Economia
Blackout Spagna: Il Governo accusa tutti per non Incolpare nessuno. Ma la politica vince sulla realtà
Dopo il catastrofico blackout in Spagna, il governo incolpa tutti. Ma chi è il vero responsabile? Scopri l’analisi del gioco politico messo in atto per nascondere le colpe del sistema.

Un disastro che ha lasciato 60 milioni di persone al buio tra Spagna e Portogallo. Un’indagine durata 49 giorni. E alla fine, un verdetto che suona più come una manovra politica che come una vera assunzione di responsabilità. Il governo spagnolo, per bocca del ministro dell’Energia Sara Aagesen, ha distribuito la colpa del catastrofico blackout di aprile tra l’operatore di rete e le compagnie elettriche. Una mossa astuta per diluire le colpe, salvando la faccia dell’autorità di settore e, in ultima analisi, del governo stesso.
La Versione Ufficiale: “Cattiva Pianificazione” e “Errori” diffusi
Secondo la ricostruzione ufficiale, il blackout del 28 aprile è stato innescato da una combinazione letale di fattori. Il ministro Aagesen ha parlato di “cattiva pianificazione” da parte di Red Eléctrica, l’operatore della rete di trasmissione spagnola (l’equivalente della nostra Terna). La colpa? Non aver sostituito un impianto convenzionale (a gas o nucleare) che era essenziale per la regolazione della tensione e che si era reso indisponibile all’ultimo minuto. “Ci hanno detto di aver fatto i loro calcoli e di aver stimato che non fosse necessario,” ha dichiarato il ministro, puntando di fatto il dito contro una decisione tecnica cruciale ma errata dell’operatore.
Ma il governo non si è fermato qui. Per non caricare eccessivamente Red Eléctrica, ha allargato il cerchio dei colpevoli all’intero settore della produzione. Molte centrali elettriche, secondo l’indagine, si sarebbero disconnesse “impropriamente” dalla rete per proteggere i propri impianti da uno sbalzo di tensione. Inoltre, non avrebbero svolto correttamente il loro compito di “assorbire” la cosiddetta potenza reattiva, un elemento tecnico fondamentale per mantenere stabile la tensione sulla rete. Il ministro ha evitato accuratamente di fare nomi, nascondendosi dietro un velo di “riservatezza”, una mossa che apre la strada a una valanga di contenziosi legali e richieste di risarcimento, ma che nell’immediato lascia tutto nel vago.
Iberdrola, uno dei maggiori produttori, non c’è stata a prendersi la colpa ed ha affermato che ricorrerà a vie legali per far emergere la realtà dei fatti, cioè che tutto deriva dall’incapacità di programmazione di REE, il gestore del sistema.
L’Analisi nascosta: i produttori seguono solo le regole del Sistema
Ed è qui che emerge il vero gioco politico. Il ministro spagnolo, descrivendo un quadro di colpa collettiva, omette un dettaglio fondamentale: le società di produzione energetica non agiscono in un vuoto normativo. Al contrario, operano seguendo pedissequamente le direttive, i regolamenti e le disposizioni tecniche imposte proprio da Red Eléctrica e, a monte, dal governo.
Accusare i produttori perché i loro impianti si sono disconnessi automaticamente per proteggersi, o perché non hanno assorbito potenza reattiva come previsto, è come incolpare i vagoni di un treno se il macchinista sbaglia manovra. Le centrali sono programmate per rispondere a determinate condizioni di rete secondo protocolli stabiliti dall’autorità. Se il sistema, nel suo complesso, non è stato in grado di gestire un’anomalia (originata, pare, da un impianto solare), la responsabilità primaria non può che ricadere su chi quel sistema lo progetta, lo gestisce e lo regola: l’operatore di rete e il ministero che lo supervisiona.
Il governo, allargando la colpa, ha deliberatamente evitato di mettere sul banco degli imputati la propria creatura, Red Eléctrica, e di conseguenza le proprie politiche energetiche. Ammettere un fallimento così catastrofico dell’autorità di rete sarebbe stata un’ammissione di colpa diretta per l’esecutivo guidato da Pedro Sánchez.
Conclusione: La Politica ha Vinto, la Verità Perde
La conclusione dell’indagine spagnola è un capolavoro di democristiana memoria: la colpa è di tutti, quindi non è di nessuno. Le tre principali utility spagnole – Iberdrola, Endesa e Naturgy – e Red Eléctrica sono impegnate in una “guerra di parole” che ora si sposterà nelle aule dei tribunali. Ma a livello politico, il governo ha ottenuto la sua vittoria: ha controllato la narrazione, ha evitato di ammettere i propri errori e ha scaricato le responsabilità su attori che, in fin dei conti, non fanno altro che eseguire gli ordini. Il blackout che ha messo in ginocchio la penisola iberica non è stato solo un guasto tecnico, ma la dimostrazione che, di fronte a un disastro, la politica preferirà sempre sacrificare la verità sull’altare della propria sopravvivenza.
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