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Auto Elettriche: scoppia la bolla? Guerra dei prezzi fra fine degli incentivi e una valanga di usato
I produttori tremano per la fine degli incentivi e i ritorni dai leasing, ma per i consumatori si apre un’era di prezzi stracciati. L’analisi.

Il settore globale dei veicoli elettrici (EV) sta navigando in acque decisamente tempestose. Tra schizofrenia politica, la fine dell’era del leasing facile e un mercato sempre più affollato, il paesaggio per i produttori si fa complicato. Tuttavia, in perfetto stile di mercato, quella che si preannuncia come una crisi nera per l’industria potrebbe trasformarsi in un’opportunità d’oro per i consumatori, soprattutto negli USA, al cui mercato qui ci riferiamo.
Siamo di fronte a un classico caso di eccesso di offerta che incontra una domanda drogata dagli incentivi che ora viene meno. Vediamo i dettagli.
La “Valanga EV” del 2026
Il mercato statunitense si prepara a quello che Auto Blog ha definito una “Valanga EV”. Il meccanismo è tecnico ma le conseguenze sono pratiche: nel 2026 scadrà un numero record di contratti di leasing. Questo significa che centinaia di migliaia di veicoli elettrici usati si riverseranno sul mercato, facendone crollare il prezzo.
Le stime: Almeno 243.000 leasing scadranno a breve.
La proiezione: Secondo uno studio di J.D. Power, la cifra potrebbe toccare le 330.000 unità.
Il risultato: Un aumento del volume pari a tre volte i livelli del 2025.
Con i piazzali dei rivenditori pieni e gli incentivi che svaniscono, la guerra dei prezzi è inevitabile. Le auto elettriche usate rischiano di diventare, paradossalmente, più economiche delle loro controparti a benzina, anche se più rischiose per i potenziali problemi alle batterie.
La politica tira il freno a mano
Mentre l’offerta sale, la domanda trema. La politica americana sta subendo un cambiamento radicale. L’amministrazione Trump sta staccando la spina agli incentivi industriali, e il credito d’imposta federale di 7.500 dollari è scaduto il 30 settembre.
La reazione del mercato è stata immediata e puramente keynesiana: togli il sussidio, crolla la domanda.
Le vendite di EV sono scese al 6% del totale dei nuovi veicoli.
Solo a settembre, prima della scadenza, erano al 12,9%.
Elaine Buckberg, ex capo economista di General Motors e ora ad Harvard, ha spiegato a Marketplace che i produttori stanno “esplicitamente ritardando” i nuovi modelli. Ford, Kia e General Motors stanno ridimensionando le ambizioni. Non è ideologia, è contabilità: senza “aiutini” di stato e con la minaccia di dazi miliardari, la priorità torna ad essere la redditività, non la quota di mercato a tutti i costi.
Guerra commerciale e paradosso cinese
L’incertezza della più grande economia mondiale (USA) genera onde d’urto ovunque. Anche i giganti cinesi non sono immuni: Xiaomi, passata dalla produzione di smartphone alle auto, ha visto le sue azioni crollare, passando da beniamina del mercato a pecora nera in tempi record. Aver investito in un settore enormemente competitivo come l’auto rischia di essere un passo troppo lungo.
La geopolitica gioca il suo ruolo. Pechino sta rispondendo ai dazi occidentali del 100% sulle sue auto colpendo dove fa più male: l’agricoltura.
Sanzioni agricole contro USA, UE e Canada.
Messaggio chiaro: toglieremo i dazi sui prodotti agricoli solo quando voi toglierete quelli sulle nostre auto.
Il problema è che il peso sul PIL di questi settori rischia di essere inferiore al pericolo di una colonizzazione industriale da parte delle auto cinesi. Solo la UE si è fatta cogliere completamente esposta alle auto ibride di Pechino, ma di questo parleremo in un altro articolo.
Uno sguardo al futuro
Nonostante la volatilità estrema e le prospettive “fosche” negli USA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel suo Global EV Outlook 2025 mantiene un certo ottimismo, prevedendo che le auto elettriche supereranno il 40% delle vendite totali nel 2030.
La verità è che la brutale guerra dei prezzi, guidata dalla sovraccapacità cinese, garantirà prezzi bassi nei mercati privi di barriere doganali. Per i produttori occidentali saranno anni di lacrime e sangue; per chi cerca un’auto usata a basso costo, potrebbe essere il momento di fare affari.
Domande e risposte
Perché i prezzi delle auto elettriche usate sono destinati a crollare nel 2026? Il crollo è dovuto principalmente a un eccesso di offerta causato dalla scadenza di un numero record di contratti di leasing negli Stati Uniti. Si stima che torneranno sul mercato tra le 243.000 e le 330.000 vetture elettriche, triplicando i volumi rispetto al 2025. Questa sovrabbondanza di veicoli usati, combinata con una domanda resa incerta dalla fine degli incentivi, costringerà i rivenditori ad abbassare drasticamente i prezzi per smaltire l’inventario, rendendo l’usato elettrico potenzialmente più economico delle auto a benzina.
In che modo la politica americana sta influenzando le decisioni delle case automobilistiche? La fine dei crediti d’imposta federali e il cambio di rotta dell’amministrazione Trump hanno ridotto drasticamente la convenienza all’acquisto, portando la quota di mercato degli EV dal 12,9% al 6% in breve tempo. Di conseguenza, case come Ford, Kia e GM stanno rivedendo al ribasso i loro piani, ritardando il lancio di nuovi modelli o cancellandoli. Senza la stampella dei sussidi statali e con l’incognita dei dazi, i produttori sono costretti a privilegiare la redditività immediata rispetto all’espansione della quota di mercato elettrico.
Qual è la situazione dei produttori cinesi in questo contesto? I produttori cinesi affrontano una doppia sfida: interna ed esterna. Da un lato, aziende come Xiaomi subiscono la volatilità del mercato azionario. Dall’altro, devono fronteggiare i dazi del 100% imposti dall’Occidente. Pechino sta reagendo con sanzioni mirate sui prodotti agricoli di USA, UE e Canada per forzare una rimozione dei dazi sulle auto. Tuttavia, la feroce concorrenza interna in Cina continua a spingere verso il basso i costi di produzione, il che potrebbe favorire la diffusione delle loro auto nei mercati senza barriere doganali.










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