Energia

Aramco può produrre 12 milioni di barili al giorno per un anno, per far fronte alla fallita transizione energetica

Il CEO di Aramco smonta il castello della transizione energetica: “È ferma in prima marcia”. Con una domanda di petrolio prevista in forte crescita, l’Arabia Saudita si dice pronta a produrre al massimo, sfidando le politiche green occidentali.

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Saudi Aramco può mantenere la sua produzione petrolifera alla capacità massima di 12 milioni di barili al giorno (bpd) per un anno senza ulteriori investimenti, ha affermato lunedì Amin Nasser, amministratore delegato del gigante petrolifero statale saudita, durante l’Energy Intelligence Forum di Londra.

Nelle ultime settimane gli analisti hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’inversione dei tagli dell’OPEC+ renda la diminuita capacità di riserva vulnerabile agli shock di approvvigionamento, cioè che, nel caso ce ne fosse bisogno, non ci sarebbe capacità d’estrazione di riserva. Questo esporrebbe il mercato a delle fluttuazioni incontrollate. L’Arabia Saudita detiene la più grande capacità di riserva al mondo. Secondo le stime del giornalista energetico di Reuters Ron Bousso, essa è stimata in oltre 2 milioni di bpd, ma in realtà potrebbe essere compresa tra 600.000 e 1 milione di bpd, che possono essere rapidamente aumentati e mantenuti per un certo periodo di tempo.

L’Arabia Saudita e la sua compagnia petrolifera statale, la più grande compagnia petrolifera al mondo, prevedono che la domanda globale di petrolio continuerà a crescere, ha affermato Nasser durante il forum.

I sauditi hanno previsioni di domanda ottimistiche sia per quest’anno che per il prossimo. Nasser di Aramco prevede che la domanda mondiale di petrolio aumenterà tra 1,1 milioni e 1,3 milioni di barili al giorno nel 2025 e di altri 1,2 milioni-1,4 milioni di barili al giorno l’anno prossimo.

In un discorso tenuto all’Energy Intelligence Forum, Nasser ha affermato che “l’entusiasmo per la transizione energetica non trova riscontro nella realtà dei fatti”.

“Mentre le icone della transizione sono ancora chiaramente bloccate in prima marcia, gli idrocarburi stanno sostenendo gran parte del carico extra e rimangono la spina dorsale dell’energia globale e il motore più affidabile della prosperità”, ha aggiunto il CEO di Aramco, sottolineando che “in realtà, questa non è una vera transizione energetica, ma un’aggiunta di energia che richiede l’impegno di tutti”.

Poiché la strategia di Aramco riflette una visione realistica, “siamo determinati a mantenere la nostra posizione dominante nel settore petrolifero grazie a una base di risorse massiccia, a costi bassi e a una delle intensità di carbonio a monte più basse del settore”, ha affermato Nasser.

“Vediamo anche una domanda resiliente e l’urgente necessità di investimenti a lungo termine nell’approvvigionamento è ormai ampiamente accettata. Pertanto, il nostro potenziale di crescita nel settore petrolifero rimane elevato”. Quindi per la società statale saudita il petrolio resta Re e Aramco vuole restare il suo maggior servitore.

Domande & Risposte per il Lettore

1) Cosa si intende per “capacità di riserva” e perché è così importante?

La capacità di riserva (o spare capacity) è la quantità di produzione petrolifera che un paese può attivare rapidamente, di solito entro 30-90 giorni, e sostenere per un periodo prolungato. È un cuscinetto di sicurezza per il mercato globale. Se scoppia una crisi in un paese produttore o la domanda aumenta improvvisamente, questa capacità extra può essere usata per evitare impennate dei prezzi e carenze di offerta. L’Arabia Saudita detiene la quasi totalità della capacità di riserva mondiale, conferendole un ruolo cruciale nella stabilità dei mercati energetici.

2) La posizione di Aramco nega il cambiamento climatico o la necessità di energie alternative?

No, non la nega esplicitamente. La posizione di Aramco è basata su un’analisi pragmatica della domanda energetica globale attuale e futura. Sostengono che, mentre le rinnovabili crescono, non sono ancora in grado di soddisfare né la domanda esistente né, soprattutto, la sua crescita. La loro critica non è verso le energie alternative in sé, ma verso una narrazione politica che considerano irrealistica e ideologica, che ignora i limiti tecnologici, i costi e il fabbisogno energetico dei paesi in via di sviluppo. Per loro è una questione di “realtà contro retorica”.

3) Quali sono le implicazioni per l’Europa e l’Italia di questa visione?

Se le previsioni di Aramco fossero corrette, le implicazioni sarebbero enormi. Significherebbe che le politiche europee di transizione forzata potrebbero portare a prezzi energetici strutturalmente più alti e a una minore competitività industriale, dato che il resto del mondo continuerebbe a usare idrocarburi più economici. Per l’Italia, un paese manifatturiero e con poche risorse energetiche proprie, dipendere da una politica energetica che non tiene conto della domanda globale potrebbe tradursi in un indebolimento economico e in una maggiore vulnerabilità agli shock dei prezzi dell’energia, che rimarrebbe prevalentemente fossile su scala mondiale.

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