Difesa
Attacco Imminente? Israele punta a smantellare il nucleare iraniano
Si stanno sempre più intensificando le voci di un possibile attacco di Israele al programma nucleare iraniana, ma potrebbe coinvolgere anche altri
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Secondo i principali media americani, l’intelligence statunitense ha concluso che le probabilità di un attacco israeliano al programma nucleare iraniano nei prossimi mesi sono elevate, ma non è ancora chiaro se Israele possa distruggere da solo le strutture nucleari del suo acerrimo nemico.
L’Iran è considerato il più debole e vulnerabile degli ultimi decenni, soprattutto a causa delle azioni israeliane dell’anno scorso che hanno gravemente danneggiato la rete di difesa aerearegionale di Teheran e indebolito le sue difese aeree e le capacità di produzione di missili.
Questa valutazione “non è strana” perché la possibilità è stata ventilata per mesi, in particolare dopo gli attacchi israeliani sull’Iran lo scorso ottobre, secondo Hamidreza Azizi, membro dell’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza.
“Ma questa alta probabilità, ora riportato dai principali organi di informazione, potrebbe essere collegato all’approccio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti dell’Iran, che è un misto di desiderio di raggiungere un accordo nucleare e di minaccia di un’azione militare”, ha detto a Radio Farda.
Potenziale attacco israeliano
L’attacco israeliano dello scorso ottobre è stato una risposta al lancio da parte della repubblica islamica di 200 missili balistici, che hanno penetrato le formidabili difese aeree israeliane ma hanno causato pochi danni.
Sebbene Teheran abbia minimizzato l’impatto dell’attacco israeliano, le immagini satellitari hanno rapidamente mostrato che Israele era riuscito a indebolire le capacità di difesa aerea e di produzione missilistica dell’Iran.
Gli analisti affermano che l’attacco è stato calibrato grazie alle pressioni dell’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha convinto Israele a non colpire le strutture nucleari e le infrastrutture energetiche dell’Iran.
L’attacco ha segnato la più grande offensiva aerea contro l’Iran dagli anni ’80 e ha dimostrato che Israele può colpire strutture situate nel profondo del territorio iraniano.
Ma è improbabile che Israele sia in grado di distruggere il programma nucleare iraniano senza l’aiuto degli Stati Uniti.
I due siti nucleari chiave dell’Iran sono l’impianto sotterraneo di arricchimento del combustibile di Natanz e il sito di arricchimento di Fordow, scavato in una montagna. Alcuni hanno espresso dubbi sulla possibilità che persino le armi statunitensi possano penetrare in modo affidabile e neutralizzare completamente tali strutture.
Da quando è entrato in carica a gennaio, Trump ha espresso il desiderio di stipulare un “accordo di pace nucleare verificabile” con l’Iran, ma il suo linguaggio è diventato notevolmente più minaccioso nel tempo. Mentre inizialmente Trump parlava di voler vedere l’Iran “prosperare”, più recentemente ha detto che “gli piacerebbe fare un accordo con loro senza bombardarli”, il che non esclude di bombardarli.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è un convinto critico dei negoziati con l’Iran e si è opposto all’accordo sul nucleare del 2015, firmato durante l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Nonostante Netanyahu abbia un ottimo rapporto con Trump, non vi è alcuna garanzia che riconsidererà l’attacco ai siti nucleari iraniani se Trump dovesse raggiungere un accordo con Teheran.
“Per Netanyahu, nessun accordo con l’Iran è meglio di qualsiasi accordo. Probabilmente teme che Trump possa dare via tutto agli iraniani”, afferma Ali Vaez, direttore dell’Iran Project presso l’International Crisis Group.
Programma nucleare avanzato
L’Iran ha notevolmente ampliato il suo programma nucleare da quando Trump si è ritirato dall’accordo nucleare del 2015 durante il suo primo mandato e ha reimposto le sanzioni contro Teheran.
La repubblica islamica insiste sul fatto che il suo programma nucleare è pacifico e che non ha alcuna intenzione di sviluppare una bomba.
Ma ora sta arricchendo l’uranio al 60% di purezza, che è vicino ai livelli di qualità militare e ben al di sopra del limite del 3,67% previsto dall’accordo nucleare. A partire da ottobre 2024, l’Iran ha poco più di 182 chilogrammi di uranio arricchito fino al 60%. Per produrre una bomba sono necessari circa 42 chilogrammi, il che significa che Teheran ne ha abbastanza per farne quattro.
L’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale degli Stati Uniti ha dichiarato nel suo rapporto annuale sulle minacce del 2024 che non crede che l’Iran stia attualmente cercando di costruire una bomba, ma che le sue attività negli ultimi anni “lo mettono in una posizione migliore per produrre un dispositivo nucleare”.
Se la Repubblica Islamica decidesse di costruire una bomba, sarebbe principalmente limitata dal tempo necessario per costruire una testata nucleare utilizzabile, che può richiedere da pochi mesi a due anni.
All’inizio di questo mese il New York Times ha riportato che ci sono indicazioni che l’Iran stia cercando di costruire rapidamente un’arma nucleare rudimentale per scongiurare un attacco.
Ma l’Institute for Science and International Security, con sede a Washington, sostiene che anche se l’Iran dovesse costruire un’arma rudimentale in sei mesi, rischia di essere scoperta in pochi mesi, il che “è più che sufficiente per una risposta militare devastante”.
Intanto però l’Iran sta acquisendo un know how nucleare che è altamente pericoloso, e Trump , snel caso di fallimento delle trattative dirette, potrebbe appoggiare l’attacco d’Israele, o addirittura fornire le necessarie armi.
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