Difesa
Armi tedesche in Ucraina: non funzionano sul campo di battaglia,. Perché Berlino vi investirà miliardi?
Un’analisi riservata di un addetto militare tedesco rivela i gravi limiti dei sistemi d’arma più moderni di Berlino sul campo di battaglia ucraino. Complessità e problemi di manutenzione bocciano Leopard 2 e Pzh-2000, mentre la lezione della “semplicità che funziona” mette in discussione il futuro del riarmo europeo.

Un’ampia parte degli armamenti di ultima generazione forniti dalla Germania all’Ucraina si sta rivelando inadatta alle reali condizioni di un conflitto ad alta intensità.
Questa non è la critica di un concorrente, ma la sorprendente e sincera valutazione dell’addetto militare aggiunto tedesco a Kiev, espressa durante una conferenza riservata e poi trapelata sulla stampa tedesca e ripresa da MetaDefense e da altri media. Un’analisi che mette in discussione le fondamenta tecnologiche su cui Berlino sta basando i suoi futuri investimenti militari.
Sistemi d’arma bocciati dal campo: Pzh-2000, Leopard 2 in prima linea
Il rapporto dal fronte, secondo l’ufficiale tedesco, è impietoso. Diversi sistemi d’arma, considerati fiori all’occhiello della tecnologia tedesca, hanno mostrato gravi limiti. L’equipaggiamento eccessivamente complesso, che non può essere riparato direttamente dalle truppe sul campo, perde gran parte della sua efficacia.
- Obice semovente Pzh-2000: Questo sistema di artiglieria, estremamente costoso e sofisticato, è stato definito addirittura “inadatto alla guerra“. La sua affidabilità si è rivelata scarsa, con una grande fragilità dei sistemi meccanici ed elettronici, in particolare il sistema di caricamento automatico. La sua disponibilità operativa reale si attesta su un modesto 25-30%.
- Carro armato Leopard 2A6: Sebbene efficace e resistente quando impiegato correttamente, la sua complessità lo rende un incubo logistico. Qualsiasi operazione di manutenzione significativa richiede il rientro nelle retrovie, riducendo drasticamente la sua presenza in prima linea.
- Sistema antiaereo IRIS-T SLM: Pur essendo molto performante, il suo punto debole è economico e logistico. I suoi missili sono troppo costosi per intercettare bersagli a basso costo come i droni, e le difficoltà nel rifornimento di munizioni ne compromettono l’efficacia complessiva.
- Sistema Patriot: I sistemi inviati da Berlino, pur validi contro missili balistici, soffrono di telai talmente datati da non essere più supportati a livello industriale, limitandone la mobilità strategica.
I sistemi che funzionano: l’efficacia della semplicità e il caso francese
Paradossalmente, gli equipaggiamenti più apprezzati dalle forze ucraine sono quelli più datati, risalenti alla Guerra Fredda. Il veicolo da combattimento della fanteria Marder è descritto come “un mezzo molto popolare senza restrizioni”, mentre il sistema antiaereo semovente Gepard è lodato per la sua affidabilità, efficacia contro droni e missili da crociera, e facilità di manutenzione. Tutti mezzi progettati e spesso realizzati durante la Guerra Fredda , quando c’era il pericolo che venissero veramente usati e le armi non erano solo un modo per finanziare l’industria bellica e realizzare dei costosissime, e inutili, meraviglie.
In questo contesto, emerge un esempio virtuoso di tecnologia moderna che funziona: il cannone semovente francese CAESAR. Questo sistema rappresenta il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica, efficacia e “rusticità”, ovvero la capacità di operare in condizioni difficili con una manutenzione semplificata.
Il CAESAR è temuto dai russi per la sua precisione e la gittata di 42 km, ma è amato dagli equipaggi ucraini per la sua mobilità, affidabilità e semplicità. A differenza del Pzh-2000, non ha un caricamento completamente automatico, ma un sistema semi-automatico che si è dimostrato molto più resistente. Inoltre, è stato definito “onnivoro” per la sua capacità di utilizzare un’ampia gamma di munizioni da 155 mm, un vantaggio decisivo durante i periodi di scarsità di proiettili. La sua manutenzione può essere eseguita in gran parte sul campo, senza immobilizzare il mezzo per settimane in un’officina.
Il paradosso tedesco: maxi-investimenti su tecnologie a rischio
La lezione che arriva dall’Ucraina è chiara: la superiorità tecnologica fine a se stessa, senza affidabilità e sostenibilità sul campo, è controproducente. Eppure, la Germania sembra intenzionata a proseguire su una strada che rischia di essere problematica, investendo miliardi di euro proprio nei concetti che il fronte sta bocciando.
Il nuovo obice semovente RCH-155, già ordinato dalla Bundeswehr, integra gran parte dei componenti del problematico Pzh-2000 in una torretta ancora più automatizzata. È lecito attendersi che soffrirà delle stesse debolezze, se non accentuate.
Allo stesso modo, il futuro carro armato Leopard 3 sembra destinato a una robotizzazione ancora più spinta, che comporterà inevitabilmente una manutenzione più complessa e onerosa. Questi sistemi, dal costo esorbitante (si parla di 13 miliardi per gli RCH-155 e oltre 20 per i Leopard 3), vanno in direzione opposta rispetto ai riscontri operativi.
La lezione è questa: i siustami o sono a basso costo, usa e getta, con componenti commerciali, come i droni, o , se richiedono forti investimenti, devono essere fatti per durare, semplici da manutenere sul campo di battaglia, senza leziosità inutili che poi non funzionano. La direzione del riarmo europeo, e tedesco in particalre, va all’opposto verso sistemi complessi, poco robusti, non adatti alla durezza della guerra e dalla manutenzione complessa. Questi investimenti rischiano di produrre dei golem inutilizzabili, ma che sprecheranno tantissimo denaro.
Il conflitto ucraino sta fungendo da brutale ritorno alla realtà per l’industria della difesa occidentale. Ha dimostrato che l’equilibrio tra tecnologia e affidabilità è fondamentale. Mentre sistemi come il CAESAR francese mostrano che questo equilibrio è possibile, la traiettoria degli investimenti tedeschi solleva seri dubbi. Resta da vedere se questa lucida analisi, proveniente direttamente dal campo, riuscirà a influenzare le future scelte strategiche di Berlino o se verrà messa da parte di fronte agli interessi industriali e all’inerzia delle pianificazioni militari.
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