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Cade l’import di GNL nella UE a luglio: l’Oriente paga di più

I mercati orientali sono più interessanti per i produttori di gas liquefatto, che deviano la i carichi piuttosto che mandarli nel Vecchio Continente

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Nel luglio 2024, le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dell’Unione Europea sono scese a 5,9 milioni di tonnellate (mt), segnando il livello più basso dal dicembre 2021, quando il boom doveva ancora partire.

Una parte significativa di questo calo può essere attribuita alla riduzione delle importazioni dagli Stati Uniti, che hanno anch’esse raggiunto il punto più basso dal dicembre 2021, con 2,3 milioni di tonnellate (mt), anche per la chiusura temporanea di Freeport LNG a  causa di motivi metereologici.

Però ci sono anche questioni economiche molto serie: il recente ampliamento del premio di prezzo del GNL spot asiatico rispetto all’hub del gas olandese TTF sta spingendo un maggior numero di carichi di GNL statunitense verso l’Asia anziché verso l’Europa. Questo è legato alla formazione del nuovo mercato orientale per il GNL Ecco il grafico del GNL e delle sue esportazioni:

 

Passiamo a considerare solo l’import di GNL in UE, considerando il Paese di origine. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, si è verificato un cambiamento epocale: l’Unione Europea ha spostato la sua dipendenza dal gas in condotta al GNL, principalmente dagli Stati Uniti. La maggior parte del GNL dell’UE proviene dagli Stati Uniti, ma la Russia viene appena dopo, a indicare che la dipendenza dalla Russia ha cambiato mezzo, ma è diminuta di ben poco.

Qualche giorno fa avevamo parlato del fatto che il Giappone stesse organizzando un mercato orientale peer il GNL che, ovviamente, si trova in contrasto diretto con il mercato europeo Dutch TTF. I volumi orientali sono molto più elevati e Corea, Giappone e Cina possono pagare prezzi superiori. Quindi il Gas non viene più in Europa, , ma va dove lo pagano di più.

 

 


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