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Calo produzione industriale, in calo con i dati europei ed il rallentamento mondiale. E l’inflazione…

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I dati relativi alla produzione industriale italiana, sono stati negativi, molto negativi a novembre, come era da attendersi.

Un dato del -2,6% anno su anno è molto pesante, non c’è dubbio. Si assiste ad una crisi nel settore auto europeo, con vendite a novembre calate del 13% in Spagna, del 10% in Germania ,  del 6% in Italia e del 5% in Francia. Visto il peso che si è dato al settore auto in Europa non c’era da attendersi nulla di diverso. Anzi, poteva andare molto peggio.

 

Francia :

Spagna:

La crisi produttiva colpisce l’Europa, a seguito di una serie di fattori interni ed esterni. Proviamo qui  a darne un elenco parziale, e rapido, anche se ogni punto meriterebbe un’analisi separata ed approfondita:

  • fattori internazionali, come lo shutdown americano, la scarsa crescita in Cina e la minaccia di una guerra commerciale. A questo si aggiungono i timori sui mercati internazionali che pongono una prospettiva negativa sui consumi. Quando si sente che i propri risparmi sono in pericolo, per mercati dei titoli ed azionari ballerini, non c’è molta propensione alla spesa, e da un lato alcune borse hanno segnato risultati negativi, dall’altro il battage politicamente guidato da alcuni gruppi non ha sicuramente aiutato;
  • Una struttura industriale europea che non ha una politica industriale comune serio, al di là di qualche intervento legato essenzialmente alle pressioni di lobbies. Per politica industriale non si intende la progressiva deindustrializzazione o progetti localizzati in singole aree al servizio di interessi diversi (penso al progetto della “Batteria europea” a servizio della sola industria tedesca), ma di veri progetti industriali ed infrastrutturali che coprano per l’intero l’Euroarea, anche nelle sua zone più depresse;
  • L’oggettivo divieto di politiche industriali nazionali per il vincolo di deficit e monetario, ma anche per una mentalità che , favorendo in modo indiscriminato solo la grande industria, impedisce lo sviluppo di una rete diversificata di piccole aziende che costituirebbe una rete di salvataggio per l’economia;
  • Il divieto oggettivo di una politica fiscale attiva combinato con l’altrettanta asseverata inutilità di politiche monetarie tradizionali, che però risultano efficaci i caso  di stretta.

 

Le misure espansive stabilite nella finanziaria quindi dovrebbero essere anticipate, non ritardate, per dare una spinta che impedisca la depressione economica. Le strade a cui ci troviamo davanti sono diverse: non fare nulla ed andare incontro ad una crisi, o fare qualcosa e sperare che questo abbia effetto. Non è il momento di timidezze.


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