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ALLA VIGILIA DEL GOVERNO. PERO’ IL DIVERTIMENTO VERRA’ DOPO. NUOVI EQUILIBRI E SCHIERAMENTI POLITICI.

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Cari amici,

lunedì sapremo se partirà il governo.Il programma è stato compilato, accettato dai Cinque Stelle e oggi e domani ci saranno i gazebo della Lega. Dubito che ci sia da aspettarsi delle sorprese, ma , più che altro, si tratta di una mossa di pubbliche relazioni per comunicare alla base i contenuti ed averne il feedback.

Se non vi saranno contrasti lunedì avremo il nome del premier prescelto, probabilmente fra le fila dei Cinque Stelle. In queste ore vi sono gli ultimi tentativi da parte dei soliti Mass Media marci di  far saltare l’intesa, o di dirigerla  verso nomi “Tecnici”, come indica il nome di Conti fatto ripetutamente, da “Repubblica”, house organ degli interessi inquinati nel nostro paese. L’unica cosa un po’ particolare è il suo nome come “Amico del Popolo” che richiama Marat, e questo non è proprio di buon auspicio per lui e per l’opposizione.

Sicuramente l’intesa, se partirà, porterà a notevoli cambiamenti in tutta la geografia politica italiana, e nella distribuzione del potere. Vediamo separatamente i due aspetti.

  • L’autocandidatura di Berlusconi a presidente del consiglio ha diversi gradi di lettura: quella psicologica, per cui il vecchio leone non può ammettere che qualcuno prenda il suo posto sino a morirne nell’ultimo combattimento; quella interna, per cui deve accontentare l’ala europeista cavalcante dei vari Tajani , Comi, etc, che vede ne Leuropa la base del proprio potere , quella di riaffermazione della propria centralità nel gioco politico, con la speranza di tornare veramente in un ruolo di primo piano con il PD, ed infine quella di mostrare la propria omogeneità e fedele sudditanza ai signori del PPE. Non è a caso che la sua presa di posizione ha seguito di pochissimo il meeting del PPE a Sofia, dove sarà stato spinto a a rompere con la  Lega. Qui si mostrano le incoerenze del centrodestra, che non è omogeneo ideologicamente e , soprattutto, ha un leader che non accetta posizioni paritarie. Il problema è che, al contrario del 1991 e del 1994, questa volta non è lui ad essere stato tradito, ma lui ad aver mancato la parola, ed il suo elettorato è molto sensibile a questi comportamenti. C’è poi un altro problema: il potere. Parliamoci chiaro, chi è entrato in FI lo ha fatto non per una purezza ideologica, ma per esercitare il potere. La posizione berlusconiana li mette fuori dai grandi giochi, mentre localmente sono legati all’allenza con la Lega. Se il governo partirà entrerà in gioco lo spoil system e ci saranno molte tentazioni per le poltrone da coprire: sino a quando saranno in grado di resistervi?
  • In questo gioco Fratelli d’Italia rischia di fare la fine del vaso di coccio fra quelli di ferro. Il suo elettorato è chiaramente più vicino a quello della Lega sia come idee, sia come atteggiamenti, mentre la leadership è una sorta di costola uscita dal precedente PdL, formatasi sotto l’ala berlusconiana o a questa convertitasi. Ora andare con Forza Italia significa seguire i capi, ma umoralmente, tradire la base. Come si fa ad essre anti immigrazione e poi chiedere la collaborazione de Leuropa che ci inonda di immigrati? Come si può chiedere un piano di investimenti e nello stesso tempo il rispetto delle normative europee di bilancio ? Insomma come si può essere moderatamente nazionalisti e transazionali allo stesso tempo? I sondaggi stanno mostrando che, infatti questa posizione è difficile da sostenere e prima o poi i nodi verranno al pettine. FdI diventerà grande, o rimarrà sotto tutela di Berlusconi ?
  • Nel PD si profila ormai la vittoria, ennesima, di Renzi. Odiato, ma insostituibile perchè, se non altro, è l’unico ad avere un minimo di visione nel partito, per il resto privo di una testa. Lo si è visto oggi dove, con tutti contro, ha imposto la propria posizione in modo facile. Lui sarà segretario sino al prossimo congresso, quindi gestirà anche le Europee, restando dominus di una macchina scassata. Sinora il PD ha avuto ragione d’essere nella gestione del potere, ancora più che FI, obbligata a condividerlo con la Lega. Il Renzismo non ha mai avuto alleati stabili e paritari  con cui era necessario trattare, ma, al massimo, acquisti che venivano pagati, politicamente, il giusto per poi abbandonarli al loro destino. La divisione del potere è il senso del PD e questo spiega la fedeltà assoluta al leader, visto come “Dante” dello stesso. Ora si trova  di fronte al rischio di esserbe escluso e di dover fare, per la prima volta da 25 anni, opposizione vera, non “Commerciata” come con Berlusconi. Sinora ha retto perchè i suoi uomini, piazzati nei media e nei punti chiave, cantano ancora la sua litania, ma fino a quando questo durerà con un nuovo governo?
  • Comunque si profila una nuova divisione politica: forze innovatrici, o meglio nuove (M5s e Lega), da un lato, forze conservatrici (PD e Forza Italia) dall’altro. In mezzo FdI che non sa se essere carne o pesce. Usciamo dalle divisioni destra e sinistre ed entriamo in un nuovo quadro. Chi saprà interpretarlo meglio ?

 

 

 


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