Europa. Ciò non solo garantirebbe prezzi migliori per il greggio canadese, ma fungerebbe anche da leva geopolitica, portando stabilità e maggiori entrate fiscali a livello federale e provinciale, giustificando il massiccio investimento infrastrutturale.

Quali sono i principali ostacoli che potrebbero far deragliare l’intesa tra Ottawa e Alberta?

Nonostante il supporto federale e provinciale, il progetto deve superare due ostacoli fondamentali. Il primo è la forte opposizione politica della Columbia Britannica (BC), la provincia che ospiterebbe l’arrivo del gasdotto. Il secondo è costituito dalle sfide legali e dalla necessità di ottenere il consenso delle Prime Nazioni (Indigenous leaders), che in Canada hanno poteri significativi e hanno già bloccato progetti precedenti. Qualsiasi esenzione normativa federale deve resistere ai ricorsi in tribunale, il che rende l’investimento ancora rischioso nel breve termine.

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