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Arrivano le scie chimiche: due progetti di ingegneria atmosferica pronti a partire negli Usa, contro il riscaldamento climatico.

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Tanto si parlò di scie chimiche che queste sono arrivate ufficialmente. Negli Usa la NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration, ha ottenuto d Congresso  lo stanziamento di 4 milioni di dollari per poter sperimentare due controversi sistemi per il controllo della temperatura atmosferica tramite il rilascio nell’alta atmosfera di prodotti chimici. Un “Piano b” contro il surriscaldamento.

Il primo esperimento prevede di spruzzare biossido di zolfo nell’alta atmosfera, imitando quello che in natura fanno i vulcani, il secondo invece prevede l’utilizzo di un aerosol di sale marino da spruzzare nelle nuvole a bassa quota per migliorare il loro potere riflettente del calore.

L’università di Harvard già da tempo sta studiando questo metodo che , in linea di massima, non fa che riprendere un fenomeno naturale osservato, cioè il raffreddamento atmosferico successivo ad una eruzione vulcanica.  La finalità è quella di combattere il surriscaldamento climatico, se vero, o combattere fenomeni locali di calore eccessivo. Alcuni scienziati sperano di poter ritardare e controllare il famoso surriscaldamento climatico e guadagnare più tempo per la transizione dal carbonio. Certo, ci si potrebbe chiedere cosa può andare male in esperimenti che hanno come finalità il controllo dell’atmosfera e che, un giorno, potrebbero essere utilizzati per finalità non pacifiche. Un altro problema è nelle dimensioni del progetto stesso: l’eruzione del Piñatubo del 1991 immise nell’atmosfera 20 milioni di tonnellate di biossido di zolfo ottenendo un raffreddamento globale di mezzo grado per un anno.

Il progetto non è per niente nuovo. Precedentemente Bill Gates aveva gia parlato del controllo atmosferico tramite prodotti chimici ed il direttore della CIA con Obama, Brennan, ne aveva valutato le possibilità. Ora questo sogno, o incubo, rischia di diventare realtà.

 


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