Economia
Ant Group, il robot umanoide R1 non è ciò che sembra: la vera sfida è il “cervello” IA cinese.
Il colosso fintech di Jack Ma, Ant Group, entra nella robotica con l’umanoide R1. Ma l’hardware è solo un pretesto: la vera ambizione è imporre la propria Intelligenza Artificiale come sistema operativo del mondo reale, grazie a una filiera tecnologica 100% cinese. Una strategia che l’Occidente osserva impreparato.
Mentre in Occidente ci si perde in dibattiti astratti sull’etica dell’intelligenza artificiale, in Cina corrono. E non solo a parole. L’ultima mossa arriva da un nome che conoscevamo per altro: Ant Group, il colosso fintech di Jack Ma, quello di Alipay.
Alla Inclusion Conference di Shanghai, l’azienda ha presentato R1, il suo primo robot umanoide, entrando a gamba tesa in un’arena tecnologica che si fa ogni giorno più affollata e strategica.
R1 promette di fare un po’ di tutto: dalla guida turistica allo smistamento di farmaci, dalla consulenza medica di base fino ad aiutare in cucina. Un maggiordomo tecnologico, insomma. Ma sarebbe un errore fermarsi alla carrozzeria. La vera strategia di Ant Group, in pieno stile cinese, è molto più astuta e non riguarda i bulloni o i servomotori.
Il “Cervello” è tutto, il corpo è (quasi) un dettaglio
A differenza di concorrenti come Tesla, che si affannano a costruire la macchina perfetta, Ant Group ha messo subito le carte in tavola: il loro vero obiettivo è sviluppare il “cervello” dei robot. Considerano gli umanoidi come il cavallo di Troia perfetto per diffondere i loro sistemi di Intelligenza Artificiale, a partire dal loro modello linguistico proprietario, BaiLing.
L’idea è semplice : perché limitare un’IA a uno schermo quando la si può inserire in un corpo che interagisce con il mondo reale? Zhu Xing, CEO della divisione robotica Robbyant, è stato chiaro: un robot in casa non servirà solo per le faccende, ma agirà come un “cervello super-intelligente” connesso al cloud, capace di apprendere e assisterci in compiti sempre più complessi.
In pratica, Ant non vuole diventare un produttore di elettrodomestici, ma il fornitore del sistema operativo della nostra vita fisica. Un passo logico per chi punta, come dicono loro, a “semplificare la vita delle persone”, che si tratti di un pagamento o di preparare la cena.
Humanoid robot chefs are here.👨🍳
Ant Group, founded by Jack Ma, and its subsidiary Lingbo Technology unveiled the Robbyant R1, a wheeled humanoid robot designed for catering services, at the Shanghai Bund Conference.
Unmanned, the R1 can prepare a dish in 10 minutes. It has… pic.twitter.com/vApVAfNgNz
— CyberRobo (@CyberRobooo) September 11, 2025
Una filiera tutta cinese per la sfida globale
C’è un altro dettaglio, per nulla secondario, che mostra gli stretti legami fra Ant e lo stato cinese. L’hardware di R1 è costruito interamente con componenti di fornitori cinesi.
In un mondo che parla di de-risking e di filiere strategiche, Pechino dimostra ancora una volta di fare sul serio. Mentre l’Europa discute e gli USA impongono sanzioni, la Cina costruisce un ecosistema tecnologico autonomo, dai semiconduttori (Ant sta testando modi per addestrare le sue IA con chip cinesi più economici) fino alla robotica avanzata.
Il messaggio è forte e chiaro: la vera competizione non si gioca tanto sull’invenzione singola, quanto sulla capacità di creare un sistema industriale integrato, scalabile e indipendente. E in questo, la Cina ha concorrenti formidabili, ma soprattutto una visione strategica che in Occidente sembra essersi smarrita tra una normativa sulla privacy e un comitato etico.
Ant, per ora, non ha fissato un prezzo e sta testando R1 in ambienti controllati. Ma la direzione è tracciata. La prossima fase della globalizzazione non sarà solo digitale, ma avrà gambe, braccia e un’intelligenza artificiale pronta a imparare. E, a quanto pare, parlerà mandarino.
Domande e Risposte
1) Che cos’è esattamente il robot R1 di Ant Group e qual è la sua particolarità?
R1 è il primo robot umanoide sviluppato da Ant Group, la società fintech legata a Jack Ma. È progettato per svolgere compiti di servizio come assistere in farmacia, fare da guida turistica o aiutare in cucina. La sua vera particolarità, però, non risiede nell’hardware, che è volutamente assemblato con componenti di fornitori cinesi, ma nel software. Ant Group punta a usare R1 come veicolo per diffondere la sua intelligenza artificiale avanzata (il modello BaiLing), trasformando il robot in un “cervello” intelligente per interagire con il mondo fisico.
2) Perché è una notizia importante che un’azienda come Ant Group entri nel settore della robotica?
È significativo perché sposta il campo di gioco. Ant Group non è un’azienda manifatturiera, ma un gigante della finanza e del software. Il suo ingresso dimostra che la prossima frontiera dell’IA non è più solo negli algoritmi o nelle app, ma nella loro applicazione fisica. Invece di competere sulla meccanica, Ant compete sul “cervello” del robot, vedendolo come la piattaforma ideale per rendere la sua IA indispensabile nella vita quotidiana. È una mossa strategica che mira a dominare il sistema operativo del futuro mondo automatizzato, unendo digitale e reale.
3) Quali potrebbero essere le ricadute economiche e geopolitiche di questa mossa?
Le ricadute sono enormi. Economicamente, accelera la corsa alla robotica di servizio, un mercato potenzialmente gigantesco. Geopoliticamente, rafforza l’autosufficienza tecnologica della Cina. Utilizzando una filiera interamente cinese, da chip a componenti, Pechino riduce la sua dipendenza dall’Occidente e si posiziona come leader in un settore strategico. Per l’Occidente, è un campanello d’allarme: mentre si concentra sulla regolamentazione, la Cina sta costruendo un ecosistema integrato per dominare la produzione e l’intelligenza artificiale applicata, con profonde implicazioni per la competitività industriale e gli equilibri di potere futuri.
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