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Economia

Anche lo Svimez approva il nuovo finanziamento in manovra di bilancio per la Zes unica

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Dal lato delle coperture, l’obiettivo della stabilizzazione delle finanze pubbliche viene perseguito attraverso una sensibile riduzione, nel 2026, delle spese in conto capitale (-4,7 miliardi), in larga parte riconducibili alla rimodulazione del PNRR.

Questa riduzione, si inserisce in una tendenza che negli anni recenti aveva visto un forte sostegno della spesa in conto capitale alla crescita del paese, e in particolare del Mezzogiorno.

La circostanza che questa riduzione sia riconducibile al PNRR rende ancora più importante la modalità con cui il Governo stia procedendo alla rimodulazione che dovrebbe aver notificato alla Commissione europea, in particolare per quel che concerne le modifiche tra vecchi interventi da definanziare e i nuovi da inserire e le conseguenze di queste rimodulazioni sull’allocazione territoriale delle risorse.

Con riferimento alle spese per investimenti, si segnala, inoltre, che l’articolo 129, del d.d.l. in esame, al comma 6 dispone il versamento all’Entrata del bilancio di 1.100 milioni per il 2026 e di 1.000 milioni per il 2027 di somme del Fondo per lo sviluppo e la coesione iscritte in conto residui. A ciò si aggiunge il comma 15 dell’articolo 129 dispone la riduzione complessiva di 300 milioni (100 milioni per ciascuna annualità 2026-2028) delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, ciclo di programmazione 2021-2027. In totale le dotazioni FSC si riducono complessivamente di 2,4 miliardi.

Clausola del 40% sugli investimenti ordinari e Fondo di Sviluppo e Coesione

Gli effetti negativi dei minori stanziamenti per le infrastrutture potrebbero essere attenuati dall’effettiva applicazione della “clausola” dell’articolo 11 del decreto coesione del 2024, che prevede che le Amministrazioni centrali dello Stato debbano destinare alle regioni del Mezzogiorno il 40% delle risorse ordinarie in conto capitale. Per l’effettiva implementazione di questa clausola andrebbero resi disponibili i dati risultanti dai meccanismi di monitoraggio previsti dalla norma, nonché l’introduzione di sanzioni in caso di mancato rispetto, attualmente non previsti.

Un ulteriore contributo per non frenare nel Mezzogiorno la spinta propulsiva della spesa in conto capitale potrebbe pervenire dal Fondo per lo sviluppo e coesione (FSC) per il quale la legge di bilancio prevede, per la prima volta, limiti annuali di spesa. Si tratta tuttavia di limiti elevati (7.134 milioni per il 2026, 8.684 milioni per il 2027, 8.954 milioni per il 2028) che, se effettivamente raggiunti, potrebbero dare continuità alla fase propulsiva degli investimenti nel Mezzogiorno. Dal 1° gennaio al 31 agosto 2025 il FSC ha evidenziato una spesa inferiore ai 2,5 miliardi di euro.

Assume pertanto particolare importanza un’azione del Governo volta ad accelerare l’avanzamento dei Piani sviluppo e coesione 2014-2020 e a verificare il rispetto dei cronoprogrammi di spesa previsti negli Accordi per la coesione 2021-2027 sottoscritti con le regioni. Allo stesso tempo andrebbe completata la sottoscrizione degli accordi per la coesione con i vari Ministeri. Difatti solo la scorsa settimana sono stati firmati i primi accordi per importi FSC pari a 2 miliardi.

Credito d’imposta ZES Unica

L’articolo 95 estende al triennio 2026-2028 il credito d’imposta ZES Unica, con risorse pari a: 2,3 mld (2026)1 mld (2027)0,75 mld (2028). E questo dimostra l’impegno del governo per sostenere una misura che sta dispiegando da due anni i suoi benefici effetti sulla economia del mezzogiorno.

La SVIMEZ, quindi, valuta assai positivamente l’estensione pluriennale, che riduce l’incertezza per le imprese e consente una pianificazione più stabile degli investimenti. Con la riforma della Zes Unica si sono certamente manifestati positivi segnali in termini di efficienza dello strumento agevolativo. Rispetto alla precedente governance, si è registrato un dimezzamento dei tempi necessari per avviare gli investimenti. È necessario ora affiancare alle misure orizzontali dell’intervento, quali le agevolazioni fiscali e le semplificazioni burocratiche, una maggiore selettività che favorisca lo sviluppo di filiere realmente strategiche. Un aggiornato Piano strategico, in scadenza nel 2026, potrebbe essere l’occasione, anche alla luce dell’estensione a Marche e Umbria, per favorire il cambiamento strutturale, in grado di integrare il sistema produttivo meridionale nelle filiere strategiche europee.

Per quanto riguarda “Decontribuzione Sud”, a un anno dalla norma, non è ancora operativo l’ampliamento alle grandi imprese.

Insomma la misura della Zes unica, che il presidente di Confindustria Emanuele Orsini vorrebbe diventasse un modello di sviluppo per tutta Italia, sta mostrando sempre più quale sia l’efficacia sullo sviluppo economico, di una sburocratizzazione dei processi decisionali amministrativi. La struttura di missione, guidata dall’avvocato Giosy Romano, sta macinando record su record, e la speranza di tutti è quella che il suo accorpamento nel dipartimento del sud appena creata, non abbia ricadute negative su di essa .

 

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