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ALLOSANFANDELAPATRI: la Francia e i dolori del giovane Salsicciaio numero due

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“Se Atene piange Sparta non ride”

 

Ma non è che i Francesi si trovino in una situazione molto migliore della nostra. Diamo un’occhiata e cerchiamo di comprendere le azioni del governo “pseudosinistro” del Salsicciaio numero 2: Hollande!

Il quadro economico in base alla legislazione vigente è il seguente:

FRANCIA 1

L’austerity continua imperterrita! Ma un briciolo di crescita ancora c’è! Mi ricorda tanto le battute di Beppe Grillo qualche lustro fa quando diceva “c’è la ripresina” per prendere in giro i politici di allora.

  • deficit di bilancio passa da 4% del 2014 al previsto 3,4 del 2016;
  • la crescita, addirittura, salta dallo 0,2% del 2014 al previsto 1,5 del 2016.

Come è possibile?

Ovviamente i benefici sono dati esclusivamente da 3 fattori:

  1. la svalutazione dell’euro (allora vedi che la svalutazione funziona e non è affatto da demonizzare);
  2. il prezzo basso del petrolio (trattato in dollari ha permesso di compensare la svalutazione dell’euro per prevenire problemi alla bilancia commerciale);
  3. un percorso di rientro verso il pareggio di bilancio più attenuato rispetto a quanto suggerito dai tecnici.

 

Ecco il vero percorso che avrebbe dovuto applicare Hollande al suo paese:

FRANCIA 4

In pratica, il duo di pseudosinistri francesi Hollande-Valls ha preferito arrivare al 2020 con un deficit allo 0,7% quando secondo il FMI solamente uno 0,3% avrebbe la possibilità di garantire il pareggio di bilancio strutturale.

Invece i nostri galletti pseudosinistri hanno preferito attuare l’austerity, sempre distribuendola a dosi massicce, seguendo però un percorso meno duro di quello auspicato dai vari organismi che pensano al bene degli individui di ogni nazione del pianeta.

Sempre austerity è!

Il motivo di continuare ad erogare massicce dosi di austerity al paese? Ancora le cose non vanno bene:

FRANCIA 6Le quote di mercato internazionale tedesche (al 2014) hanno tenuto, sono invece crollate quelle della Francia. Il motivo di tale crollo è da individuare nella perdita di competitività internazionale delle merci francesi:

FRANCIA 7

Il REER Francese è notevolmente peggiorato paragonandolo a quello Tedesco (calcolato sulla base dell’ULC, ovvero dell’Unit Labour Cost).

Quindi avanti tutta con l’austerity, per massacrare il mercato del lavoro, aumentare la disoccupazione nel paese e conseguire i più elevati livelli possibile di deflazione salariale!

Purtroppo per il nostro Salsicciaio numero due, dosi più o meno massicce di austerity hanno delle tremende conseguenze per l’industria che, normalmente, vende sia all’estero che entro i propri confini:

FRANCIA 5

Gli investimenti crollano in modo incredibile (poiché nella fase della deflazione i prezzi tendono ad abbassarsi sino al livello più o meno sostenibile dal paese ove la disoccupazione dilaga e in cui le persone cominciano a riscuotere con minore regolarità dai propri datori di lavoro).

Questa fase ancora non è stata vissuta dalla Francia. Notate come nel grafico suesposto, accanto colonnina rossa della Germania, si abbia una colonnina bluastra con un calo infinitesimale). Come tale, i galletti devono ancora passare per la notte buia sperimentata da Italia e Spagna!

Purtroppo ci dovranno comunque passare poiché il loro REER è notevolmente peggiorato nel corso dei 3 lustri dell’euro e questo si è riflettuto in un poderoso peggioramento dell’export netto di beni e servizi.

FRANCIA 8

Ed è per questo, per questo unico motivo, che anche la Francia come l’Italia ha un potenziale di crescita molto ma molto limitato.

FRANCIA 3

  • 04% il contributo degli investimenti (grazie al QE di Draghi che alle banche da denaro al 0% e che viene rigirato alle imprese al 3%);
  • 0,3% il contributo del lavoro (crescita massa salari distribuita);
  • 0,5% il contributo della total factor Productivity (ovvero di tutti quegli elementi oramai noti da tempo).

 

Eppure, come in Italia, anche in Francia squilli di tromba per infondere fiducia, Salsiccianamente, nel futuro. Purtroppo, mi spiace per gli amici galletti, anche il loro futuro è segnato, comune al nostro ed individuabile tra le righe del seguente detto:

C’è una tale crisi che è allo studio l’ipotesi di un maxi taglio delle province. Resterà solo la provincia di Berlino.
(Fragmentarius)

Maurizio Gustinicchi

A MAURI E IL PROF

 

 

 


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