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Aramco: meno carburante, più chimica. La svolta saudita che guarda al Futuro

Il colosso saudita Aramco, con Honeywell, punta a trasformare il petrolio direttamente in prodotti chimici di alto valore, bypassando la produzione di carburanti. Una mossa strategica per massimizzare i profitti e garantirsi il futuro in un mondo che si allontana dai combustibili tradizionali.

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Il gigante petrolifero statale saudita Aramco ha firmato un accordo di sviluppo congiunto con il conglomerato statunitense Honeywell e la King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) dell’Arabia Saudita per sviluppare congiuntamente una nuova tecnologia diretta Crude-to-Chemicals (CTC). Un passo avanti notovole dal punto di vista industriale per una trasformazione della maggiore ricchezza del Regnol

La collaborazione si concentrerà sullo sviluppo e sul potenziamento dell’intero processo CTC, al fine di ridurre in modo significativo sia i costi di capitale che quelli operativi associati alla conversione CTC, ha dichiarato giovedì l’università saudita, mentre il principale esportatore mondiale di petrolio greggio sta potenziando le operazioni a valle e le collaborazioni per assicurarsi la domanda futura del proprio petrolio.

La nuova tecnologia CTC è progettata per estrarre un valore significativo da ogni barile di petrolio greggio convertendolo direttamente in olefine leggere e altre sostanze chimiche molto richieste, ha affermato la KAUST. Il concetto di processo CTC diretto dovrebbe migliorare l’efficienza dei combustibili, l’utilizzo del carbonio e l’economia di processo, consentendo una produzione più efficiente ed economica su larga scala.

L’accordo fa parte del piano di Aramco e dell’Arabia Saudita per rafforzare le capacità nel settore petrolchimico.

L’obiettivo di questa alleanza strategica è chiaro e pragmatico:

  • Ridurre i costi: Abbattere significativamente sia le spese di capitale (costruzione degli impianti) sia quelle operative.
  • Aumentare l’efficienza: Migliorare l’utilizzo del carbonio e l’efficienza energetica del processo.
  • Massimizzare il valore: Estrarre un valore aggiunto superiore dal greggio, spostando il focus dalla produzione di carburanti (benzina, diesel) a quella di prodotti petrolchimici a più alta marginalità.

“Sfruttando la potenza delle tecnologie all’avanguardia, miriamo a migliorare l’efficienza energetica e a sbloccare un maggiore valore da ogni barile di greggio”, ha affermato Ali A. Al-Meshari, vicepresidente senior di Aramco per la supervisione e il coordinamento tecnologico.

All’inizio di quest’anno, Aramco ha firmato un accordo con Sinopec, la principale raffineria cinese, per ampliare un complesso petrolchimico in joint venture in Arabia Saudita.

Sia Aramco che Sinopec mirano a diversificare l’uso del petrolio greggio nella produzione di prodotti petrolchimici, la cui domanda continuerà a trainare la domanda di petrolio, mentre la domanda di carburante per il trasporto ha iniziato a stabilizzarsi in molti mercati importanti, tra cui la Cina.

Negli ultimi due anni, Aramco, il più grande esportatore mondiale di petrolio greggio e la più grande compagnia petrolifera, ha firmato accordi con le cinesi Rongsheng Petrochemical e Hengli Group per portare avanti i colloqui sulla cooperazione nei settori della raffinazione e della petrolchimica in Cina e Arabia Saudita.

Negli ultimi anni, il gigante petrolifero saudita ha perseguito accordi per espandere la sua presenza internazionale nel settore downstream, in particolare nei centri di domanda come l’Asia.

Domande e Risposte per il Lettore

1. Perché Aramco sta investendo così tanto nella chimica invece che nei tradizionali carburanti?

Aramco sta diversificando perché la domanda globale di carburanti per autotrazione (benzina e diesel) sta raggiungendo un plateau a causa dell’efficienza dei motori e della crescita dei veicoli elettrici. Al contrario, la domanda di prodotti petrolchimici, usati per produrre plastica, fertilizzanti e innumerevoli beni di consumo, è in forte e costante crescita. Investire nella tecnologia Crude-to-Chemicals (CTC) permette ad Aramco di trasformare la sua risorsa principale, il petrolio, in prodotti a maggior valore e con un futuro di domanda più sicuro, garantendo così la propria rilevanza economica a lungo termine.

2. Cosa significa esattamente “Crude-to-Chemicals” (CTC) e quali sono i vantaggi?

Normalmente, il petrolio greggio viene raffinato in vari prodotti, tra cui carburanti (la maggior parte) e una piccola frazione per la petrolchimica. La tecnologia CTC, invece, è un processo che ottimizza e massimizza la conversione diretta del greggio in prodotti chimici di base, come le olefine. Il vantaggio principale è una maggiore efficienza: si ottengono più prodotti chimici di valore da ogni barile, si riducono i passaggi intermedi, si abbassano i costi di impianto e operativi e si migliora l’utilizzo del carbonio, rendendo l’intero processo economicamente più vantaggioso.

3. Che ruolo hanno gli Stati Uniti (Honeywell) e la Cina (Sinopec) in questa strategia saudita?

In questa strategia, Stati Uniti e Cina rappresentano due partner complementari e fondamentali. Gli USA, attraverso un’azienda leader come Honeywell, forniscono il know-how tecnologico e l’ingegneria avanzata necessari per sviluppare questi processi innovativi. La Cina, invece, rappresenta il mercato finale e il partner industriale chiave. Essendo il più grande consumatore di prodotti chimici al mondo, la Cina è il cliente ideale. Le joint venture con aziende come Sinopec assicurano ad Aramco un accesso privilegiato a questo mercato cruciale, creando un’integrazione verticale dalla materia prima al prodotto finito.

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