Attualità
BOSNIA ERZEGOVINA: MONETA SOVRANA E PAESE IN FIAMME (LO ZAMPINO DELLA “GRANDE CORRUTTRICE” E DI FRENKEL)
La Bosnia Erzegovina è il paese dell’acqua, come una delle regioni più belle ed importanti della Polonia: la Terra dei laghi della Masuria.
Il paese ha un delicato equilibrio ambientale.
Un paese che potremmo definire: un Eden europeo!
Eppure il paese è in fiamme!
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Bosnia in fiamme, rivolta popolare contro le privatizzazioni
Venerdì, 07 Febbraio – Marco Santopadre
La rabbia popolare è esplosa quando migliaia di operai e disoccupati hanno cercato di irrompere in un palazzo governativo per parlare con i funzionari, incolpati della bancarotta di quattro aziende statali avvenuta a seguito della loro privatizzazione negli anni 2000-2008, ordinata dall’Unione Europea E GESTITA DA UN’IMPRESA TEDESCA.
Le quattro ex compagnie statali, tra cui fabbriche di mobili e di detersivi, impiegavano gran parte della popolazione della terza città della Bosnia. Le aziende furono vendute a proprietari privati, che a loro volta rivendettero le partecipazioni, smisero di pagare i lavoratori e presentarono l’istanza di fallimento. Ora circa 10 mila lavoratori si sono ritrovati senza nessuna occupazione e senza sussidio e ora chiedono un posto di lavoro o una pensione
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Oggi (due giorni fa per chi legge) esce il seguente pezzo:
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Bosnia Erzegovina: la rivolta
Andrea Rossini – 7 febbraio 2014
La protesta iniziata mercoledì dagli operai di Tuzla si è estesa a tutto il paese. A fuoco le sedi dei governi cantonali di Tuzla, Zenica e Sarajevo, dove è stata attaccata anche la Presidenza…..
…..Gli operai di Tuzla, mercoledì scorso, protestavano contro la chiusura di cinque grandi fabbriche, dichiarate fallite dopo essere state privatizzate, e chiedevano l’intervento delle istituzioni. La loro vicenda, però, è subito divenuta la scintilla che ha convogliato il malessere generale di un paese dove il tasso di disoccupazione ufficiale sfiora il 30%, ma quello giovanile sale al 60%. Una dimostrante di Tuzla, citata dai media locali, aveva subito dichiarato che “la gente non ha più da mangiare, ha fame, i giovani non hanno lavoro, non c’è più assicurazione medica, ai cittadini non sono garantiti i diritti elementari. Non può andare peggio di così.”…..
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L’economia Bosniaca, moneta sovrana ma a cambio fisso con l’euro, è entrata in recessione nel 2012 con una diminuzione del PIL reale dello 0,5%.
Nel 2015-2017, i GURU Europei prevedono una crescita sostenuta del PIL reale -secondo le previsioni del 3,1% medio annuo- supportata dalla domanda di beni dell’Eurozona e dei paesi limitrofi.
Che dite, ci crediamo?
L’inflazione è diminuita dal 2011 – quando il tasso annuo medio era 3,7% – soprattutto a causa della diminuzione dei prezzi delle materie prime (non-oil commodity) e dell’indebolimento della domanda interna. L’inflazione e’ stata del 2,2% nel 2012 ma da allora è disinflazione galoppante sotto l’obiettivo 2% in modo abbondante, sia grazie al controllo dei prezzi internazionali petroliferi, sia all’elevata disoccupazione, sia dagli abbondanti tagli ai salari del pubblico impiego!
Che dite, riprenderà l’occupazione con questa condizione base? Ce la facciamo una grassa risata?
Nel 2014-2017, il governo e i suoi consulenti speciali (la Troika) prevedono una modesta ripresa della domanda interna ed una graduale crescita globale nei prezzi delle materie prime dovrebbero alimentare la pressione inflazionistica, che potrebbe determinare un aumento dei prezzi pari al 3,1% in media all’anno.
La domanda di importazioni è destinata a rimanere debole nel 2013 poiché i consumi privati saranno non propriamente stagnanti, ma proprio negativi:
e la necessità di risanare i conti pubblici, perseguendo il pareggio di bilancio, limiterà i nuovi investimenti in infrastrutture.
Un aggravarsi della recessione nella zona euro incidererebbe ancor più negativamente sull’economia bosniaca!
E ora una chicca che accomuna la Bosnia all’Ucraina:
A partire dal 1 luglio 2013, le merci dirette verso la vicina Croazia, importante partner commerciale – a partire dai prodotti di origine animale e vegetale – dovranno rispondere ai requisiti della normativa europea e le aziende Bosniache non sono in pieno possesso dei requisiti e necessitano, pertanto, di cospicui ed insostenibili investimenti.
In base ad accordi con il FMI, per avere 405 milioni di euro di prestiti, la Bosnia Erzegovina dovrà assicurare:
– la sostenibilità e la stabilità dei conti pubblici attraverso il completamento del processo di privatizzazione, e abbiamo visto
sopra cosa ha comportato la privatizzazione delle 5 aziende più importanti del paese;
– una migliore disciplina fiscale ed una profonda riforma del sistema di sicurezza sociale.
Per quanto attiene la disciplina fiscale questi sono i livelli di tassazione:
Beh, come del resto ci saremmo attesi, in effetti le tasse sulle persone sono di gran lunga inferiori a quelli Italiane (posizionate su Irpef media del 23%).
Analogamente all’irpef, anche l’Irpeg non sembra elevata rispetto all’Italia (circa tre volte tanto).
A fine marzo 2013, la mancata adozione di provvedimenti in materia pensionistica ha determinato il blocco della terza tranche di finanziamento del FMI.
La riduzione o l’abolizione dei dazi doganali sulle importazioni dall’Unione Europea, fondamentale punto per godere dei contributi europei, continuerà a stimolare la concorrenza per i produttori locali.
Il processo (di totale smantellamento delle industrie del paese) sarà completato entro il 2017.
Ora, privatizzazioni, disinflazione, calo dei consumi, calo del pil, innalzamento delle tasse private, smantellamento del sistema produttivo locale, ecc. ecc., cosa hanno provocato e cosa provocheranno?
Due cose, fondamentalmente, sempre le stesse:
1) incremento del rapporto debito su pil
2) incremento del debito estero
Incremento del debito estero frutto, come al solito, di una bilancia commerciale negativa
Bilancia commerciale negativa frutto del fatto che non potendo svalutare la moneta sovrana (cambio rigido vi rammento) l’arbitraggio mercantile fa si che convenga (costano meno) importare beni dall’estero piuttosto che produrli nel paese.
Ed è per questo motivo che il paese dovrà necessariamente passare per un appesantimento del carico fiscale, il fine ultimo sarà quello di abbattere i consumi interni e ridurre i disavanzi della current account. Tale metodologia, oramai lo sappiamo, si chiama: FISCAL DETRENCHMENT. In Italia l’ha introdotto Mario Monti all’alba di quello che molti chiamano il golpettino con il quale è stato insediato al governo.
E non mi dite che il percorso sopra evidenziato non è il classico ed arcinoto percorso di crescita del debito estero tipico dei paesi diventati “credibili” di Bagnaiana memoria. In questo caso, esso dal 2008 addirittura è raddoppiato !
La Bosnia Erzegovina è nuovamente in fiamme, come la Croazia e la Slovenia. Di nuovo in guerra dopo pochissimi anni.
“I miei pantaloni sono un po’ logori,
e la tua gonna non è proprio da Via Veneto.
Ma noi non siamo a Roma,
noi siamo in guerra.”
(Ultimo tango a Sarajevo – Izet Sarajlić)
Maurizio Gustinicchi
Economia 5 Stelle
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