Energia
Biden in uscita blocca le trivellazioni offshore in 250 milioni di ettari di mare. Un sabotaggio per Trump
Biden emette un memorandum presidenziale che blocca la possibilità di trivellazione, sena termine, in 250 milioni di ettari di mare, che circonda gli USA. Un chiaro sabotaggio politico contro il suo successore
Lunedì l’amministrazione Biden ha messo fuori legge più di 625 milioni di acri, 250 milioni di ettari, di aree costiere statunitensi per le trivellazioni offshore, con una mossa che il presidente entrante Donald Trump potrebbe trovare difficile da annullare. Un ultimo tentativo di sabotaggio delle attività del futuro presidente.
Il Presidente Joe Biden, avvalendosi dell’autorità conferitagli dalla Sezione 12(a) dell’Outer Continental Shelf Lands Act, ha emesso due memorandum presidenziali per proteggere tutte le aree della piattaforma continentale esterna degli Stati Uniti al largo delle coste orientali e occidentali, del Golfo del Messico orientale e di ulteriori porzioni del Mare di Bering settentrionale in Alaska da future locazioni di petrolio e gas naturale.
Il ritiro di tutte queste aree dalle locazioni federali di petrolio e gas offshore non ha una data di scadenza. Inoltre, la Casa Bianca ha dichiarato di aver vietato tutte le future locazioni di petrolio e gas naturale nelle aree ritirate.
Le aree vietate alle trivellazioni sono l’intera costa atlantica orientale degli Stati Uniti e il Golfo del Messico orientale, la costa del Pacifico lungo la California, l’Oregon e Washington e la parte rimanente dell’area di resilienza climatica del Mare di Bering settentrionale in Alaska.
In una dichiarazione, il Presidente Biden ha commentato,
“La mia decisione riflette ciò che le comunità costiere, le imprese e i frequentatori delle spiagge sanno da tempo: le trivellazioni al largo di queste coste potrebbero causare danni irreversibili a luoghi a noi cari e non sono necessarie per soddisfare il fabbisogno energetico della nostra nazione”.
Biden ha anche invocato il disastro della Deepwater Horizon del 2010 nel Golfo del Messico, definendolo “un solenne promemoria dei costi e dei rischi delle trivellazioni offshore per la salute e la resilienza delle nostre coste e della pesca, e sottolinea l’importanza delle protezioni legali che sto mettendo in atto oggi”.
L’American Petroleum Institute (API) ha definito la decisione di Biden come l’ennesima mossa politicamente motivata dell’amministrazione uscente.
“Gli elettori americani hanno inviato un chiaro messaggio a sostegno dello sviluppo dell’energia nazionale, eppure l’attuale amministrazione sta utilizzando gli ultimi giorni di mandato per consolidare il suo impegno a fare tutto il possibile per limitarlo”, ha dichiarato il presidente e amministratore delegato dell’API Mike Sommers.
“Esortiamo i politici a utilizzare ogni strumento a loro disposizione per revocare questa decisione politicamente motivata e ripristinare un approccio energetico favorevole all’America nel leasing federale”, ha aggiunto Sommers.
Il prossimo Presidente Trump, nel frattempo, ha già reso note le sue priorità in materia di politica energetica degli Stati Uniti: il sostegno ai combustibili fossili e l’abrogazione di alcune delle misure orientate all’ambiente del Presidente Biden, tra cui la pausa sulle nuove autorizzazioni per il GNL e le vendite minime possibili di leasing di petrolio e gas offshore imposte dal Congresso.
Nello stesso tempo però dovrà utilizzare tutte le capacità legali del proprio team per riuscire ad aggirare le trappole legali messe in atto dagli ultimi passi dell’amministrazione Biden, che sta avvelenando tutti i pozzi, in ogni campo, proprio negli ultimi giorni del proprio mandato.
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