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Biden non scarta la possibilità di intervenire direttamente a Taiwan in caso di invasione cinese

L’affermazione è stata fatta al Time. Biden pensa di essere un crociato nella guerra contro l'”Asse del male”

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Joe Biden

Il Presidente Biden ha affermato di “non escludere” la possibilità di intervenire con gli stivali a Taiwan, nell’ipotesi di una futura invasione cinese. Sebbene questo tipo di risposta non sia una novità quando ai politici americani vengono poste domande ipotetiche sul futuro di Taiwan, arriva in un momento di tensione, quando un falco anti-Pechino, Lai Ching-te, è appena salito alla presidenza di Taiwan.

In un’intervista rilasciata martedì alla rivista Time, a Biden è stato chiesto quale sarebbe la sua risposta come comandante in capo se l’esercito cinese PLA dovesse attaccare l’isola autogovernata. “Dipenderebbe dalle circostanze“, ha risposto il presidente. “Stiamo continuando a fornire capacità… E ci siamo consultati con i nostri alleati nella regione”.

Ma poi ha spiegato che non “esclude l’uso della forza militare statunitense” sul terreno. Ha anche detto che ci sono altre opzioni sul tavolo che non può rivelare. E ha aggiunto: “Mi critichereste a ragione se ve lo dicessi”.

Di seguito riportiamo l’estratto dell’intervista rilasciata al Time in cui Biden è stato interrogato sull’esercizio dell’opzione militare:

Durante i suoi 40 mesi di mandato, gli eventi hanno messo alla prova la visione di Biden della leadership americana nel mondo. Le alleanze non sono state sufficienti per vincere una nuova guerra europea in Ucraina. Il potere e l’influenza degli Stati Uniti non hanno impedito una catastrofe umanitaria in Medio Oriente, segnata da presunti crimini di guerra. Putin sta cercando di mettere insieme un asse di autocrati da Teheran a Pechino.

In Cina, gli Stati Uniti affrontano un avversario potenzialmente alla loro altezza in termini di potenza economica e militare, intenzionato a distruggere l’ordine globale americano. Il presidente Xi ha detto ai suoi militari di essere pronti a invadere Taiwan entro il 2027, secondo i funzionari statunitensi, sollevando la possibilità di un oscuro analogo della Normandia in Asia. Biden non esclude l’invio di truppe per difendere Taiwan in caso di attacco da parte della Cina, dicendo: “Dipenderebbe dalle circostanze”.

Dobbiamo notare che l’affermazione della pubblicazione secondo cui la Russia di Putin starebbe cercando di “mettere insieme un asse di autocrati da Teheran a Pechino” è un po’ esagerata e priva di sfumature. Potremmo definirla tranquillamente grezza e strumentale, da utilizzare nella campagna elettorale.

Ormai la politica estera, anche americana, viene utilizzata soprattutto per finalità elettorali, nel tentativo sempre più disperato di restare agganciati al potere.

 


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