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Euro crisis

La BCE ormai Kapò della Troika, dovrebbe vergognarsi per come si è comportata con la Grecia! (di Antonio Maria Rinaldi)

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Anche se la gran parte della stampa e degli economisti “ammaestrati” cercherà di arrampicarsi sugli specchi pur di plaudire e giustificare la decisione della BCE di Draghi di chiudere i rubinetti alla Grecia, l’abbandono al suo destino di un paese membro rappresenta un precedente gravissimo e contro lo spirito e mutualità su cui si dovrebbe fondare l’Unione Europea e qualsiasi convivenza civile prevista dai Trattati Internazionali.

Sappiamo ormai benissimo che l’euro è nato per una decisione esclusivamente politica, ma a Francoforte per correggerne i difetti cronici si continua ad imporre, il più delle volte senza averne alcun titolo, mezzi tecnici funzionali solo a determinate logiche e convenienze di parte.

 

Se poi tale ultimatum, ma sarebbe più corretto chiamarlo un vero e proprio ricatto, viene messo in atto subito dopo aver incontrato il neo Ministro delle Finanze Varoufakis, recatosi a discutere con le Cancellerie europee la delicata situazione in cui versa la Grecia, la vicenda assume contorni molto inquietanti.

Non accettare più a garanzia collaterale i titoli pubblici greci da parte delle banche a fronte di finanziamenti, significa che la Banca Centrale Europea non è una Banca Centrale, ma semplicemente una propaggine politica funzionale per portare avanti un disegno ben preciso, dove l’euro non è più una moneta, ma un micidiale mezzo per imporre volontà esterne ai paesi membri.

Una sorta di “supergoverno” da “grandefratello” orwelliano che decide il bello e il cattivo tempo se non vengono rispettate puntualmente le imposizioni inflitte e tutto questo bypassando un popolo a cui non è mai stato richiesto di abdicare o meno della sua Sovranità!

 

L’assurdo atteggiamento riservato dall’istituto centrale europeo presieduto da Draghi è un’interferenza inaccettabile nei confronti di uno Stato Sovrano e palesemente tesa ad ottenere con il ricatto ciò che invece dovrebbe essere assicurato in ogni caso per il fatto stesso di appartenere ad una comunità. Anche se mi aspetto di sentire sicuramente i soliti imbecilli sostenere che Draghi ha fatto bene il suo lavoro perché “un debitore disonesto la deve smettere con le cazzate e iniziare a tagliare le spese e a lavorare”. Ricordo, sempre ai soliti imbecilli, che lo stesso FMI ha fatto il mea culpa pubblico per aver imposto ripetutamente alla Grecia delle politiche di austerity completamente errate che hanno ulteriormente peggiorato e accelerato la situazione di crisi. Pertanto la BCE, con il suo “autonomo” potere decisionale ha condannato alla “morte finanziaria” un suo paese membro esclusivamente per “vendetta” e solo perché i suoi “azionisti di maggioranza” hanno deciso in tal modo per tutelare esclusivamente i propri interessi, dimostrando però agli occhi del mondo come una banca centrale si sia squallidamente genuflessa per omaggiare l’ortodossia dei falchi tedeschi.

 

Quando sarà celebrata Norimberga 2.0, questo capo d’imputazione sarà fra i più gravi fra quelli presi in considerazione, perché sarà come aver dato il colpo di grazia alla nuca a un soggetto in ginocchio e con le mani e i piedi legati senza possibilità di scampo.

 

Tutto questo alla faccia dell’indipendenza della Banca Centrale Europea, che fra QE decisi a Berlino, messaggi da sfacciata intimidazione mafiosa alla Grecia e ripetute “letterine” inviate a Roma, sta dimostrando di aver assunto stabilmente il ruolo del “Kapò della Troika”, invece di essere lo strumento di risoluzione e assistenza tecnica al servizio di questa disgraziata unione monetaria europea, sempre più simile a una ferrea dittatura di oligarchie che a una vera e propria moneta in grado di unire e smussare le inevitabile asimmetrie fra economie diverse.

Con questa deprecabile decisione la BCE sta velocemente accelerando la dissoluzione dell’euro.

W la Grecia!

 

Antonio Maria Rinaldi


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