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Arabia Saudita: il FMI taglia sensibilmente le previsioni di crescita nel 2024

L’economia del petrolio rallenta e questo colpisce il Regno, che, per fortuna, dipende meno dal petrolio

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Riyadh in Arabia Saudita

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha abbassato le sue previsioni di crescita per l’economia saudita a causa dei tagli alla produzione di petrolio da parte dell’OPEC+. Il FMI vede ora una crescita nel 2024 di appena l’1,7%, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla sua precedente proiezione del 2,6%. Si prevede che gli effetti dei tagli si ripercuotano sull’anno successivo, il 2025, con una previsione di crescita del PIL del 4,7% nel 2025, una revisione al ribasso di 1,3 punti percentuali rispetto ad aprile.

Fortunatamente, l’Arabia Saudita sta diventando sempre meno dipendente dal petrolio per alimentare la sua economia. All’inizio dell’anno, il Ministero dell’Economia e della Pianificazione del Paese ha rivelato che le entrate non petrolifere raggiungeranno il 50% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del Regno nel 2023, il livello più alto mai raggiunto.

L’economia non petrolifera del Paese è stata valutata a 1.700 miliardi di Riyal sauditi (circa 453 miliardi di dollari USA) a prezzi costanti, grazie alla crescita costante delle esportazioni, degli investimenti e della spesa dei consumatori. L’anno scorso, gli investimenti del settore privato del Regno sono cresciuti di un entusiasmante 57 percento, raggiungendo il record di 959 miliardi di Riyal sauditi (254 miliardi di dollari), mentre le esportazioni di arte e intrattenimento e di servizi reali sono cresciute a tre cifre, rispettivamente del 106 percento e del 319 percento, riflettendo la trasformazione del Regno in una destinazione globale per il turismo e l’intrattenimento.

Nel frattempo, il settore alimentare ha registrato una crescita del 77 percento; i servizi di trasporto e magazzinaggio sono cresciuti del 29 percento, la salute e l’istruzione hanno registrato una crescita del 10,8 percento; il commercio, i ristoranti e gli alberghi del 7 percento, mentre i trasporti e le comunicazioni sono aumentati del 3,7 percento.

Ad aprile, il FMI aveva previsto che le economie del Medio Oriente sarebbero cresciute a un ritmo più lento rispetto alle precedenti proiezioni, a causa della guerra a Gaza, degli attacchi alle navi del Mar Rosso e della minore produzione di petrolio, che si aggiungono alle sfide esistenti dell’alto debito e dei costi di finanziamento. Il FMI prevede ora che l’economia del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) si espanderà del 2,7 percento, rispetto al 3,4 percento del suo outlook regionale di ottobre. Tuttavia, questo segnerebbe una crescita dell’1,9 percento dal 2023.


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