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ATTENZIONE:Il Piano di investimenti Europeo potrebbe ignorare l’Italia

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Uno degli elementi essenziali del piano di rilancio europeo è il famoso FEIS , il Fondo Europeo per gli investimenti strategici. Si tratta di un piano per la realizzazione di investimenti strategici per ben 315 miliardi. Bisogna dire che, non appena rivelato nei particolari, il piano ha suscitato notevoli polemiche : già 315 miliardi distribuiti su tutta Europa appaiono una cifra risibile, ma questa è poi costituita da soli 21 miliardi di investimenti diretti europei che, secondo Juncker e Katainen, dovrebbero attivare , nelle speranze degli euroburocrati, 15 volte questa cifra in investimenti privati. Quindi un piano già insufficiente e basato su pii desideri.

Anche questi pochi soldi comunque suscita polemiche . Martedì scorso Juncker ha invitato i paesi europei a versare i contributi necessari per far partire il fondo, in quanto non ancora pagati: evidentemente i paesi in crisi non vedono di buon occhio ulteriori versamenti che ,obbligatoriamente, devono ricadere sui loro cittadini. Però ancora più curiosa e  minacciosa è la contestazione dei paesi forti, come la Germania: come dice chiaramente allo “Spiegel” il presidente, tedesco, del gruppo parlamentare europeo CSU/CDU, Herbert Reul, i tedeschi temono che paesi come Francia ed Italia cerchino di spingere il maggior numero di investimenti nel FEIS, sottraendoli quindi al calcolo del deficit interno, anche se i programmi non abbedissero esattamente ai criteri di multilateralità richiesti dal fondo di investimento. I tedeschi temono che il FEIS si traduca quindi in un allentamento dei parametri di bilancio per gli stati deboli. reul Avverte che “Mostrare buona volontà non è sufficiente”, mentre il capogruppo dei liberali europei,  Guy Verhofstad, ha chiaramente affermato che “Il piano di investimenti dovrebbe essere applicata solo ai paesi che hanno condotto riforme strutturali reali , non fatto solo annunci..”.

Quest’ultima frase sembra proprio una frecciata, neppure troppo velata , all'”Annuncite” che colpisce il governo renziano. I tedeschi hanno un autentico terrore che il commissario francese Moscovici sia favorevole ad una interpretazione più morbida del patto di stabilità, visione che anche il neo presidente di turno  lettone, subentrato a Renzi, sembra appoggiare, con grande scorno del leader del CDU/CSU.

Quindi, riassumendo possiamo concludere che il FEIS:

a) è insufficiente di partenza con soli 315 miliardi per tutta la UE.

b) non è neppure finanziato a dovere

c) probabilmente, grazie all’annuncite incocludente di Renzi, non ce ne avvantaggeremo, pur dovendo contribuirvi..

Cornuti e Mazziati

 


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