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Difesa

Allarme Rosso per le Forze Armate USA: Incidenti aerei a +55%, miliardi bruciati e 90 vite perse. Pentagono sotto accusa

Disastro Aereo USA: +55% di incidenti e 9 Miliardi bruciati. Il Pentagono nei guai. Un nuovo report svela un’impennata scioccante di incidenti gravi nell’aviazione militare USA tra il 2020 e il 2025. Tra “bare volanti” e piloti poco addestrati, ecco i numeri di una crisi senza precedenti

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C’è qualcosa che non va nei cieli americani, e non stiamo parlando di palloni spia cinesi o di oggetti non identificati. Stiamo parlando di un’emorragia di denaro pubblico, mezzi e, purtroppo, vite umane che sta colpendo la più potente macchina da guerra del mondo. I dati appena rilasciati dal Dipartimento della Difesa (DoD), su pressione della senatrice democratica Elizabeth Warren, dipingono un quadro a tinte fosche per l’aviazione militare statunitense: un aumento del 55% degli incidenti gravi negli ultimi quattro anni.

Non si tratta di semplici tamponamenti sulla pista. Parliamo di “Class A mishaps“, la categoria più grave, quella che comporta danni superiori ai 2,5 milioni di dollari, la distruzione del velivolo o, nel peggiore dei casi, la morte o l’invalidità permanente del personale. Un disastro non solo umano, ma anche contabile, che farebbe impallidire qualsiasi revisore dei conti.

Andamento degli inciendnti classe A, impressionante quello che sta succeendo nei Marines

I Numeri del Disastro: Un Buco da 9 Miliardi di Dollari

Se analizziamo le cifre fredde – come piace fare a noi per capire la sostenibilità dello sforzo militare – il bilancio è terrificante. Tra il 2020 e il 2024, gli incidenti aerei hanno causato:

  • 90 decessi tra membri del servizio e dipendenti civili del DoD.
  • 89 aerei completamente distrutti.
  • Una perdita economica diretta di 9,4 miliardi di dollari.

Per dare un’idea della grandezza, è come se il Pentagono avesse preso una manovra finanziaria di un paese europeo di medie dimensioni oppure se fossero affondate due portaerei come la Ronald Raegan. Il tasso di incidenti di Classe A è passato da 1,30 per 100.000 ore di volo nel 2020 a 2,02 nel 2024. Un trend che non accenna a fermarsi e che, anzi, sembra aver subito un’accelerazione preoccupante proprio nell’ultimo anno fiscale.

La Classifica dell’Inefficienza: Marines in Caduta Libera

Non tutte le forze armate USA “cadono” allo stesso modo. I dati mostrano disparità notevoli tra i vari corpi, con i Marines che sembrano aver dimenticato la loro leggendaria disciplina, almeno per quanto riguarda la sicurezza aerea.

Ecco come si è evoluta la situazione (tasso di incidenti per 100.000 ore di volo):

  • US Marines: Il tasso è quasi triplicato, passando da 1,33 a 3,91. Un disastro operativo.
  • US Army: Più che raddoppiato, da 0,76 a 2,02.
  • US Air Force: Un incremento più contenuto ma costante, da 1,72 a 1,9.
  • US Navy: Salito da 1,12 a 1,76 (dopo un picco nel 2022).

È evidente che non si tratta di sfortuna. Quando l’Esercito definisce l’anno fiscale 2024 come un anno da “non ripetere mai più”, ammettendo l’interruzione di un trend positivo che durava dal 2006, significa che ci sono problemi strutturali profondi.

CV-22B

I “Colpevoli”: Osprey e Black Hawk nel Mirino

Se guardiamo ai mezzi coinvolti, emergono nomi noti, spesso al centro di polemiche feroci.

  • Il V-22 Osprey, il convertiplano che vola come un aereo e atterra come un elicottero, si conferma una macchina complessa e letale. Sebbene non sia il primo per numero di incidenti, è tristemente “efficiente” quando si tratta di fatalità: oltre un quinto delle 90 morti totali sono avvenute su varianti dell’Osprey. Non sorprende che questo velivolo sia da anni sotto la lente d’ingrandimento per la sua delicatezza meccanica e sia anche stato messo a lungo a terra.
  • Tuttavia, il primato per il tasso di incidenti spetta all’UH-60 Black Hawk (e derivati), il mulo da soma dell’esercito USA, con 23 incidenti ogni 100.000 ore di volo.

Seguono a ruota l’F-18 Super Hornet e il trasporto C-17. Il Black Hawk, in particolare, sta soffrendo un danno d’immagine enorme che si ripercuote sull’export: la Malesia ha recentemente cancellato un ordine da 44 milioni di dollari dopo che il monarca locale ha definito questi elicotteri “bare volanti”. Quando la reputazione crolla, le commesse svaniscono, anche se la perdita più dolorosa resta quella delle vite umane a bordo.

L’UH60 è un mezzo molto utilizzato, spesso in ambienti complessi e a bassa quota. Aggiungiamo che si tratta di un aereo molto complesso, di non facile manutenzione, spesso ormai molto utilizzato, ed abbiamo un mix perfetto per un incidente.

UH-60L Black hawk a bassa quota sull’Iraq

2025: L’Anno Nero Continua

Se pensavate che il 2024 fosse l’anno horribilis, il 2025 non promette nulla di buono. I dati parziali e gli eventi di cronaca recenti mostrano un’escalation di errori umani e guasti tecnici. Tra gli episodi più clamorosi citati nel report e nelle cronache recenti:

  • La collisione nei cieli di Washington DC a gennaio tra un Black Hawk e un jet di linea dell’American Airlines (67 morti), causata da altimetri guasti e comunicazioni perse.
  • La portaerei USS Harry S. Truman che perde due F/A-18 in poche settimane: uno per un atterraggio sbagliato, l’altro letteralmente scivolato dal ponte in mare (una scena da commedia slapstick, se non costasse 60 milioni di dollari a pezzo).
  • L’incidente di “fuoco amico” della USS Gettysburg che ha abbattuto un proprio caccia.

F/A-18F Super Hornet, Strike Fighter Squadron 41 (VFA-41) della USS Nimitz.

Le Cause: Troppa Pressione o Poca Manutenzione?

Perché accade tutto questo? Gli analisti, e lo stesso ex pilota John Nance, puntano il dito su un mix letale:

  1. Ritmi operativi insostenibili: La fine delle operazioni in Afghanistan non ha portato riposo. Le tensioni globali costringono i piloti a turni massacranti e rischieramenti continui.
  2. L’Eredità del COVID-19: La pandemia ha ridotto drasticamente le ore di volo addestrative. I piloti sono meno esperti, meno “allenati” all’imprevisto. La “memoria muscolare” si è arrugginita, e in volo questo si paga caro.
  3. Manutenzione: Con un tasso di usura così alto, la logistica non sta al passo.

La senatrice Warren ha ottenuto l’inserimento nel National Defense Authorization Act (NDAA) di norme che obbligano il Pentagono a una maggiore trasparenza. Il Congresso vuole vederci chiaro: non si possono chiedere budget faraonici se poi si perdono aerei per errori banali o manutenzione carente.

Rimettere al centro la cultura della sicurezza

Siamo di fronte a un classico esempio di inefficienza statale su vasta scala. Mentre si discutono budget miliardari per nuove armi futuristiche, le forze armate USA faticano a tenere in aria ciò che hanno già. Per il contribuente americano (e per la sicurezza globale), questo è un segnale d’allarme che non può essere ignorato. La “cultura della sicurezza” sembra essersi dissolta, sacrificata sull’altare dell’operatività a tutti i costi. E il conto, salatissimo, lo paga l’erario.

C-17 Globemaster III

Domande e Risposte

Perché c’è stato un aumento così marcato degli incidenti aerei militari USA?

L’aumento è attribuito a una combinazione di fattori (“tempesta perfetta”). In primo luogo, l’elevato ritmo operativo e le crescenti richieste globali stressano equipaggi e macchine. In secondo luogo, gli effetti a lungo termine della pandemia di COVID-19 hanno ridotto le ore di volo e l’addestramento, erodendo la competenza dei piloti. Infine, problemi di manutenzione e l’invecchiamento di alcune piattaforme contribuiscono al deterioramento della sicurezza.

Quali sono gli aerei più pericolosi secondo i nuovi dati?

In termini di frequenza di incidenti, la famiglia degli elicotteri H-60 (Black Hawk) detiene il primato negativo con 23 incidenti ogni 100.000 ore di volo, seguita dagli F-18 Super Hornet e dai C-17. Tuttavia, se guardiamo alla letalità, il V-22 Osprey è il più preoccupante: pur avendo meno incidenti totali, è responsabile di oltre il 20% delle morti registrate nel periodo, confermandosi un velivolo estremamente critico.

Qual è l’impatto economico di questi incidenti per gli Stati Uniti?

L’impatto è devastante. Tra il 2020 e il 2024, le perdite dirette ammontano a circa 9,4 miliardi di dollari. Solo nel 2023, il costo degli incidenti di “Classe A” è salito a 2,9 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge il costo umano inestimabile e la perdita di operatività strategica dovuta alla distruzione di quasi 90 velivoli complessi.

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