Esteri
Bolivia: terapia d’urto del Presidente Paz. Stop ai sussidi sui carburanti (costavano 2 miliardi), ma forte aumento del salario minimo. Fine dell’era Morales
Bolivia sotto shock: addio alla benzina a 50 centesimi. Il Presidente Paz elimina i sussidi storici per salvare il bilancio, ma alza i salari a 474 dollari. La fine dell’era Morales e la nuova scommessa economica.

È finita l’epoca dell’immobilismo e, forse, anche quella delle illusioni finanziarie a La Paz. Il neo-presidente boliviano Rodrigo Paz Pereira, in carica dallo scorso 8 novembre 2025, ha deciso di prendere il toro per le corna dichiarando lo stato di “emergenza economica, finanziaria, energetica e sociale“. Una mossa drastica, necessaria per risvegliare un’economia che, dopo vent’anni di gestione socialista targata Morales e Arce, si ritrova a fare i conti con la realtà.
La nuova amministrazione democristiana ha optato per una strategia che potremmo definire di pragmatismo sociale: si tagliano gli sprechi sistemici, ma si cerca di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. Una manovra rischiosa, ma inevitabile.
Basta carburante “politico”: i numeri del cambiamento
Per due decenni, la Bolivia ha vissuto in una bolla energetica, mantenendo il prezzo del carburante fisso a circa 0,53 dollari al litro. Una politica che costava alle casse dello Stato oltre 2 miliardi di dollari l’anno. Una cifra insostenibile per un paese che soffre di una cronica carenza di dollari e di un settore energetico al collasso.
Paz Pereira è stato chiaro, forse anche brutale nella sua onestà: il paese non può più operare “con le norme degli ultimi 20 anni”. Bisogna essere onesti sugli idrocarburi.
Ecco come cambiano i prezzi alla pompa, in una tabella riassuntiva che evidenzia il salto rispetto al passato:
| Tipologia | Nuovo Prezzo (USD/Litro) | Note |
| Benzina Speciale | $ 1,00 | Raddoppio circa del prezzo precedente |
| Benzina Premium | $ 1,58 | Allineamento ai prezzi internazionali |
| Diesel | $ 1,40 | Cruciale per i trasporti |
| Gas per cucina | Invariato | Tutela per le famiglie più povere |
La decisione di mantenere invariato il prezzo del gas per uso domestico è il segnale politico più forte: si colpisce il consumo, non la sussistenza. Inoltre, per stabilizzare il settore, il governo ha rimosso il diesel dalla lista delle sostanze controllate, facilitando l’importazione privata per l’agroindustria e i trasporti. Un tocco di liberalizzazione che dovrebbe alleviare le carenze croniche.
Il controllo strettissimo dei prezzi sovvenzionati era ormai diventato quasi più un problema che un vantaggio: diventava difficile trovare carburante, mentre le frodi alimentavano un ricco mercato nero che, ora, perde significato.
Salari in su per battere l’inflazione, almeno per i poveri
Se da un lato si toglie il sussidio distorsivo, dall’altro si inietta liquidità nelle tasche dei lavoratori. Per compensare l’inevitabile fiammata inflattiva causata dal caro-benzina, il governo ha annunciato un aumento significativo del salario minimo nazionale.
A partire dal 2 gennaio 2026, il salario passerà da 395 a 474 dollari, un incremento del 20%.
Si tratta di un incremento sostanziale, accompagnato dal potenziamento delle reti di sicurezza sociale. L’obiettivo dichiarato è quello di “stabilizzare l’economia, proteggere le famiglie boliviane e crescere producendo”. Non si tratta di semplice austerità, ma di un riequilibrio: si spostano risorse dai sussidi generalizzati (che premiavano anche chi non ne aveva bisogno e favorivano il contrabbando verso i paesi vicini) al sostegno diretto dei redditi.
L’eredità pesante e il futuro
Il Presidente non ha usato mezzi termini nel descrivere la situazione ereditata dalle precedenti amministrazioni di Evo Morales e Luis Arce Catacora, parlando di “20 anni di saccheggio e spreco” e definendo la situazione attuale come una “fogna di dimensioni straordinarie”.
La scommessa di Paz è puramente politica ed economica: dimostrare che si può gestire lo Stato con razionalità, senza affamare il popolo, ma smettendo di drogare il mercato con prezzi artificiali. Se l’aumento salariale riuscirà a coprire l’aumento del costo della vita, la Bolivia potrebbe aver trovato la via d’uscita dal populismo economico. Se l’inflazione dovesse galoppare oltre le previsioni, la scommessa si farà molto più azzardata. Come in Argentina, i risultati delle politiche si vedranno solo ex post e non sono completamente prevedibili.
Domande e risposte
Perché il governo ha eliminato i sussidi proprio ora?
La situazione era diventata finanziariamente insostenibile. Il costo dei sussidi, pari a oltre 2 miliardi di dollari annui, stava drenando le riserve statali, contribuendo alla carenza di dollari e di carburante stesso. Il presidente Paz ha ritenuto che non fosse più possibile operare con regole vecchie di vent’anni che non rispecchiavano più la realtà economica del mercato energetico globale e le capacità fiscali della Bolivia.
L’aumento del costo della benzina colpirà le famiglie più povere?
Il rischio c’è, poiché l’aumento dei carburanti si riflette su tutti i beni trasportati. Tuttavia, il governo ha cercato di mitigare l’impatto con due misure: mantenendo invariato il prezzo del gas da cucina (fondamentale per le famiglie a basso reddito) e aumentando significativamente il salario minimo (da 395 a 474 dollari) a partire da gennaio 2026, oltre a rafforzare le reti di sicurezza sociale.
Qual è la differenza politica rispetto al passato?
Si tratta di un cambio di paradigma netto. Le amministrazioni precedenti (Morales e Arce) puntavano su un forte controllo statale dei prezzi e sussidi generalizzati, spesso a costo di disquilibri macroeconomici. La nuova amministrazione democristiana punta a un riequilibrio: prezzi più realistici e di mercato per le merci (come la benzina) e liberalizzazioni mirate (importazione diesel privata), bilanciati però da un intervento statale diretto sul lato dei redditi e dei salari.








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