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bandiera bianca

Gli impietosi dati rilasciati negli ultimi giorni, concernenti la produzione industriale (-2,5%), i consumi e l’export (4,5%), fanno da corollario alle varie revisioni contabili sul PIL italiano. Dapprima la Banca d’Italia, seguita a ruota da altre agenzie private e non e per ultimo il FMI ci dicono che  il prodotto interno lordo italiano sarà MOLTO  al di sotto delle stime: nel novembre 2013 si parlava di un +1.1% che ad Aprile 2014 era già stato rivisto in ribasso a +0,8%, adesso i più ottimisti lo indicano ad un modestissimo +0,3%, mentre da via dell’Astronomia, quelli di Confindustria ci dicono che sarà piatto.

Io spiazzo tutti e dico che il PIL nostrano sarà ancora in calo, e vedremo “puntualmente” già da settembre i soliti istituti che lo rivedranno, come al solito, al ribasso e, forse, già con il segno – davanti: personalmente ritengo che calerà variabilmente da -0,5 a -1%. La variabile è inerente a quanto la nostra malandata industria riuscirà ancora ad esportare extra-UE, dal momento che sia nella EZ che, soprattutto, in Italia i consumi languono e, visto l’andazzo, non potrebbe essere diversamente.

Un governo, quello italiano, che si è speso tutto sull’ottimismo renziano, facendo i conti senza dell’oste (PIL in ribasso): credevano davvero di poter riavviare i consumi con l’obolo messo in busta paga ad un milione di lavoratori. Adesso dovranno anche loro fare revisioni, ovvero dovranno pensare da dove tirar fuori i 13/15 miliardi che a mio modo di vedere mancano già all’appello. Padoan continua a blaterare che non ci saranno manovre aggiuntive, facendo i classici scongiuri di rito: ma noi ben sappiamo che il potere degli scongiuri non basta, così come non è bastato (e non basterà) l’ottimismo di rito.

L’agenzia per il turismo e federalberghi ci fanno notare che le presenze sono in calo con ribassi a doppia cifra in tutta la penisola (nonostante i turisti extra-UE siano aumentati notevolmente), il CCISS ci dice che di “bollini neri” sulle strade italiane ce ne sarà (forse) solo uno, mentre noi tutti possiamo notare che ristoranti e locali sono desolatamente vuoti. C’è aria di smobilitazione, altro che ripresa! I fortunati che potranno fare le agognate ferie avranno molto più spazio del solito e  costi al di sotto degli scorsi anni.

I salari italiani, nell’ultimo anno, sono cresciuti appena del 1,2%: per trovare un dato simile bisogna ritornare indietro al lontano 1982.

Dal 2007 ad oggi ha chiuso i battenti oltre il 25% delle attività. Quest’anno la media di chiusure giornaliere supera abbondantemente le 500 unità e nei prossimi 6/12 mesi chiuderà un altro 30% di quelle che stanno ancora resistendo: NON vi è alcun motivo perché le cose possano migliorare. L’immobilismo del C.I.M. di Bruxelles sta mandando a ramengo un intero continente: presto sarà troppo tardi (se non lo è già) per qualsivoglia intervento di natura monetaria e scenderanno giù per il tubo anche la Germania e le altre economie non ancora totalmente compromesse. La “sfida” che ci è stata imposta alla Cina & company è PERDUTA. A meno che non si auspichi un TALE ridimensionamento dei salari in grado di pareggiare quelli cinesi, facendoci ritornare come per INCANTO nuovamente “competitivi” sul mercato globale.

Più volte ho detto che il FMI avrebbe dovuto rivedere al ribasso anche le stime sul PIL globale e oggi è accaduto: da +3,7% a +3,4%. Chi vuole scommettere che a breve saranno riveste ancora al ribasso?

Roberto Nardella.


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