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Anche Stark, ex falco BCE e BuBa: Italia andrebbe meglio con la sua moneta

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Il Telegraph pubblica un’intervista a Jürgen Stark, ex membro tedesco del Board della BCE ed ex vicepresidente della Deutsche Bundesbank. L’ex alto funzionario punta il dito contro il fallimento dell’euro, specialmente in termini di mancata convergenza economica dei paesi membri. E’ evidente che contrariamente alle attese le economie del Sud Europa divergono fortemente da quelle del Nord Europa e rappresentano oggi un concreto pericolo di crisi dell’UE e dell’euro. Tenere insieme paesi con strutture ecnomiche e performance diverse secondo Stark non ha più senso.

Stark ha una ricetta: un’Europa a due velocità con un blocco dell’euro costituito dai paesi fondatori della CEE meno l’Italia e con Austria e Finlandia. Quindi Belgio, Francia, Lussemburgo, Olanda e Germania più Austria e Finlandia. Secondo Stark questo blocco di paesi “like-minded”, ossia che la pensano allo stesso modo, potrebbe salvarsi da un crollo dell’UE e della moneta unica.

Sull’Italia Stark è molto chiaro: “Paesi come l’Italia, che ha visto la sua economia stagnare dalla crisi, starebbero meglio fuori dalla valuta unica. L’Italia era abituata a questa continua svalutazione della lira tra metà anni ’70 e fine anni ’90 (NdR: l’Italia entrò di nuovo in parità con ECU nel 1996).  Forse hanno bisogno di svalutazione e di una loro moneta per diventare nuovamente competitivi“.

Per il resto Stark infila la solita tirata contro QE e mancate riforme che stavolta vi risparmiamo.

Il Telegraph dal canto suo sottolinea la stagnazione italiana post-2008 con un grafico del PIL reale di fonte FMI. Stando nell’euro l’Italia recupererà il livello di Prodotto Interno Lordo del 2007 solo nel 2025, quindi in ben 18 anni. La Germania lo ha fatto nel 2016, la Francia lo farà nel 2020 e la Spagna nel 2022.

 

Insomma anche il falco delle riforme strutturali, il funzionario che diede le dimissioni dalla BCE nel 2014 per protesta contro il lassismo in materia di riforme strutturali, si accorge che di questo passo dell’Italia resterebbero solo le macerie e che nella nostra caduta trascineremmo tutta l’Unione Europea e la Germania.

Dove non potè solidarietà europea e buonsenso potrà il proverbiale egoismo europeo delle élite tedesche, forse.

 


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