Attualità
Bruxelles mette nel mirino delle sanzioni alluminio e GNL russi
La UE sembra decisa ad imporre sanzioni all’importazione di GNL e di Alluminio nella UE. Una mossa che però provocherebbe problemi da entrambe le parti
Nelle ultime 36 ore sono emerse notizie secondo cui l’Unione Europea (UE) starebbe adottando misure più severe contro la Russia. Mentre le sanzioni occidentali hanno preso di mira l’economia e la produzione militare della Russia, le scappatoie hanno permesso a Mosca di aggirarle ampiamente.
Nel 2024, i ricavi delle esportazioni russe di idrocarburi e metalli hanno raggiunto livelli record, compreso l’aumento dei flussi di GNL russo verso l’UE. Sebbene i volumi dei gasdotti russi verso l’Europa siano diminuiti, in particolare dopo la fine di un importante accordo di transito con l’Ucraina, il GNL russo è rimasto in gran parte inalterato.
Ora la situazione sembra cambiare. La rielezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti, insieme al boom globale della produzione di GNL, ha dato a Bruxelles la volontà politica di colpire il cuore del regime di Putin. Dopo le sanzioni statunitensi e britanniche contro la “flotta oscura” della Russia, che hanno ridotto la capacità di esportazione marittima di petrolio di Mosca del 25-40%, il GNL russo è ora sotto esame.
Come sempre, l’UE sta adottando un approccio cauto. Bloomberg riporta che i diplomatici di Bruxelles stanno considerando una riduzione graduale della dipendenza dell’UE dal GNL russo. Inoltre, sono in discussione sanzioni sulle importazioni di alluminio russo, ulteriori restrizioni sulle banche e sulle petroliere russe e un ampliamento delle sanzioni militari.
Il regime di Putin è già sotto pressione economica, con un’inflazione del 9% e tassi di interesse del 21%. Sebbene i mercati asiatici per il petrolio e il gas russo rimangano forti, le pressioni sui prezzi da parte di Cina e India minano le speranze della Russia di ottenere prezzi premium. Mosca ha posto un’enfasi significativa sulle esportazioni di GNL, ma un phase-out su larga scala da parte dell’UE congelerebbe molti di questi progetti.
Bruxelles starebbe pianificando queste misure come parte di un nuovo pacchetto di 16 sanzioni. Tuttavia, le sfide politiche all’interno dell’UE potrebbero ritardare l’attuazione, con alcuni Stati membri – come Ungheria, Slovenia e Slovacchia – che probabilmente si opporranno a un’azione rapida. Putin riconosce anche la lentezza del processo decisionale dell’UE e le potenziali complicazioni di una guerra commerciale USA-UE sotto l’amministrazione Trump, che ha minacciato i membri dell’UE non disposti ad aumentare le importazioni di GNL dagli Stati Uniti.
Le nuove norme assurde sul metano dell’UE, introdotte nell’agosto 2024, complicano ulteriormente le cose. A partire dal maggio 2025, queste norme richiederanno dati dettagliati sul metano per tutte le importazioni di idrocarburi, imponendo multe fino al 20% del fatturato annuale in caso di non conformità alle normative ESG europee. Queste norme potrebbero scoraggiare i fornitori globali di GNL, tra cui il Qatar, dal rifornire l’UE. Il Qatar ha avvertito che un’applicazione troppo rigida potrebbe interrompere le sue esportazioni di GNL verso l’Europa, poiché i requisiti relativi ai dati sul metano sono difficili da soddisfare e l’Emirato non vuole piegarsi alle richieste cervellotiche della UE.
Al fianco delle sanzioni al GNL Reuters parla anche di un bando alle importazioni di alluminio russo nella UE. Le importazioni del blocco di questo metallo sono già calate dal 19% del totale importato nel 2022 al 6% del 2024, riducendosi praticamente a un terzo in due anni. Ora però la Commissione sembra pronta a porre un bando totale, come già applicato da Regno Unito e USA.
Nonostante la retorica sulle sanzioni, le scappatoie rimangono. I cantieri navali dell’UE continuano a riparare le petroliere russe di classe “rompighiaccio” utilizzate per esportare GNL attraverso l’Artico. Fonti marittime riferiscono che i cantieri navali di Francia e Danimarca si occupano della manutenzione della maggior parte delle petroliere russe Arc7, fondamentali per le operazioni di Yamal LNG, da cui parte la maggior parte del GNL russo.
Alla fine nessuno, neanche nella UE, ha un vero interesse ad applicare le sanzioni alla Russia in modo troppo stretto, anche perché le ricadute anche economiche per gli stessi paesi della UE rischiano di essere troppo elevate. Il GNL è poco, escludere quello della Russia non è un bene per nessuno. Un concetto facile da comprendere per tutti, tranne che per un pugno di burocrati di Bruxelles.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login