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Blackstone e la rapina al Corriere della Sera di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

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Il 5 febbraio la prima pagina del Financial Times titolava “Blackstone in guerra con tycoon dei media italiano. Lo scontro fa tremare l’establishment finanziario di Milano”.

Il conflitto è tra Urbano Cairo, neo proprietario di RCS/Corriere della Sera, e il mega fondo di investimento Blackstone, con in mezzo in particolare Banca Intesa, tramite banca IMI. Quello che sorprende la stampa estera è che Cairo porti in tribunale gli americani per “Usura”, cioè per aver sostanzialmente derubato il gruppo editoriale del Corriere della Sera con la complicità, di fatto, di Banca Intesa (e altri soci importanti della crema della finanza italiana). Da New York invece lo accusano di “estorsione” per voler annullare, ad anni di distanza, un regolare contratto di cessione. La stampa finanziaria estera è spiazzata dall’audacia di questo italiano che sfida Blackstone, la quale assieme a Goldman Sachs e JP Morgan è una delle tre più potenti istituzioni finanziarie americane.

La storia è semplice. Cinque anni fa RCS era in crisi per aver investito 1,1 miliardi in un gruppo spagnolo che in pochi anni si era ritrovato valere solo 300 milioni. E le banche italiane erano in grosse difficoltà a seguito della crisi finanziaria globale di Lehman Brothers del 2008, seguita da noi dalla crisi dello “spread” del 2012 e dai disastri del governo Monti. A differenza che in tutti gli altri Paesi occidentali, in Italia non c’era stato l’intervento dello Stato che altrove le aveva alleggerite di crediti marci.

Banca Intesa, allora uno dei principali azionisti di RCS tramite Banca Imi che le appartiene, d’accordo con altri azionisti di controllo come John Elkann e Pesenti, costrinse RCS a svendere a Blackstone per 120 milioni uno dei palazzi storici più importanti e di prestigio in Italia. Per poi riaffittarlo da Blackstone a 10,3 milioni l’anno. In 12 anni Blackstone poteva così rientrare dell’investimento, cosa mai vista per un immobile in Italia o altrove. Blackstone lo rivendeva per 250 milioni ad Allianz, incassando così più di 300 milioni per un investimento di 120 milioni.

Anche chi non sia particolarmente ferrato negli affari può notare che si tratta di uno scandalo, dal momento che stiamo parlando di un patrimonio immobiliare di valore storico che è stato svenduto a meno della metà del suo pezzo.

Il ragionamento di Cairo è semplice: se l’affitto è 10,3 milioni l’anno allora l’immobile valeva almeno 20 volte tanto e cioè più di 200 milioni, dato che gli immobili di qualche prestigio costano almeno 20 volte l’affitto. Non è neanche possibile che in cinque anni di crisi il suo valore sia lievitato da 120 a 250 milioni visto che il mercato immobiliare italiano è sempre stato fermo da allora.

Per motivi legali e tattici Cairo non si rivale sui soci di maggioranza di allora che firmarono la cessione o su Banca Intesa che la spinse, ma è ovvio che andando in tribunale con Blackstone per far annullare il contratto di cessione li mette in forte imbarazzo. Cairo – gli va dato merito – sta difendendo non solo i suoi interessi di azionista di RCS, ma anche quelli della nostra Povera Patria spolpata ogni giorno da banche, fondi e multinazionali estere che approfittano della crisi senza fine dell’economia italiana. Il palazzo del Corriere è qualcosa che ha visto chiunque sia stato a Milano, un monumento storico, in cui il più importante giornale italiano risiede da un secolo. Che il gruppo del Corriere lo ceda in fretta ad un fondo speculativo USA per 120 milioni cinque anni fa e oggi passi di mano a dei tedeschi per 250 milioni è uno scandalo colossale.

Quando i giornalisti del gruppo RCS vengono licenziati devono ringraziare gli oltre 100 milioni di euro regalati a questi avvoltoi della finanza, con la complicità di famiglie come gli Agnelli e i Pesenti e la spinta di Banca Intesa. Nel mezzo del disastro dell’economia Italia, smembrata e svenduta all’estero ogni giorno che passa, da Fiat a Magneti Marelli, da Ilva a Parmalat e a BNL, a noi come italiani non ci resta questa volta che fare il tifo per Cairo.


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