Attualità
ANCHE L’ITALIA FUORI DALL’EURO E DA QUESTA EUROPA DEI BANCHIERI, DELLE MULTINAZIONALI E DEI “POTERI FORTI” (di Franco Trinca)
I motivi per cui ANCHE L’ITALIA DEVE USCIRE DALLA UE sono tanti e non solo per quello più importante e noto che è la DITTATURA DI UNA MONETA-DEBITO e straniera, l’Euro, emessa dalla BCE che è una Società per azioni privata, partecipata da altrettante banke centrali PRIVATE (cioè possedute da azionisti privati!) .
Faccio un breve elenco significativo:
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la UE ci sta imponendo il TTIP, trattato-capestro e liberticida che spalancherà le porte alla deregulation USA nella sicurezza agro-alimentare e alla concorrenza spietata delle multinazionali contro i nostri piccoli-medi produttori, attribuendogli perfino il potere ricattatorio di citare gli Stati in giudizio se questi dovessero promulgare leggi in contrasto con i loro interessi;
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la UE ci ha imposto inique sanzioni alla Russia, la cui applicazione è oltretutto a nostro danno, per la crisi Ukraina innescata da un COLPO DI STATO sostenuto da USA-NATO;
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la UE ci sta imponendo una INVASIONE ISLAMICA che cambierà per sempre il tessuto sociale e culturale dell’Italia e dell’Europa;
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la UE ha imposto alle nostre scuole di ogni ordine e grado l’assurdo e diseducativo “Standard per l’Educazione Sessuale nella Scuola”; per chi lo ha studiato a fondo e analiticamente, più che di “educazione sessuale” si deve parlare di “corruzione sessuale” dei bambini e dei giovani(!);
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la politica agricola della UE ha penalizzato pesantemente il “made in Italy”;
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la UE ha imposto l’uso massiccio di OGM, specie nelle filiere mangimistiche zootecniche.
A questo elenco generale e sintetico (per niente esaustivo delle penalizzazioni per l’Italia nel rimanere sotto la “dittatura” della UE dei Bankieri e dei “Poteri forti”) voglio aggiungere un caso specifico di cui mi sono occupato a lungo (anche ora al presente) ed in modo significativo: il dramma degli ulivi del Salento, minacciati da una “sindrome da essiccamento rapido” attribuita ufficialmente (autorità fitosanitarie nazionali, europee e Commissione UE) al batterio Xylella fastidiosa; in realtà la diagnosi (e la soluzione) è contestata dalla Magistratura penale di Lecce (assistita ovviamente da consulenti scientifici) e da molti Ricercatori indipendenti (incluso il sottoscritto), che attribuiscono invece la causa della fitopatia ad un complesso mutlifattoriale (curabile con metodi agro-ecologici) e non primariamente al batterio citato, pur presente.
Gli stessi uffici competenti della regione Puglia, all’esordio ufficiale della fitopatia degli ulivi -nel 2013-, indicarono peraltro molte concause agronomiche: abbandono delle buone pratiche di cura degli ulivi come regolari potature, “slupatura” del tronco, lavorazione superficiale del terreno e concimazione, ecc., che sono state abbandonate anche a causa della crisi economica generale e di quella del settore olivicolo in particolare, danneggiato dalla politica agricola UE che dal 2010 ha attivato il “libero scambio” con undici Paesi del sud del Mediterraneo; questi hanno costi di produzione -soprattutto di manodopera- notevolmente più bassi e insostenibili per i nostri olivicultori. http://www.brindisireport.it/economia/xylella-politiche-comunitarie-abbandoni-olivicoltura-pugliese-alla-svolta.html
http://quotidianodibari.it/articoli/cronaca/il-sostegno-ue-alla-tunisia-a-discapito-dellolivic/
L’incuria ed il degrado degli uliveti hanno determinato l’impoverimento della sostanza organica e della fertilità del suolo (fattori dovuti anche all’uso di potenti pesticidi ed erbicidi come il Roundoup della Monsanto –il cui principio attivo è il famigerato glifosate-. In queste condizioni è ovvio che le difese organiche della pianta declinano e così pure la capacità di resistere agli stress ambientali, come ad esempio quello idrico; ne approfittano i parassiti, che proliferano e prendono il sopravvento: oltre alla xylella, insetti lignicoli che scavano profonde gallerie sul tronco, funghi favoriti anche da stagioni umide e poco fredde, ecc..
Il quadro agronomico degli ulivi del Salento apparve complesso (ben al di là della semplice presenza di xylella, peraltro non costante su ulivi manifestanti i sintomi dell’essiccamento) anche ai tecnici dei vari enti regionali che effettuarono le prime ricognizioni sul campo, tanto che la fitopatia fu definita ufficialmente Co.Di.R.O. (Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo).
Ciò nonostante, per il Salento è scattata la procedura prevista da una Direttiva europea (2000/29) che impone la lotta fitosanitaria obbligatoria verso i “patogeni da quarantena”, quale è classificata Xylella fastidiosa secondo le normative della EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization).
A seguire c’è stata l’emanazione, da parte della Commissione europea, di una Decisione esecutiva che di fatto, se applicata, equivarrebbe alla DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO OLIVICOLO DEL SALENTO (e potenzialmente dell’intera Puglia, qualora la xylella dovvesse essere riscontrata in altre province), in quanto il diktat europeo prevede l’abbattimento degli ulivi e di ogni altra pianta “ospite” (fra le quali molte piante spontanee della flora mediterranea) PER UNA SUPERFICIE DI PIÙ DI 3 ETTARI attorno a ciascuna albero positivo al test batteriologico (la UE impone tabula rasa in un raggio di 100 metri)… in pratica la desertificazione del Salento!!!
Ma la follia dittatoriale della Commissione europea è andata oltre… imponendo altresì l’irrorazione obbligatoria, sine die (perpetua!) e più volte all’anno, di pesticidi altamente tossici in una vastissima area geografica compresa in una fascia che in larghezza va dal mare Jonio all’Adriatico e per decine di chilometri di profondità verso il nord Salento… in pratica un TSO collettivo, ovvero l’avvelenamento di un’intera popolazione (più di 1 milione di persone), la distruzione della sua economia olivicola e del territorio, dell’ecosistema, delle falde acquifere, dell’immagine turistica e della sua stessa identità culturale e storica… per ORDINE DISPOTICO DELLA UE!!
A nulla sono valse le proteste dei cittadini della Puglia e di tanti altri in tutta Italia, delle Associazioni di olivicultori, ambientaliste, i rapporti di “Medici per l’ambiente
(ISDE)“, di alcuni Europarlamentari, di Ricercatori ed esperti che hanno documentato perfino l’IMPOSSIBILITÀ TECNICA di eradicare il batterio (quand’anche fosse –e non lo è– la principale causa del Co.Di.R.O.), alla luce di una enorme mole di documentazione tecnico-scientifica che attesta in modo incontrovertibile il fallimento di analoghi tentativi ovunque tentati ne mondo (USA, Brasile, Cina, ecc.); io stesso, a nome dell’Associazione NOGM di cui sono Presidente, ho inoltrato a marzo di quest’anno un circostanziato “Appello alla Commissione Europea”, sottoscritto anche da 7 comuni del Salento, per chiedere l’ABROGAZIONE della decisione contestata. Ma a nulla sono valse le proteste e le documentazioni scientifiche… la Commissione è sorda ad ogni ragionevole appello (c’è da dire complice il Governo e il Ministero delle Politiche Agricole, che sostanzialmente hanno SOSTENUTO il diktat europeo!) https://www.youtube.com/watch?v=egbbl8OZ3Ig e alle prove addotte da ricerche sul campo le quali documentano che GLI ULIVI SI POSSONO CURARE!! https://www.youtube.com/watch?v=hejNYDkIH9k
Gli abbattimenti di un migliaio di ulivi sani e produttivi è purtroppo già avvenuta nel 2015 e molti altri ce ne sarebbero stati SE… finalmente il 18 dicembre 2015 non fosse intervenuta la benemerita Procura di Lecce con un DECRETO DI SEQUESTRO preventivo degli ulivi dell’intera area del Salento coinvolta dalla Decisione europea e dal conseguente “piano del Commissario Silletti” e la contemporanea apertura di un pesante fascicolo d’indagine che ha visto inseriti nel “registro degli indagati” ben 10 personaggi di rilievo per i ruoli scientifici o tecnici ricoperti nel CNR di Bari, nell’Istituto di ricerca Basile Caramia e nell’Osservatorio Fitosanitario regionale, nonché lo stesso Commissario Straordinario nominato dal Governo Renzi
-Generale Silletti del Corpo Forestale dello Stato-, per: diffusione colposa di una malattia delle piante, inquinamento ambientale colposo, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, ecc.!
Cito a questo proposito, senza commentare, uno studio effettuato nel 2008 dalla “Rete europea di batteriologi” sulle possibili “armi microbiologiche”, secondo cui tra tutte le specie batteriche indagate, ne emersero soltanto 2 e … Xylella fastidiosa era una di queste!! http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/17/strage-ulivi-puglia-ipotesi-guerra-chimica/1507511/ Phttp://www.cost873.ch/_uploads/_files/Young_Phytopath2008_BioterrorismPathogens.pdf
Aggiungo che, da quanto è emerso dalle indagini della Procura di Lecce, tra il 2010 e il 2012 (poco prima dell’esplosione ufficiale del Co.Di.R.O.), proprio in uliveti intorno a Gallipoli e cioè nelle aree geografiche che successivamente saranno identificate come “focolai originari” della fitopatia, furono avviati dei campi sperimentali per curare i sintomi di essiccamento degli ulivi già notati da alcuni anni; in quel periodo fu concesso per due volte, dalle Autorità fitosanitarie, l’utilizzo in deroga (in quanto normalmente proibito) di un fitofarmaco di nome Insigna della Basf, distribuito in grossi quantitativi dai consorzi agrari ai coltivatori. “E’ possibile – scrivono i pm – che questo secondo impiego del prodotto per un periodo così lungo e senza limitazioni di trattamenti abbia scatenato l’esplosione della sintomatologia che ha poi portato alla ricerca di altri patogeni”. A questo fitofarmaco si è aggiunto l’uso sperimentale del Roundup Platinum di Monsanto (glifosate) . http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/19/xylella-procura-di-lecce-ue-tratta-in-errore-batterio-presente-in-salento-da-20-anni-indagheremo-sui-finanziamenti/2319591/
Coincidenza vuole che le medesime due multinazionali produttrici dei fitofarmaci che, secondo i consulenti scientifici della Procura, potrebbero aver favorito l’insorgere della sindrome del Co.Di.R.O., siano collegate tra loro da investimenti comuni, avendo la Basf nel 2012 investito 13,5 milioni in ricerche condotte da una società già acquisita sin dal 2008 dalla Monsanto (massima esperta mondiale di tecniche per l’ingegneria genetica): la brasiliana Allelyx (nome speculare di Xylella…) specializzata nella mappatura del genoma della Xylella, inclusi i geni che, se manipolati in laboratori competenti, possono aumentare la virulenza del batterio e determinare anche la specificità delle piante ospiti da colpire.
La vicenda degli ulivi del Salento assume i contorni di una “spy story”!!
Riprendendo la narrazione, posso dire con legittimo orgoglio di aver io stesso fornito un incisivo contributo, sempre nella veste di Presidente dell’Associazione NOGM, avendo inoltrato fin dall’inizio dello scorso anno circostanziate e formali denunce alla Procura di Lecce (e anche a quella di Brindisi), chiedendo sulla base di precisi argomenti tecnico-scientifici e normativi -che sarebbe lungo qui illustrare- proprio il sequestro cautelativo degli ulivi, al fine di salvaguarne l’incolumità e l’integrità del territorio.
La guerra di “aggressione” della UE contro gli ulivi della Puglia e la Sovranità italiana non è però ancora conclusa e il rischio di vedere distrutto il patrimonio di ulivi del Salento e inquinato il suo territorio con tonnellate di pesticidi tossici è purtroppo ancora alto; infatti il 9 giugno scorsa la Corte di in-Giustizia Europea (CGUE) ha sentenziato a favore della Decisione della Commmissione europea del 18 maggio 2015, con la quale sanciva l’obbligo per l’Italia di adottare le misure di desertificazione sopra denunciate; contro questa imposizione e i decreti attuativi nazionali per la sua applicazione, verso la fine del 2015 hanno presentato ricorso al TAR del Lazio alcuni agricoltori biologici della provincia di Lecce e proprietari di ulivi di Oria (BR); il TAR ha accolto il ricorso d’urgenza decretando la sospensione cautelare degli abbattimenti di ulivi, ma attivando nel contempo il rinvio pregiudiziale alla CGUE (previsto in questi casi che coinvolgono normative europee).
Ora quella sentenza della CGUE rischia di rimettere tutto in discussione http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/09/xylella-corte-di-giustizia-ue-bruxelles-puo-obbligare-litalia-ad-abbattere-gli-ulivi/2811993/; al momento la diga ancora in piedi che frena la valanga di abbattimenti e di ulivi e la desertificazione del Salento, è esclusivamente la vigenza del citato decreto di sequestro della procura di Lecce… ma non si sa fino a quando reggerà, perché non può essere eterno.
Dalle notizie di stampa si sa che la Procura avrebbe chiesto al GIP di prolungare altri 6 mesi la durata del sequestro e le indagini correlate; la prossima settimana dovrebbe avvenire l’incontro decisionale tra i Magistrati e l’esito è incerto… preghiamo il Cielo!
Proseguendo nella mia ostinata azione a tutela degli ulivi e del territorio del Salento, a nome dell’Associazione NOGM e nella veste anche di Consulente tecnico-scientifico di due comuni della provincia di Lecce, il 23 giungo ho inoltrato sia al Governatore della Puglia, sia alla Procura stessa una ulteriore memoria tecnico-scientifica in cui si evidenzia che esistono precedenti di pochi anni fa in cui la Commissione europea, in analoghi casi di “patogeni da quarantena”, dopo anni di inefficaci (e dannose) misure di lotta fitosanitaria obbligatoria, ha alla fine ABROGATO con nuove Decisioni le precedenti, riconoscendo il fallimento degli obiettivi di eradicazione e/o di contenimento dei patogeni, che con quelle riteneva di poter conseguire… perché allora non applicare la stessa procedura agli ulivi?!
Il Governo italiano, se avesse a cuore gli agricoltori, i cittadini e il territorio di una delle sue più belle regioni, dovrebbe esso stesso aprire un duro e coerente confronto con la Commissione europea.
Tutti noi italiani, come cittadini consapevoli dobbiamo comprendere, anche da questa specifica esperienza, la fondamentale importanza di RICONQUISTARE LA SOVRANITÀ NAZIONALE, CEDUTA ILLEGITTIMAMENTE, SOTTO IL PROFILO COSTITUZIONALE, DA UNA CLASSE POLITICA CHE PER OPPORTUNISMO E CODARDIA HA SVENDUTO L’ITALIA A POTERI SOVRANAZIONALI CHE ESPRIMONO SOLAMENTE L’INTERESSE DELLE BANKE, DELLE MULTINAZIONALI E DI CERTE LOBBIES DI POTERE.
Franco Trinca
Presidente Associazione NOGM
Coordinatore Alternativa per l’Italia -Magione-
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