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Alta tensione a Hormuz: l’Iran torna a colpire e sequestra una petroliera

Torna la “guerra delle petroliere”: l’Iran sequestra una nave nello Stretto di Hormuz. Ecco cosa sta succedendo e perché la situazione è esplosiva.

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Dopo un lungo periodo di calma apparente, la tensione nello Stretto di Hormuz torna a livelli di guardia. Nella giornata di venerdì, le forze iraniane hanno sequestrato una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall, segnando un brusco ritorno alle vecchie abitudini di confronto nel braccio di mare più strategico per il petrolio mondiale.

Da Teheran, l’agenzia statale IRNA tenta di minimizzare, parlando quasi di “routine”: la nave sarebbe stata intercettata per “contrabbando di carburante”, un’azione definita come perfettamente legale secondo le leggi della Repubblica Islamica.

Una versione che, tuttavia, non convince affatto l’Occidente. Un funzionario statunitense e diversi gruppi privati di sicurezza marittima, tra cui la britannica Vanguard, dipingono infatti un quadro molto diverso. La petroliera, identificata come la Talara, sarebbe stata “dirottata con la forza” nelle acque territoriali iraniane mentre era in transito da Ajman (Emirati Arabi Uniti) verso Singapore.

L’operazione, secondo Vanguard, porta la firma inconfondibile del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), l’unità d’élite che gestisce le operazioni navali più aggressive contro navigli stranieri. Testimoni avrebbero osservato tre piccole imbarcazioni veloci dell’IRGC avvicinarsi alla Talara prima che questa deviasse bruscamente la rotta.

E gli Stati Uniti? Non sono rimasti a guardare. Come riportato da AP, un drone della U.S. Navy, un MQ-4C Triton, ha sorvolato l’area per ore, monitorando dall’alto l’intera operazione di sequestro. Un chiaro segnale che Washington, nonostante tutto, mantiene un occhio vigile sullo Stretto.

Secondo il Lloyd’s List, la nave appartiene al gruppo greco Coronis Family Group of Companies, che per ora non ha rilasciato commenti.

Questo incidente non è un fulmine a ciel sereno. Le tensioni nella regione sono ai massimi livelli da quando Teheran ha giurato vendetta per la “guerra dei 12 giorni” dello scorso giugno, che, ricordiamo, ha visto un attacco a sorpresa israeliano e un bombardamento americano (secondo le fonti) contro le principali installazioni nucleari iraniane. Il sequestro della Talara potrebbe essere solo la prima, e non l’ultima, preoccupante risposta di Teheran a quegli eventi.

Domande e risposte

Perché l’Iran ha sequestrato proprio ora questa nave? Sebbene la motivazione ufficiale di Teheran sia il “contrabbando”, l’azione è quasi certamente una ritorsione politica e militare. L’incidente si inserisce in un clima di altissima tensione dopo la “guerra dei 12 giorni” di giugno, durante la quale USA e Israele hanno colpito i siti nucleari iraniani. Questo sequestro, operato dai potenti Guardiani della Rivoluzione (IRGC), è un segnale che l’Iran intende dimostrare di avere ancora il pieno controllo dello Stretto di Hormuz e di non temere di usare la forza, nonostante le pressioni subite.

Quali potrebbero essere le conseguenze economiche? Lo Stretto di Hormuz è un “collo di bottiglia” vitale da cui transita circa un quinto del petrolio mondiale. Ogni aumento della tensione in quest’area impatta i mercati. Il rischio immediato è un aumento drastico dei costi assicurativi per le navi cisterna. Se gli incidenti dovessero moltiplicarsi o se l’Iran minacciasse una chiusura, potremmo assistere a un’impennata del prezzo del greggio, dovuta ai timori di un’interruzione delle forniture. La stabilità energetica globale è direttamente legata alla sicurezza di questo passaggio.

Chi sono gli IRGC, i Guardiani della Rivoluzione? L’IRGC (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica) non è solo un’unità militare d’élite, ma un potentissimo centro di potere politico ed economico in Iran. Rispondono direttamente alla Guida Suprema e gestiscono un apparato militare parallelo (inclusa la marina che opera nello Stretto) e vasti interessi economici. Sono considerati l’ala più “dura” e ideologica del regime, spesso protagonisti di operazioni aggressive per affermare la sovranità e l’influenza iraniana nella regione. Il loro coinvolgimento diretto sottolinea la serietà della mossa.

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