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Economia

L’era post Buffett è un disastro per la Berkshire Hathaway: forti perdite nel secondo trimestre

 Una svalutazione shock da quasi $4 miliardi sull’investimento in Kraft Heinz e un crollo del titolo in borsa segnano un’alba turbolenta per il colosso finanziario, proprio mentre il suo leggendario leader si prepara a passare il testimone. Il mercato sembra aver già emesso il suo verdetto.

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L’annuncio dell’addio di Warren Buffett alla guida di Berkshire Hathaway sta proiettando un’ombra pesantissima sul futuro del suo impero. I risultati del secondo trimestre sono stati devastati da una drammatica svalutazione da $3,8 miliardi legata all’investimento in Kraft Heinz, un colpo durissimo che suona come un’ammissione di fallimento per uno degli accordi più significativi siglati dall’Oracolo di Omaha nel 2015.

Questo non è un fulmine a ciel sereno, ma la conferma di un problema cronico. È la seconda volta che Berkshire è costretta a svalutare la sua partecipazione nel gigante alimentare, noto per il Ketchup Heinz e il formaggio Kraft, dopo un primo taglio da $3 miliardi già effettuato nel 2019.

Quotazione Berkshire Hathaway

La situazione di Kraft Heinz è talmente critica che l’azienda sta esplorando la possibilità di uno “spezzatino”  per tentare di risollevarne il valore. Le azioni della società hanno avuto una performance disastrosa, nettamente inferiore al mercato, fin da quando l’investitore miliardario orchestrò la fusione tra Heinz (all’epoca di proprietà di Berkshire e del gruppo 3G Capital) e la quotata Kraft.

Nella sua comunicazione ufficiale di sabato, la holding di Omaha ha dichiarato di aver “considerato la capacità e l’intenzione di mantenere l’investimento fino a quando il fair value non supererà il valore di carico, l’entità e la durata del calo del fair value, nonché i risultati operativi e la condizione finanziaria della società” nel decidere di procedere con la svalutazione.

In termini brutali, Berkshire ha tagliato il valore contabile della sua quota del 27,4% in Kraft Heinz a $8,4 miliardi, un crollo rispetto ai $13,5 miliardi di fine primo trimestre. Un buco di circa $5 miliardi che ha ridotto gli utili totali di $3,8 miliardi.

Quotazione di Kraft

L’effetto addio: il mercato punisce Berkshire

Ma il dato più allarmante, che lega le difficoltà attuali direttamente alla fine di un’era, è la reazione del mercato all’annunciato passo indietro di Buffett.

Dal giorno in cui Buffett ha comunicato la sua intenzione di lasciare la carica di Amministratore Delegato a fine anno, il prezzo delle azioni di Berkshire Hathaway ha sottoperformato pesantemente l’indice di riferimento S&P 500. Le azioni di classe A, quelle con maggior peso, sono crollate del 12% da maggio, a fronte di un guadagno del 10% registrato dall’indice S&P 500 nello stesso periodo. Un segnale inequivocabile di sfiducia da parte degli investitori.

Una montagna di liquidità e l’inazione

Il nervosismo è palpabile anche nelle strategie di investimento. Il conglomeratoha venduto azioni per un netto di $3 miliardi nel trimestre, l’undicesimo trimestre consecutivo in cui le vendite superano i nuovi investimenti. Questo, in un periodo di forte volatilità ma che ha visto l’S&P 500 raggiungere nuovi massimi, suggerisce che l’Oracolo di Omaha non veda opportunità degne di nota.

La posizione di cassa di Berkshire è scesa leggermente a $344 miliardi, ma al netto di un’operazione tecnica su debito governativo, la liquidità è in realtà aumentata di quasi $11 miliardi. Una montagna di denaro che resta ferma e non rende, qualcosa che Buffett avrebbe odiato.

“I saldi di cassa di Berkshire rimangono elevati poiché Buffett è rimasto alla finestra”, ha commentato Kyle Sanders, analista di Edward Jones. A conferma di questa paralisi, la società non ha riacquistato nemmeno una delle proprie azioni, per il quarto trimestre consecutivo.

Le Crepe nell’Impero

Le difficoltà non si limitano a un singolo investimento sbagliato. Gli utili operativi delle varie controllate, dalle industrie alle ferrovie, sono scesi del 3,8% a $11,2 miliardi. La redditività del suo core business assicurativo è crollata del 12%. I ricavi della sua divisione ferroviaria, BNSF, sono aumentati solo marginalmente.

Queste crepe si aprono proprio mentre si prepara la successione. Greg Abel, che supervisiona tutte le attività non assicurative, diventerà il nuovo CEO dal 1° gennaio 2026. Il compito che lo attende, come dimostrano questi numeri impietosi, appare a dir poco titanico.


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