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Altro che ripresa, la deflazione la fa da padrona. Novembre a -0,4%.

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Di male in peggio.
La ripresa annunciata da Renzi?  l’Italia a novembre piomba nella deflazione più profonda, -0,4% su base mensile ed un misero +0,1% su base annua,  malgrado ci sia in corso il QE di Draghi, con l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% in Europa, è inutile quindi parlare di successo di questa politica monetaria della BCE.

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Il calo dei prezzi su scala nazionale è da imputare ovviamente alla contrazione di consumi, all’inefficacia del QE di essere quell’anello di congiunzione con l’economia reale, ma solo con quella della finanza che sta tenendo bassi i rendimenti dei titoli di Stato, anche a tassi negativi proprio perchè si scommette sulla deflazione.
Alla base di tutto ciò vi è la “necessità” di recuperare competitività con la Germania, principale Paese in surplus commerciale e quindi l’Italia ha bisogno di una buona quota di disoccupati per mantenere i salari bassi, limitare i consumi che sono logica conseguenza dell’occupazione e di un alto tasso di importazioni grazie alla moneta unica e infine motore dell’inflazione.Da qui si può evincere che la Germania, con la sua inflessibilità nell’essere meno competitiva, esporta deflazione nel resto d’Europa.

Tali fattori, come un’inflazione media e una buon tasso di occupazione, farebbero aumentare il negativo della bilancia pagamenti, in assenza di una moneta flessibile.
Pertanto la deflazione con i suoi effetti collaterali, ad esempio l’aumento degli interessi reali sul debito, (realtà che comunque  porta un guadagno alla Germania in primis, dal momento che è il principale Paese creditore d’Europa), sono parte funzionale delle “riforme” per la competitività in presenza di una moneta rigida tra vari Stati.
Attendiamoci, in base al dato negativo dell’inflazione, un probabile aumento della disoccupazione, secondo la logica della curva di Phillips…
Buona Fortuna


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