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BREXIT: MAY SCONFITTA IN PARLAMENTO, NIENTE FUGA DA LONDRA E… L’ITALIA SI SMARCA?

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Cari amici,

Ieri è stata una giornata piena di novità per quanto riguarda la Brexit.

THERESA MAY BATTUTA IN PARLAMENTO

Il parlamento di Westminster ha votato una mozione con la quale si impone un voto condizionante della camera sull’accordo fra Regno Unito ed Unione Europea.

Praticamente il parlamento ha rifiutato di essere esautorato dalla questione e vuole avere l’ultima parola, non con una semplice ratifica formale. La mozione è stata approvata 309 a 305, e probabilmente a votarla sono stati parlamentari in appoggio ad un Brexit più morbido e più dilazionato nel tempo. In questo modo Brexit potrebbe essere dilazionata nel tempo se il parlamento votasse contro un accordo. Rimane comunque chiaro che non si è voluto concedere un assegno in bianco alla May, che resta in una posizione debolissima.

LE BANCHE NON SE NE VANNO.

Comunque non è stata solo una cattiva giornata per i brexiter. Sono invece arrivate notizie buone sul lato del sistema bancario e dei servizi. Ricordate quando annunciavano cavallette, morte e distruzione, con la City di Londra deserta come nel film “28 giorni”? Bene, pare che questo non accadrà. Una ricerca svolta dal Financial Times ha riscontrato come le banche muoveranno circa solo 4600 dipendenti nel giorno 1 dell’eventuale Brexit, contro i 10500 precedentemente previsti. Quindi circa solo il 6% dei dipendenti del settore finanziario sarebbero trasferiti. Niente armagheddon.

LA STRANA NOTIZIA SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO.

La stampa inglese ha dato un curioso risalto alle dichiarazioni in Parlamento del primo ministro Gentiloni  fatt il 12 dicembre.

In pratica Gentiloni ha affermato la necessità di un accordo sul Brexit con il Regno Unito, anche basandosi su concessioni speciali, vista la tradizione di amicizia con l’italia. Questo discorso, passato in secondo piano in Italia, è stato letto come una prima rottura dell’unità nella trattiva da parte europea.

I casi sono due: o si tratta di un “Wishfull thinking” della stampa inglese, cioè di un desiderio, oppure effettivamente il governo Gentiloni, dopo le cocenti umiliazioni legate alla sede dell’EMA, ha deciso di battere un colpo. Personalmente propendo più sulla prima possibilità e comunque sbattere i pugnetti in una trattativa tutta in mano ai francesi ed a Bruxelles sarebbe inutile, dato che il governo è, tra l’altro, a scadenza.

 


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