Seguici su

Attualità

Scontro Biles-Gaines: il dibattito transgender scuote lo sport USA

Lo scontro tra Simone Biles e Riley Gaines sull’inclusione transgender nello sport accende il dibattito negli USA. Da ginnastica a scherma, le federazioni rivedono le regole. Scopri i dettagli su Scenari Economici.

Pubblicato

il

Lo scontro tra la ginnasta olimpica Simone Biles e l’attivista Riley Gaines ha acceso un dibattito infuocato sull’inclusione degli atleti transgender negli sport femminili, coinvolgendo non solo la ginnastica ma anche altre discipline.

Tutto è iniziato quando Biles ha criticato Gaines per un commento su una giocatrice transgender di softball, Marissa Rothenberger, che ha guidato la sua squadra a un titolo statale in Minnesota.

Gaines ha definito “ragazzo” la giocatrice, suscitando la reazione di Biles, che l’ha accusata di essere “malata” e di non sostenere gli atleti transgender. Biles ha aggiunto: “Fai il bullo con qualcuno della tua taglia, ironicamente un uomo”.

Il confronto è diventato virale su X, dominando le tendenze e generando un acceso dibattito pubblico. USA Gymnastics, nel frattempo, sembra aver rimosso dal proprio sito le pagine relative alle politiche di eligibilità transgender, che in precedenza consentivano agli atleti di competere nella categoria del genere scelto senza obbligo di riassegnazione chirurgica o terapia ormonale. I link, ancora presenti nei risultati di ricerca, ora restituiscono errori 404, e le linee guida non appaiono più nella sezione governance del sito, come confermato da archivi di Wayback Machine.

Il caso non è isolato. Anche altre federazioni sportive negli Stati Uniti stanno rivedendo le proprie politiche sull’inclusione transgender, sotto la pressione di proteste e interventi politici. USA Track and Field (USATF) ha recentemente aggiornato le sue linee guida, allineandosi alle norme di World Athletics, che vietano agli atleti che hanno attraversato la pubertà maschile di competere nelle categorie femminili, abbandonando il precedente riferimento alle politiche del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), più permissive.

Nel frattempo, USA Fencing ha annunciato ad aprile un possibile cambiamento delle sue regole, prevedendo che le categorie femminili saranno riservate esclusivamente alle atlete di sesso biologico femminile, in risposta a proteste come quella della schermitrice Stephanie Turner contro un avversario transgender. La federazione ha dichiarato che aggiornerà le politiche solo se “costretta” da organismi di controllo o leggi federali.

Il dibattito si inserisce in un contesto politico più ampio. A febbraio, l’ex presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per vietare agli atleti transgender di competere negli sport femminili, riflettendo un’opinione pubblica sempre più critica. Un sondaggio del New York Times/Ipsos ha rivelato che il 79% degli americani, inclusa una maggioranza di democratici (67%), è contrario alla partecipazione di atleti biologicamente maschi nelle competizioni femminili.

La controversia tra Biles e Gaines evidenzia una tensione crescente tra inclusività e tutela delle categorie sportive femminili. Mentre Biles difende l’inclusione, Gaines, appoggiata da molti atleti e attivisti, insiste sulla necessità di proteggere l’equità competitiva. Questo scontro, partito dalla ginnastica, si sta estendendo ad altre discipline, spingendo le federazioni a riconsiderare le proprie politiche in un clima di crescente polarizzazione. recentemente la federazione della Boxe ha deciso di obbligare a  una verifica del sesso prima dei maggiori tornei.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento