Attualità
Airbus riduce i propri obiettivi: non riesce a produrre gli aerei promessi
Nonostante l’enorme domanda Airbus non riesce a raggiungere gli obiettivi di produzione di 75 aerei al mese nel 2024. Mancano componenti e motori. Intanto le attività spaziali deludono
Airbus, nonostente le ottime premesse, ha dovuto dare delle mediocri notizie. Il gruppo aerospaziale e di difesa europeo è stato costretto a rivedere al ribasso i suoi obiettivi di produzione per il 2024, insieme alle proprie previsioni economiche.
La notizia più eclatante è la difficoltà di Airbus di continuare a incrementare la produzione al ritmo desiderato. Ancora una volta, il costruttore ha dovuto rimandare i suoi obiettivi per la famiglia A320 NEO, il cuore della sua produzione.
L’obiettivo senza precedenti di produrre una media di 75 aeromobili al mese sarà raggiunto solo nel 2027. Si tratta di un anno in ritardo rispetto a quanto annunciato dal costruttore di aeromobili solo poco tempo fa. Alla fine del 2023, aveva persino dichiarato che stava “facendo buoni progressi” verso questo obiettivo.
Solo 770 aerei entro il 2024
Questo avrà ripercussioni già da quest’anno. Airbus spera ora di consegnare 770 aeromobili nel 2024, rispetto alla sua precedente previsione di 800. Se questa previsione dovesse confermarsi, si tratterebbe comunque di un aumento rispetto ai 735 aeromobili prodotti nel 2023, e sarebbe il terzo miglior totale nella storia del gruppo, ma non sarebbe pari al numero precedentemente previsto.
Questo aggiustamento è dovuto, secondo un comunicato stampa, a “problemi specifici e persistenti nella catena di fornitura, soprattutto per quanto riguarda i motori, le aerostrutture e le attrezzature di cabina”. Qualche giorno fa, in occasione del Paris Air Forum organizzato da La Tribune, Guillaume Faury, Presidente Esecutivo di Airbus, ha spiegato l’importante lavoro in corso per rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento.
“La domanda rimane molto forte, non c’è dubbio, ma il percorso per raggiungerla è complesso e siamo rallentati da diversi fattori, e continuiamo ad essere rallentati dalla catena di fornitura”, ha detto Guillaume Faury all’AFP lunedì.
In particolare, si dice che la situazione sia “peggiorata negli ultimi mesi”. “Ci troviamo in una situazione in cui entrambi i produttori di motori (Pratt & Whitney e CFM International, n.d.r.) sono a corto di motori per gli aerei a corridoio singolo, e ci troveremmo con un numero significativo di alianti, aerei senza motori, entro la fine del trimestre” se il ritmo non venisse rallentato. E consegnare degli alianti per il trasporto passeggeri pare non sia un gran business.
All’inizio di giugno, Olivier Andriès, CEO del gruppo Safran, che alimenta parte della famiglia A320 NEO attraverso CFM International, ha analizzato la situazione come segue: “Ci troviamo in una situazione sorprendente: la domanda non è mai stata così forte sia nel settore civile che in quello militare, e l’offerta non è mai stata così fragile. Ci troviamo in un periodo di tensione tra i clienti che chiedono più consegne e una catena di fornitura che fatica a soddisfarle. Ma l’industria aerospaziale ha dovuto assorbire shock successivi: Covid, poi l’invasione dell’Ucraina, lo shock energetico, lo shock inflazionistico… Shock che hanno scosso l’intero settore. Le cose dovrebbero andare meglio entro il 2025”.
Se l’aviazione non ride lo spazio piange
A questi problemi di produzione sugli aerei commerciali si aggiungono le difficoltà nel settore spaziale, con problemi su alcuni programmi di telecomunicazione, navigazione e osservazione spaziale. Di conseguenza, Airbus ha contabilizzato quasi 1 miliardo di euro di costi aggiuntivi per il primo semestre del 2024, dopo i 600 milioni di euro dello scorso anno.
Secondo il comunicato stampa, questi oneri sono stati registrati a seguito di “una revisione tecnica approfondita di tutti i programmi, che ha identificato nuove sfide commerciali e tecniche” da parte della direzione di Airbus Space Systems. “Questi oneri si riferiscono principalmente alle ipotesi aggiornate sui programmi, sul carico di lavoro, sulle fonti di approvvigionamento, sui rischi e sui costi nel corso della vita di alcuni programmi di telecomunicazione, navigazione e osservazione”, ha dichiarato il gruppo. Secondo AFP, ciò si applica in particolare ai nuovi satelliti geostazionari per telecomunicazioni Onesat, che, evidentemente , incontra problemi che Starlink ha già risolto.
Airbus ha rivisto al ribasso i suoi obiettivi finanziari per l’anno in corso. La previsione per l’utile operativo rettificato è stata ridotta da un intervallo compreso tra 6,5 e 7 miliardi di euro a un obiettivo di 5,5 miliardi di euro. Il flusso di cassa libero (prima del finanziamento dei clienti) ha subito un destino simile, scendendo da 4 miliardi di euro a 3,5 miliardi di euro. La società europea non riesce a crescere, nonostante l’ambiente competitivo estremamente favorevole.
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