Attualità
BREXIT: SITUAZIONE CONFUSA A LONDRA. SI DIMETTERA’ LA MAY? FORSE NO
Situazione estremamente confusa a Londra dove l’accordo per la Brexit raggiunto fra il governo May e l’Unione Europea sta rischiando di far cadere il governo con il rischio di nuove elezioni.
Iniziamo col dire che l’accordo è lungi dall’essere buono: ci sono troppe manine, e per ottenere alcuni punti essenziali , quali l’assenza di frontiere fra Ulster ed Irlanda, sono state fatte concessioni veramente ampissime, dal pagamento delle spese, a termini molto lunghi per l’operatività del brexit, alla possibilità di backstop: prendendo praticamente in ostaggio l’Ulster l’Unione Europea ha fatto mettere nero su bianco che, se alla fine delle trattative non ci fosse un accodo, esisterebbe comunque un’unione doganale fra Regno Unito ed Unione Europea nel suo complesso, facendo si che il surplus commerciale europeo si possa protrarre a tempo indefinito. Praticamente un Brexit commerciale rinviato a tempo indeterminato.s
Ora questo, insieme ad altri punto umilianti, non va giù a molti Tories, fra cui i 3 ministri che si sono dimessi ieri. Singolari le dimissioni di Dominic Raab, ministro per la Brexit , che pare si sia dimesso per modifiche nell’accordo che andavano oltre le sue richieste ed il suo mandato. Insomma ci sono “Manine ” oltremanica e queste , probabilmente, sono sotto la diretta competenza della May.
Ora la May ed i tories moderati vorrebbero evitare il voto di sfiducia che invece il gruppo di ribelli, guidati da Jacob Rees-Mogg, vorrebbe richiederlo.
Intanto, per aggiungere caos al caos, i ministri Remainer si inventano le statistiche, salvo essere bastonati in diretta sui dati falsificati. Questo è il caso del ministro della giustizia Rory Steward che si inventa un 80% di pubblico “Remainer”, peccato che non esista nessuna statistica di questo genere…..
In questo momento i membri del parlamento sono stati richiamati in aula, senza nessuna citazione di voti di fiducia. Quindi appare possibile, se non probabile, che la May abbia prevalso nel partito e che ci si avvi ad un voto sulla mozione.
Ricordiamo che dopo l’approvazione del parlamento del Regno Unito questo accordo dovrà essere approvato da tutti e 27 i parlamenti europei.
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