Euro crisis
Boris Johnson nuovo ministro degli esteri UK. Dream team con Theresa May a trattare con l’EU, Schauble sarà felicissimo…. E il pound affonda
Dedicato a chi credeva – o sperava – che Boris Johnson, l’Oxford boy autore di fatto del Brexit assieme al popolare Farage, fosse stato messo da parte: per lui si aprono addirittura le porte del Foreign Office! Certamente la notizia farà sbiancare qualcuno a Berlino, certamente Schauble sarà felicissimo… ironia naturalmente.
Ciò dimostra chiaramente che, come ha ben detto il primo ministro Theresa May, “Brexit is Brexit”. Epitaffio alle speranze di un walk back rispetto al referendum.
E quindi si andrà avanti per la strada tracciata, UK fuori dall’EU ed in diretta contrapposizioine con il progetto egemonico franco-tedesco per l’Europa del III millennio, primo passo la firma di accordi commerciali con i paesi del Commonwealth, con gli USA per uno special TTIP anglosassone, poi con l’India e con la Cina. Della serie, ha più bisogno l’Europa dei consumi e dei servizi oltre che delle relazioni britanniche che viceversa!! Non ci credete? Meditate sulle tabelle che seguono
E soprattutto, da domani, riprenderà la svalutazione della sterlina sull’euro, la vera arma finale contro la protervia franco-tedesca. Appunto, la special relation tra Berlino e Parigi dei nostri giorni è approssimabile a quella che ci fu con la Francia di Vichy quando le elites francesi preferirono un’alleanza con gli storici nemici tedeschi piuttosto che combattere e perdere. Come oggi. Ieri la battaglia era militare, oggi è economica. Come contraltare abbiamo finalmente una “dura” come la May a trattare con l’EU interessata a difendere gli interessi “centrali” ed un pungolo costante come Boris – assieme ad un suo fervente sostenitore, D. Davis, al ministero per l’implementazione del Brexit – a mettere in pratica gli accordi ed a dare il parere tecnico, la scuola diplomatica inglese è un esempio di pragmatismo, c’è da imparare… da domani Schauble avrà problemi di relazione ben più seri che trattare con Renzi per le banche italiane con lo scopo di negare costantemente flessibilità, per difendere gli interessi germanici…
L’Italia resta per ora impantanata in questa Europa che non cede sulla flessibilità nemmeno dopo il Brexit, la Germania non vuole cedere sulle regole ma solo trovare degli escamotage senza rendere sistematica la flessibilità, altrimenti tutti potrebbero accedervi e il gioco tedesco di approfittarsi dell’EU e dell’euro fallirebbe miseramente.
La Germania si sente più sicura senza inserire legalmente il concetto di flessibilità, sicura di togliere quel poco di ossigeno soprattutto alla ancora ricca Italia quando le acque post Brexit si saranno calmate, per potersi accaparrare i suoi ricchi ed ambiti assets a prezzi di realizzo.
Ben inteso, Cameron sta alla base del Brexit, ricordiamolo sempre: lo storico garante anglosassone dell’Italia si schierò ne 2010 con Francia e Germania interessate ad indebolire l’Italia nel post subprime, Italia che fu troppo vicina fu agli USA nelle guerre in Medio Oriente [contrariamente agli indirizzi franco-tedeschi, che erano contrari] e dunque approvò l’abbattimento a termine dell’unico suo alleato nell’EU diventata poi tedesca, magari sperando di mettere le mani su Libya ed ENI per salvare BP caduta in disgrazia – leggasi quasi fallita, encore – nel golfo del Messico.
Poi, quando Cameron realizzò che le regole europee venivano via via plasmate NON nell’interesse di tutti e men che meno britannico ma solo del blocco franco-tedesco decise di indire il referendum sul Brexit, che poi avvenne nei termini che conosciamo in quanto necessario per gli interessi della perfida Albione. Non mi stupirei di vedere l’ex Primo Ministro britannico ricoprire in futuro un ruolo di punta in qualche ente sovranazionale la cui nomina è in capo all’Europa, ad es. FMI nel post Lagarde, vedremo.
Con Boris al Foreign Office si cambierà registro, credetemi.
Scommettevo sul Brexit, ora scommetto su una prossima alleanza di Roma con Londra con l’appoggio decisivo del governo inglese e della Corona. Passando per un nuovo presidente USA.
Mitt Dolcino
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