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Banche: progetti innovativi iniziano a produrre utili o si preparano a rivoluzionare il maecato

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In Europa ci sono progetti strani, come Smartbank o la banca tentata in Francia da Orange, non proprio di successo, ma ci sono anche alcuni progetti che sembrano veramente aprire le porte a innovazioni nel settore finanziario.

In Francia, Fortuneo (Crédit Mutuel Arkéa) ha sempre privilegiato la redditività rispetto alla crescita e, con un modello di distribuzione, Italia Isybank (ISP) vuole fare la banca online partendo da quella fissa. Nickel, che presto festeggerà il suo decimo anniversario, è in attivo sul mercato francese dal 2018. Nel regno delle fintech, in Gran Bretagna, la neobanca Starling è in attivo dal 2022.

Raccolta fondi nel luglio 2023

Infine, nel regno delle neobanche,  la britannica Revolut ha annunciato il suo secondo esercizio in attivo, con un utile netto di 5,8 milioni di sterline (6,8 milioni di euro) nel 2022, su un fatturato di oltre 900 milioni di sterline. Si tratta di un risultato inferiore a quello dell’anno precedente, ma è raro che una neobanca registri due esercizi consecutivi in attivo.
Oggi è il turno della fintech olandese bunq, che per la prima volta dalla sua creazione nel 2012 ha annunciato un utile netto di 53,1 milioni di euro, che la rende la seconda neobanca più redditizia d’Europa dopo Starling e una delle sole 4% delle neobanche al mondo (su 400 in totale) ad essere redditizie.Lo scorso luglio, nonostante l’opposizione di uno dei suoi azionisti, la fintech ha raccolto 44,5 milioni di euro, mantenendo la sua valutazione a circa 1,6 miliardi di euro (32 volte gli utili). Si tratta di un’impresa non da poco, visto il difficile contesto di raccolta fondi, in cui le valutazioni delle fintech sono crollate a causa dell’aumento dei tassi di interesse.

Espansione internazionale

bunq, che si posiziona come banca – titolare di una licenza bancaria in Europa – per i lavoratori autonomi e le piccole imprese mobili, sta beneficiando della sua forte crescita, con oltre 11 milioni di clienti e, soprattutto, circa 7 miliardi di euro di depositi (600 euro in media per cliente), un importo che è quadruplicato in un anno. Questi depositi fruttano ora un interesse del 4% da parte della Banca Centrale Europea: un guadagno che bunq intende utilizzare per continuare la sua espansione internazionale.

La nuova banca ha intenzione di tornare nel Regno Unito e ha richiesto l’autorizzazione come istituto di moneta elettronica, anche se ha già clienti britannici acquisiti prima della Brexit. Dovrà confrontarsi con un’autorità di regolamentazione, la Financial Conduct Authority (FCA), che è diventata molto più esigente nei confronti delle fintech. Revolut, una delle più grandi fintech del Regno Unito, sta ancora aspettando la sua licenza bancaria britannica!
“Il Regno Unito ospita il secondo maggior numero di nomadi digitali al mondo, quindi per noi è fondamentale essere presenti”, afferma Ali Niknam, fondatore e CEO di bunq. La neobanca ha anche richiesto una licenza bancaria completa negli Stati Uniti.

Scommettere sull’intelligenza artificiale

Oltre a essere redditizia, bunq sostiene anche di essere la prima banca in Europa a utilizzare una piattaforma di intelligenza artificiale generativa (AI), chiamata Finn, per i suoi clienti. Dal suo lancio, avvenuto lo scorso anno, si dice che questo chatbot potenziato abbia già risposto a quasi 500.000 domande su bilanci o transazioni, tutte in linguaggio naturale. La gamma di domande può essere vasta, come ad esempio “Qual è il ristorante che frequento di più?”, “Quanti interessi ho sui miei risparmi?” o “Qual è il miglior ristorante per un incontro di lavoro nel centro della città?

Questa scommessa tecnologica è talvolta piena di insidie. Nei Paesi Bassi, la neobanca è stata criticata dall’autorità di regolamentazione nel 2022 perché utilizzava le nuove tecnologie, come l’apprendimento automatico, per adempiere ai suoi obblighi di lotta contro le frodi e il riciclaggio di denaro! C’è voluta una sentenza d’appello per dare ragione a bunq, che evidentemente voleva utilizzare algoritmi piuttosto che un esercito di avvocati per adempiere ai suoi obblighi.

Un modello fragile

Resta il fatto che, dietro la sua veste tecnologica, bunq opera come una banca tradizionale, con interessi attivi e commissioni di servizio. Secondo la neobanca, le entrate da commissioni sono aumentate del 30% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 53,5 milioni di euro. I ricavi da interessi sono aumentati in modo significativo fino a superare i 176 milioni di euro in totale, secondo i dati non certificati (i dati definitivi sono attesi per giugno).

In una banca come Revolut, il reddito da interessi rappresenta circa la metà del fatturato, il che, in ultima analisi, ricorda da vicino la struttura dei ricavi di una banca di rete. La redditività di questi operatori dimostra che la disruption è possibile.
Ma la situazione rimane fragile per molti operatori, anche nel segmento di mercato dei professionisti e dei lavoratori autonomi. Secondo Les Echos, Société Générale sta addirittura valutando la possibilità di vendere la sua filiale Shine, che vanta 150.000 clienti (ma quanti sono i clienti attivi?), acquisita ad un prezzo elevato nel 2020 e nella quale la banca ha investito circa 100 milioni di euro.

Vittime della concorrenza

Non tutti gli esperimenti riescono, in un mondo altamente competitivo: Société Générale vuole vendere la propria filiale Shine, con 150 mila clienti. Orange Bank vorrebbe cedere la propria filiale per professionisti Anytime, anche perché Orange Bank è il liquidazione e la società tornerà a fare solo telecomunicazioni.
Il problema è che di idee buone ce ne sono tante, ma non è detto che un’innovazione teorica si tramuti in un qualcosa che veramente sia attraente e generi dei clienti attivi. Poi, alla fine, si tratta di idee, e il copyright su un’idea è molto difficile da esercitare…

 


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