Energia
BP fa marcia indietro: il picco del petrolio è lontano, la domanda crescerà fino al 2030
BP ribalta le previsioni: la domanda di petrolio non ha raggiunto il picco e continuerà a crescere fino al 2030. La colpa? Un’efficienza energetica globale deludente che favorisce il ritorno strategico del colosso britannico ai combustibili fossili.
La domanda globale di petrolio è destinata ad aumentare fino al 2030, a fronte di un aumento dell’efficienza inferiore alle aspettative, ha affermato giovedì BP nel suo 2025 Energy Outlook, in cui la supermajor abbandona la sua previsione dello scorso anno secondo cui la domanda di petrolio avrebbe potuto raggiungere il picco già quest’anno.
Nella nuova previsione, la major britannica del petrolio e del gas afferma che, secondo lo scenario “Current Trajectory”, uno dei due scenari esaminati, il consumo di petrolio continuerà a crescere per il resto del decennio, sebbene a un ritmo decrescente, prima di tornare al livello attuale entro il 2035.
La crescita della domanda sarà sostenuta dall’aumento dell’utilizzo in India e in altri paesi asiatici emergenti, grazie alla rapida crescita delle loro economie, parzialmente compensata dal continuo calo dei mercati sviluppati.
Spencer Dale, capo economista di BP, ha dichiarato nella prefazione alle prospettive: “Mi rendo conto che i cambiamenti nei modelli di efficienza energetica possono sembrare un po’ oscuri, ma ritengo che la debolezza sostenuta dei guadagni in termini di efficienza negli ultimi cinque anni sia stato uno dei fattori più importanti che hanno plasmato l’energia globale in questo periodo”.
La Mappa della Sete di Petrolio: Chi Tira e Chi Frena
La crescita della domanda non sarà uniforme. La geografia del consumo di greggio sta cambiando radicalmente, con dinamiche interessanti:
- Motori della crescita: L’aumento della domanda sarà trainato principalmente dall’India e da altre economie asiatiche emergenti. “In netto contrasto con l’ultimo decennio, durante il quale la Cina ha rappresentato circa la metà della crescita globale della domanda di petrolio, il consumo di petrolio della Cina sarà leggermente inferiore entro il 2035 nello scenario ‘Current Trajectory’”, ha affermato BP, che all’inizio di quest’anno ha riportato la sua attenzione sul suo core business della produzione di petrolio e gas e ha ridotto in modo significativo gli investimenti nei progetti di energia rinnovabile e biocarburanti.
- Freno a mano tirato: I mercati sviluppati, come Europa e Nord America, continueranno il loro lento ma costante calo dei consumi.
- La grande sorpresa: La Cina, che per un decennio è stata la locomotiva che ha rappresentato circa la metà della crescita della domanda globale, vedrà un consumo leggermente inferiore entro il 2035. Pechino sembra aver raggiunto un suo plateau, cambiando gli equilibri mondiali.
Una Previsione che “Cade a Fagiolo” per BP
In un importante ritorno al petrolio e al gas, BP ha dichiarato a febbraio che aumenterà i propri investimenti nel settore upstream del petrolio e del gas a 10 miliardi di dollari all’anno, mentre ridurrà la spesa per l’energia pulita di oltre 5 miliardi di dollari all’anno.
Nel settore upstream, BP punterà ad avviare 10 nuovi grandi progetti entro la fine del 2027 e altri 8-10 progetti entro la fine del 2030. Si prevede inoltre che la produzione crescerà fino a 2,3-2,5 milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno (boed) nel 2030, con una capacità di aumento fino al 2035.
Le ultime previsioni energetiche della supermajor sono in linea con la sua più recente strategia di puntare nuovamente sul petrolio e sul gas. Insomma, mentre il mondo discute di decarbonizzazione, BP si attrezza per produrre più greggio, puntando a 2,3-2,5 milioni di barili equivalenti al giorno nel 2030.
Domande e Risposte per i Lettori
1) Perché BP ha cambiato così radicalmente le sue previsioni sulla domanda di petrolio?
La ragione principale è il rallentamento dei progressi nell’efficienza energetica a livello globale. Negli ultimi cinque anni, il mondo non è riuscito a migliorare l’efficienza con cui utilizza l’energia al ritmo previsto. Questo significa che, per ottenere lo stesso livello di crescita economica, è necessaria più energia di quanto si sperasse. Nonostante la forte espansione delle rinnovabili come solare ed eolico, questa inefficienza di fondo mantiene alta la domanda di combustibili fossili, petrolio incluso, costringendo BP a posticipare la data del “picco del petrolio” di diversi anni.
2) Chi userà tutto questo petrolio se i Paesi sviluppati e la Cina ne consumano meno?
La crescita della domanda sarà trainata quasi interamente dalle economie emergenti, in particolare dall’India e da altri Paesi del Sud-est asiatico. Queste nazioni stanno vivendo una fase di rapida industrializzazione e crescita della classe media, che porta a un aumento della domanda di trasporti, beni di consumo e prodotti industriali, tutti settori fortemente dipendenti dal petrolio. In pratica, la “sete” di greggio si sta spostando geograficamente dall’Occidente e dalla Cina verso le nuove potenze economiche asiatiche, che guideranno il mercato per il prossimo decennio.
3) Questa nuova previsione significa che la transizione energetica è fallita?
Non necessariamente fallita, ma certamente più complessa e lenta di quanto previsto dalle narrazioni più ottimistiche. La previsione di BP non nega la crescita delle energie rinnovabili, ma evidenzia che, da sola, non è sufficiente a compensare la domanda energetica globale se non è accompagnata da robusti guadagni di efficienza. Indica che i combustibili fossili avranno un ruolo significativo per un periodo più lungo del previsto. La transizione energetica è in corso, ma la realtà mostra che il percorso sarà meno lineare e richiederà soluzioni pragmatiche che tengano conto della domanda reale.
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