Economia
Assicurazione obbligatoria per le abitazioni contro i cataclismi? Una misura sbagliata, al momento sbagliato
Si parla di polizza assicurativa contro i cataclismi. Attenzione, definire il rischio è molto difficile, e si rischia solo di introdurre l’ennesima tassa immobiliare.. Non dovrebbe essere proprio lo stato a coprire dalle catastrofi?
Oggi si è parlato di imporre un’assicurazione obbligatoria, come la RC Auto, contro i cataclismi ai proprietari di abitazioni in Italia, proprio il giorno dopo la seconda alluvione in Romagna in 12 mesi.
Vediamo cosa dice l’agenzia di stampa ANSA in proposito, riprendendo un membro del governo:
Nel disegno di legge sulla ricostruzione “abbiamo messo la necessità – non abbiamo ancora parlato di obbligo ma ci avvieremo verso questa conclusione – anche per le famiglie e i cittadini di sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi naturali”.
Lo dice il ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, all’Insurance high-level conference dell’Ania.
Musumeci dice di immaginare le polemiche, “si fa presto a parlare di nuova patrimoniale sulla casa quando sarà affrontato il tema della polizza”, ma – domanda – “è più utile tutelare il mercato immobiliare o il bene della propria vita e di quella dei propri cari?”
Alla notizia di questa assicurazione obbligatoria, che è tutta da definire, qualche dubbio ci è venuto:
- Prima di tutto, un’ulteriore tassa patrimoniale, che si accompagna ll’IMU; verrà comunque a deprimere il mercato immobiliare italiano, tutt’altro che brillante, a meno che questa non sia una vera assicurazione proporzionata al rischio, il che porrebbe altri problemi;
- Se l’assicurazione è proporzionata al rischio allora bisogna concedere ai cittadini di ridurre il rischio stesso. Quindi se 1000 cittadini delle aree alluvionate romagnole si associano per scavare e rendere più profondi i letti di fiumi e canali che causano alluvioni, allora questo deve essere loro permesso. Se ciò non avviene è come se mi impedissero di revisionare i freni della mia auto per renderli più efficienti e quindi l’auto più sicura. Altrimenti il rischio non è mitigabile,e questo proprio per responsabilità dello Stato, e tutto si trasforma solo in un incremento dell’IMU;
- Attenzione alle conseguenze di quello che si sta cercando: allo stato attuale nessuna assicurazione, su base economica, garantirebbe mai le costruzioni nelle aree alluvionate della Romagna. Quindi o si paga un’assicurazione uguale per tutti, facendo cadere il senso della normativa, oppure si esentano queste aree, in attesa che qualche ente provveda a rendere sicure le aree, oppure si desidera che queste aree siano spopolate e abbandonate. Però Forli, Faenza e Bagnacavallo sono borghi antichissimi: come mai riuscivano a governare le acque nel XV secolo e non ci riesce la regione nel XXI? Era forse meglio Caterina Sforza?
- Se- i danni fossero causati dall’incuria di un comune, ad esempio di quello di una grande città che non è in grado di gestire la pulizia dei tombini, l’assicurazione dovrebbe avere a sua volta diritto di rivalsa sul comune stesso? Se un fiume straripa perché non sono stare ripulite le cataste di legna dal fondo del fiume, l’assicurazione farà causa all’amministrazione regionale che non ha provveduto alla pulizia? Sarebbe un interessante incentivo, soprattutto se accompagnato, tramite la Corte dei Conti, a una responsabilizzazione diretta di funzionari ed amministratori. Forse l’unica motivazione per applicare questa normativa;
- Se abito in una casa del 1600 che, in cinque secoli, non ha mai subito gravi danni, perché dovrei pagare un’assicurazione, al di là di un valore nominale, per assicurare un disastro impossibile? In rischio dovrebbe essere valutato caso per caso, e non in modo aprioristico: posso anche avere l’abitazione lungo un corso d’acqua, ma essere cinquanta metri sopra il livello, e quindi non rischiare nulla. Posso averla a chilometri, ma, senza saperlo, essere a rischio alluvione perché in una depressione;
- Chi rimborsa i danni a chi ha comprato un lotto edificabile in un’area che un comune ha superficialmente definito edificabile, magari quarant’anni fa, mentre in realtà si è rivelata, ex post, rischiosa?
- Infine, lo Stato nasce per dare una garanzia ai cittadini contro quegli eventi della vita che il cittadino stesso non può affrontare da singolo, come guerre, la salute, e i disastri naturali. Se privatizziamo le garanzie a questi rischi, a che serve lo Stato, ministri compresi?
Ci auguriamo che questa sia stata una boutade legata alla platea a cui era rivolto il discorso. Grazie per l’attenzione e spero di aver fornito un po’ di materiale per la mente.
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