Attualità
BREXIT: UN DISASTRO….PER LA SPAGNA
Scorrendo le quotidiane cronache post Brexit, quasi si trattasse di un cronache da uno scenario post apocalittico, si leggono cose interessanti, cose false, sopravvalutazioni e travisamenti.
Sulle cose false tralasciamo, ma basta vedere un medio talk show per esserne ubriacati. Ormai “Games of Thrones” è un realistico documentario sul medioevo europeo, al confronto con le panzane televisive. Mi chiedo con quale faccia certi politici ed opinionisti vari potranno presentarsi in TV fra un annetto quando noi saremo sempre più inguaiati ed il Regno Unito proseguirà sulla sua strada. Comunque la falsità dei media mainstream è un fenomeno facilmente spiegabile: Bruxelles investe 640 milioni di euro nella comunicazione, una cifra che fa gola ai nostri famelici media.
Torniamo a noi. Ci sono due eventi rilevanti legati al Brexit : il primo è il blocco dei rimborsi per tre fondi immobiliari inglesi, ed il secondo la preoccupazione della Spagna e degli espatriandi inglesi per le future difficoltà di espatrio.
Il primo punto lo tratterò, spero, avendone il tempo, nei prossimi giorni. Per introdurlo posso dire che vi è stato qualche scricchiolio nel mercato immobiliare londinese, soprattutto per le superfici commerciali, e questo ha portato ad una illiquidità di tre fondi immobiliari, che hanno bloccato il rimborso delle quote. Questo fatto ci permette di ricordare che investimento immobiliare e liquidità NON sono elementi compatibili.
Veniamo al secondo punto. La sterlina inglese in un mese si è svalutata di un 10% rispetto all’euro.
Ora questo picco di svalutazione viene ad essere un problema per gli inglesi che volevano comprarsi una casa in Spagna per le vacanze e per passare una vecchiaia al sole. Gli inglesi erano i migliori clienti per gli immobiliaristi spagnoli, vista anche la grande differenza nei prezzi immobiliari fra i due paesi.
Come potete vedere gli inglesi hanno comprato ben il doppio di immobili in Spagna rispetto ai francesi. Del resto è noto che esistono vere e proprie colonie d’Oltremanica nel paese iberico.
Questo apporto di denaro è stato un sollievo incredibile per un mercato che sta vivendo una difficile fase post bolla, come possiamo vedere facilmente dall’andamento dei prezzi e del numero di transazioni. In totale ben il 13% delle compravendite immobiliari spagnole coinvolgono controparti straniere.
Gli inglesi quindi costituiscono circa il 3% di tutti gli acquisti
I timori degli spagnoli e degli inglesi sono chiari, così come espressi in un articolo recente su Bloomberg: se la sterlina si svaluta rispetto all’euro avremo una situazione in cui un minor numero di inglesi potrà permettersi di comprare la casa in Spagna, di passarvi le vacanze o di vivervi durante la propria pensione.
Però facciamo questa considerazione : cosa accadrà a questi inglesi che non si recheranno più per vacanza o per la pensione in Spagna ? Avranno due possibilità:
a) recarsi in paesi in cui la svalutazione della sterlina ha avuto una ricaduta minore;
b) restare a passare le vacanze e la pensione nel Regno Unito.
Ora la seconda alternativa comporterà un aumento dei consumi , e quindi del PIL , del Regno Unito, ma entrambi comporteranno una perdita di ricchezza per la Spagna. Gli effetti della Brexit e quindi della svalutazione della Sterlina, comunque non sufficiente a riallinearla al suo corretto valore teorico come da CPI comparati (cioè come dovrebbe essere dalla comparazione dei tassi di inflazione), ha come effetto quello di penalizzare le economie degli stati UE e di incentivare quella del Regno Unito.
Il vero problema del Brexit, che si tenta di esorcizzare con tanta comunicazione distorta, è proprio questo: se si esce dai vincoli della UE (ed ancor più dai vincoli della BCE) si permette alla valuta di riallinearsi al’effettivo potere di acquisto ed all’effettiva competitività del sistema paese. Questo naturalmente può comportare dei danni all’interscambio con i paesi che, invece, si sono precedentemente avvantaggiati da questa situazione di sopravvalutazione.
Questo, insieme all’intrinseca debolezza economica della “Fascia dell’olio” dell’Unione, viene a spiegare la reazione eccezionale al Brexit della nostra borsa e di quella spagnola: oltre a mettere in luce la fragilità dell’Unione vi sarà una perdita di competitività di quest’ultima nei confronti del sistema produttivo/economico inglese. Basterà aspettare un po’ per vederne i risultati.
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