Economia
Bologna: dove la Proprietà Privata è una gentile concessione del Sindaco Lepore
A Bologna i proprietari posso affittare solo a chi vuole il sindaco Lepore , che vuole vietare gli affitti brevi in centro. Chi paga per i danni?

Bologna, città nota per i suoi “limiti di velocità” a 30 km/h, si appresta a diventare anche la capitale italiana delle restrizioni abitative. L’amministrazione guidata dal sindaco dem Matteo Lepore, infatti, sta per varare nuove norme che limiteranno fortemente gli affitti brevi, dopo che a dicembre era già entrata in vigore una variante al regolamento urbanistico che introduceva una specifica destinazione d’uso (B3) per gli alloggi turistici.
L’obiettivo dichiarato è quello di “restituire abitazioni alle famiglie, ai lavoratori, agli studenti”, come afferma l’assessore regionale alla Casa, Giovanni Paglia. Siamo sicuri che i “Lavoratori”, al di là del solito pugno di privilegiati della ZTL, voglia vivere in un appartamento in centro dove avere un’auot è un privilegio? Non preferirebbero vivere in un quartiere accessibile, dove ci si può muovere in libertà e l’auto non è un privilegio per pochi?
Il Comune di Bologna vuole introdurre un limite agli affitti brevi in base ai quartieri. Maran da Bruxelles chiede di imporre canoni calmierati a tutti.
di @tobiadestefano ⬇️ https://t.co/GOboSP7NiY
— La Verità (@LaVeritaWeb) May 11, 2025
Poi, dietro le parole socialmente utili, la strada scelta è sempre la stessa: non fare qualcosa per i “poveri”, ma togliere e danneggiare qualcun altro. In questo caso, i proprietari di casa, che vedranno ulteriormente limitato il loro diritto di disporre del proprio bene.
Il Comune, infatti, sta studiando una “variante bis” che prevede di vietare tout court gli affitti brevi in centro storico e di incentivarli in periferia. Una logica che non fa altro che inasprire lo scontro tra residenti e turisti, e che rischia di desertificare il cuore della città, con conseguenze negative per il commercio e l’indotto.
Invece di pensare a calmierare i prezzi allargando le aree edificabili, servendole con servizi, utilizzando l’edilizia popolare o convenzionata, la via è sempre la stessa: rendere qualcuno più povero, per il vantaggio di qualcun altro…
Senza poi considerare che chi lavora, in modo sano e umile, in una fabbrica in periferia, non ha nessun desiderio di vivere in un appartamentino nel cuore di via d’Azeglio o via Indipendenza, perché, magari, non vuole impazzire la mattina per raggiungere il posto di lavoro. Magari desidera vivere in un luogo di facile mobilità. Invece no, questo gli viene vietato, perché il Sindaco preferisce diversamente.
Senza considerare che questa scelta porterà ad un crollo dei valori immobiliari in centro: il valore degli immobili non lo stabilisce il comune, ma il rendimento che gli stessi possono avere. Se non posso affittare ai turisti, il rendimento crollerà e così il valore degli immobili. Il Comune rimborserà la perdita di valore dei proprietari? Ne dubito.
La Regione Emilia-Romagna, guidata da giunte rosse da decenni, si appresta a dare ancora più potere ai Comuni in materia di affitti brevi, con una legge che consentirà di intervenire “strada per strada”. Un Far West che aggraverà l’incertezza e la confusione, e che non risolverà certo il problema abitativo.
Anzi, c’è da temere che la “soluzione” bolognese, come spesso accade quando c’è di mezzo la sinistra, peggiori la situazione. Come sottolinea il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, “queste crociate contro gli affitti brevi sono inutili e dannose: inutili perché non determinano il ritorno delle famiglie nei centri storici, dannose perché gli unici effetti sono la crescita del numero di case vuote e l’aumento del prezzo delle camere d’albergo”.
Con questa politica non si aiuta chi ha bisogno di un alloggio, si penalizzano i turisti e si depauperano i proprietari. Un mix disastroso perfetto, ma questa è la Bologna di Lepore, ricca di tram, povera di idee che creino veramente benessere.
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