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Economia

Il Belgio reintroduce i controlli alle frontiere: l’Europa verso la fine della libera circolazione?

Un altro schiaffo all’Italia: il Belgio reintroduce i controlli di frontiera per fermare i migranti. Mentre Roma è obbligata all’accoglienza, Bruxelles chiude le porte. È la fine di Schengen?

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Il Belgio ha annunciato l’intenzione di reintrodurre controlli mirati alle frontiere a partire da quest’estate, seguendo l’esempio di Germania e Paesi Bassi. L’obiettivo, dichiarato dalla Segretaria di Stato per le Migrazioni Anneleen Van Bossuyt, è contrastare l’immigrazione clandestina e il fenomeno dell’“asylum shopping”. I controlli si concentreranno su autostrade, servizi di autobus, treni e voli intraeuropei provenienti da paesi ad alta pressione migratoria, come Italia e Grecia.

Il Primo Ministro belga Bart De Wever, leader di un governo di centro-destra in carica da febbraio, ha posto la lotta all’immigrazione tra le priorità assolute. “Il Belgio non sarà più una meta per chi viene fermato altrove”, ha ribadito Van Bossuyt su X, sottolineando un approccio intransigente.

Questa mossa si inserisce in un contesto europeo di crescente chiusura. Nonostante una recente diminuzione degli arrivi su molte rotte migratorie, diversi paesi stanno rivedendo le politiche di accoglienza. Il Belgio, parte dello Spazio Schengen che garantisce la libera circolazione tra 29 Stati membri, si avvale dell’articolo 23 del Codice Frontiere Schengen, che consente controlli temporanei in risposta a pressioni migratorie o di sicurezza.

Fonte Unsplash

Un sistema sotto pressione

Secondo l’autorità belga per l’accoglienza, nel 2024 il Belgio ha registrato 39.615 domande d’asilo, un aumento dell’11,6% rispetto al 2023, a fronte di una capacità di accoglienza di soli 35.600 posti. Molti migranti si trovano così senza sistemazione adeguata, evidenziando un sistema al collasso. L’assenza di controlli sistematici rende difficile quantificare l’immigrazione clandestina, ma il governo belga punta a inviare un “chiaro segnale” con questa misura.

Le implicazioni per l’Europa

L’inasprimento dei controlli in paesi come Belgio, Germania e Paesi Bassi rischia di mettere in discussione i principi fondamentali dello Spazio Schengen. Se sempre più Stati reintroducono barriere, la legislazione europea sui migranti, già fragile, potrebbe sgretolarsi molto rapidamente. Inoltre, come espresso dal governo, la legsliazione è mirata contro Italia e Grecia,  che però subiscono pssivamente il  fenomeno e sono, almeno sino ad ora, obbligati all’accoglienza proprio dalle varie corti europee e dal trattato di Dublino.

La libertà di movimento, pilastro dell’UE, è a rischio, e i paesi di primo ingresso come Italia, Spagna e Grecia potrebbero trovarsi isolati a gestire flussi migratori senza il supporto degli altri membri. I migranti che arrivano in questi paesi, spesso porta d’accesso all’Europa, rischiano di diventare un problema esclusivo delle nazioni del Mediterraneo, con conseguenze sociali, economiche e politiche imprevedibili. Senza contare  che poi

L’Europa si trova a un bivio: solidarietà o chiusura? La risposta dei governi sembra pendere verso la seconda opzione, ma a quale costo per l’unità del progetto europeo?


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