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BUONA LA RIMA

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Epocale riforma fiscale: vi piace questa rima? Suona bene vero? Parole e musica del New York Times.  Right Now The Senate voted 51-49 to approve the Republican tax bill. È il titolo di un articolo con il quale la prestigiosa testata annuncia al mondo la rivoluzionaria riforma del fisco di Donald Trump. Una riforma così iniqua – dal punto di vista della politica di redistribuzione dei redditi – che pare concepita da un consigliere dello sceriffo di Nottingham ovvero da una testa d’uovo del pensatoio del Partito Democratico. Infatti, essa si fonda su un assunto tanto elementare da aver costituito l’intuizione proverbiale del principe dei ladri, Robin Hood, ma declinata al contrario: togliere ai poveri per dare ai ricchi. La legge contempla un taglio macroscopico di imposte ai contribuenti più danarosi e comporterà  un aumento del debito pubblico americano di mille e quattrocento miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. La notizia è davvero interessante per una serie di decisive ragioni. Intanto, apprendiamo da attendibilissime fonti d’oltre oceano che la dilatazione del debito pubblico (in gergo economico si dice spesa pubblica espansiva) non è un problema. Davvero molto strano. O, qui da noi, le fonti ufficiali modello New York Times ci hanno nutrito di bufale (proprio loro che dicono di combatterle!) oppure il fior fiore dei nostri esperti d’economia e finanza deve ricominciare gli studi dalla scuola elementare (proprio loro che, male che vada, insegnano alle Ekonomikkk Skuuuuuull). Eh già, perché – se fate mente locale – è da anni che ci tormentano con la storia che il debito pubblico è un problema, che abbiamo un debito pubblico colossale, che la Commissione Europea è preoccupata del nostro debito pubblico. Poi, invece, scopriamo che in America – la terra d’origine dei nostri sogni di ragazzi, quella da cui importiamo leggi, peccati, costumi ed ossessioni – il debito pubblico lo si può gonfiare impunemente e pure di cifre assurde tipo quelle stipate nei forzieri di Paperone. Ergo, anziché preoccuparsi del cosiddetto scandalo Russia Gate e dei rapporti incestuosi Putin-Trump, i giornaloni nostrani potrebbero dedicarsi alla spiegazione di questo mistero: com’è possibile che un Paese come gli USA (sovraindebitato fino al collo) concepisca una riforma che incrementa vieppiù quello stesso debito pubblico  che da noi è considerato una malattia terminale? Già che ci sono, risolvessero pure quest’altro enigma: se il debito pubblico si può innalzare a piacere (con la stessa disinvoltura con cui si rimpingua un serbatoio di birra alla spina) perché non utilizzarlo per migliorare le condizioni delle classi medio-basse, anziché beneficiare i super ricchi alleggerendogli le tasse? Anche questa è una rima ed è meglio della prima.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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