Attualità
Buttare via il bambino con l’acqua sporca
Il Governo sta letteralmente “buttando via il bambino con l’acqua sporca”.
Dopo le ferie, il Governo prima con Giorgia Meloni poi con Giancarlo Giorgetti all’unisono, avendo verificato che i conti nel bilancio dello Stato non tornano, se la prende con il Superbonus 110%, causa di tutti i mali dell’Italia. Sulla scia di ciò che aveva fatto Mario Draghi.
Il Superbonus si era distinto per due caratteristiche innovative:
– la percentuale di agevolazione fiscale, che iniziata nel 1997 con il 35%, era aumentata progressivamente fino ad arrivare già nel 2019 all’85% (sisma bonus) e 90% (bonus facciate), per poi essere portata al 110% nel 2020 con il Superbonus;
– la possibilità di cedere a tutti il credito d’imposta, che per la prima volta aveva permesso queste agevolazioni fiscali anche a chi non ha redditi sufficiente, perché poteva cederlo ad altri soggetti, se non aveva capienza fiscale.
L’aumento dal 90% al 110% era rivolto alle categorie meno abbienti che non potevano pagare neanche il 10%, mentre l’ulteriore 10% serviva a compensare l’eventuale sconto in banca. Tutti quelli che hanno gridato allo scandalo per il 110%, non avevano mai detto niente sul 90% del bonus facciate, perché era manna dal cielo per i più ricchi. Tra l’altro proprio sul bonus facciate si sono concentrate le maggiori truffe, segno che non è la percentuale che discrimina.
Se si voleva risolvere il problema dell’acqua sporca, cioè di una misura comunque troppo generosa per i più ricchi, si poteva introdurre un tetto ISEE e limitare il 110% solo alle prime case, riducendo la percentuale in tutti gli altri casi. In questo modo avremmo avuto un ulteriore aumento del moltiplicatore economico e quindi un maggiore vantaggio per lo Stato.
Ma bisognava buttare via il bambino con l’acqua sporca, cioè fermare uno strumento, il credito d’imposta cedibile, che apriva la strada alla possibilità di utilizzarlo più efficacemente per altre spese pubbliche necessarie: ricostruire gli edifici distrutti dai terremoti, rimborsare gli alluvionati, mettere in sicurezza il territorio, costruire opere pubbliche utili alla collettività.
In pratica il Governo ha buttato via con l’acqua sporca, cioè un 110% troppo generoso con i ricchi, anche il bambino, cioè uno strumento fiscale che non genera debito pubblico, da utilizzare per una parte consistente della spesa pubblica, senza dover prendere i soldi in prestito dai mercati finanziari (BTP) o dall’Unione Europea (PNRR o MES).
In questo modo può sempre giustificare la mancata realizzazione delle promesse elettorali con la solita frase “non ci sono i soldi”.
Ma siamo ancora in tempo per cambiare paradigma, perché nel frattempo lo strumento del credito d’imposta è stato introdotto nelle norme europee e quindi è ancora giuridicamente utilizzabile.
Luca Ascoli, Direttore di Eurostat, durante l’audizione in Commissione Finanze del Senato il 14 febbraio 2023, ha già chiarito che le modifiche introdotte nel Manuale del Deficiti e del Debito Pubblico, aggiornato nel 2022, chiariscono che il credito d’imposta cedibile è da considerare contabilmente un “credito pagabile”, ma questo non influisce sul calcolo del debito pubblico.
Influisce contabilmente solo sul deficit, ma comunque il reperimento di risorse finanziarie sarà necessario solo se negli anni successivi, la compensazione tra l’aumento di gettito fiscale e la riduzione di gettito fiscale non fosse sufficiente. Ma se il moltiplicatore economico è quello calcolato da Nomisma, l’aumento di gettito iniziale è superiore alla riduzione futura.
Qual è la scusa utilizzata dal Governo per giustificare il blocco del Superbonus che aveva permesso all’Italia di avere una crescita superiore a quella di altri paesi dell’Unione Europea?
Il Governo ha copiato Mario Draghi, che era venuto in Italia proprio per bloccare la cedibilità dei crediti fiscali che era contro gli interessi delle sue amiche lobby finanziarie, che dopo aver eseguito il compitino, gli hanno consegnato a New York il premio “World Statesman Award 2022”.
«Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte II, compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità» ha detto la Meloni «Grazie a norme scritte malissimo, si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato».
Siamo alle solite, ma li leggono i report dell’Agenzia delle Entrate in Parlamento?
Nell’audizione alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati del 2 marzo 2023, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Avv. Ernesto Maria Ruffini ha detto che le irregolarità individuate sui crediti d’imposta concessi su tutti i bonus, compresi Superbonus e Bonus Facciate, sono circa 9 miliardi di euro, di cui 3,2 miliardi di euro ancora in corso di accertamento.
Ma la cosa più interessante è che di tutte queste irregolarità, solo il 5% è riferito al Superbonus, cioè 0,45 miliardi di euro. Considerato che il totale del Superbonus è stato circa di 90 miliardi di euro, stiamo parlando di una percentuale di truffe, ammesso che siano tutte verificate, pari allo 0,5% del totale.
Credo che questa possa essere definita “la più piccola truffa ai danni dello Stato”, vista la grande capacità degli italiani di applicare il detto “fatta la legge, trovato l’inganno”.
L’obiettivo è un altro, bloccare uno strumento che potrebbe smarcare l’Italia dai ricatti dei mercati finanziari e dell’Unione Europea.
Si mettano l’anima in pace gli alluvionati, i terremotati, i cittadini che la Sanità a smesso di curare, le famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo, le imprese che non ricevono più credito dalle banche, lo Stato che arriverà a pagare 100 miliardi di euro sul debito pubblico.
Non è ancora arrivato il loro turno, dobbiamo prima progettare e realizzare Un Mondo Positivo.
https://unmondopositivo.it/
Fabio Conditi
Presidente dell’associazione Moneta Positiva
https://monetapositiva.it/
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