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Anche Ashoka Modi è contro Draghi ed il QE

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La politica economica espansiva preannunciata da Draghi a giugno sembra non aver e molti sostenitori, a parte il volenteroso finlandese Olli Rehn, dopo che al fianco di Weidmann si sono schierati altri governatori nordici oltre che l’olandese. Ora alla liste dei critici si è agiunto anche l’economista Ashoka Modi, con un articolo su Project Sydincate.

Perchè Ashoka è contrario  ad un abbassamento dei tassi, già negativi, e ad una riedizione del QE? Semplicemente per due motivi:

  • La BCE non è credibile quando viene asvolgere le proprie politiche monetarie espansive. Il QE del 2105 è avvenuto con oltre una anno e mezzo di ritardo rispetto all’annuncio di un cambio di passo della politica monetaria, il famoso Whatever it takes, ed appena partito fu subito contestato da parte dei politici tedeschi e nordici;
  • la BCE non è una banca  centrale normale, ma serve una sorta di federazione di economie diverse, dove la risposta alla precedente politica è stata dal -0,7% dei titoli di stato tedeschi al 1% di quelli italiani. Le differenze dal punto di vista di effetto sull’inflazione core è enorme:
  • I paesi nordici non saranno disposti a comprare più debito pubblico in un QE perchè da un lato questo abbatte eccessivamente i tassi di interesse sul loro  debito, dall’altro non vogliono acquistare troppo debito pubblico italiano;
  • Gli effetti sul sistema bancario sono devastanti, come mostra il rapporto fra valori di libro e di mercato, che viene ad indicare una situazione molto diversa fra banche americane ed europee. Il valore diverso è legato alle diverse prospettive di redditività, nel tempo, degli istituti, legato alla diversa possibilità di lucrare sull’intermediazione finanziaria. Il tagli dei tassi riduce i margini di intermediazione e quindi manda in crisi gli istituti di credito.

Insomma la politica espansiva può tirare, ma non spingere l’economia, per cui Ashoka è contrario ad una ulteriore dose di “Spinta” monetaria.


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