Difesa

Airbus presenta l’MQ-72C Lakota, l’elicottero drone che rivoluziona la logistica militare

Airbus, in collaborazione con Shield AI, lancia l’MQ-72C Lakota, un drone derivato da un elicottero collaudato, per rivoluzionare la logistica dei Marines USA. Mentre la competizione con la Sikorsky di Lockheed Martin si accende, quale sarà la risposta dell’industria italiana?

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Il gigante europeo Airbus ha compiuto un passo decisivo nel settore della difesa senza pilota, annunciando il successo del primo volo dell’elicottero drone MQ-72C Lakota.

Sviluppato in collaborazione con la società tecnologica Shield AI, questo velivolo è destinato a ridefinire le capacità logistiche del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, inserendosi nel competitivo programma ALC (Aerial Logistics Connector). Un progetto che non solo rafforza la posizione di Airbus nel mercato americano, ma che delinea anche il futuro del supporto tattico sui campi di battaglia moderni.

Immagine del primo volo del Lakota – Airbus

Un drone dalle solide basi: l’MQ-72C Lakota

Il primo volo di prova, condotto a Grand Prairie, in Texas, ha visto l’MQ-72C operare sotto il controllo diretto del software di volo autonomo “Hivemind” di Shield AI, integrato con il sistema Helionix di Airbus. L’aspetto più notevole è che l’integrazione del software ha richiesto meno di due mesi, a dimostrazione della flessibilità della piattaforma.

L’MQ-72C non nasce dal nulla: è una derivazione dell’elicottero utility UH-72A Lakota, un velivolo ampiamente collaudato e in servizio con l’esercito statunitense, basato sul civile H145. Questa scelta strategica permette ad Airbus di offrire una soluzione a basso rischio tecnico e con una logistica già consolidata, grazie a una flotta che ha accumulato oltre 1,7 milioni di ore di volo.

Le caratteristiche tecniche del drone sono notevoli:

  • Lunghezza: 13,5 metri
  • Altezza: 4 metri
  • Peso massimo al decollo: 3.800 kg
  • Velocità di crociera: 250 km/h
  • Altitudine massima: 6.100 metri (20.000 piedi)
  • Autonomia: Oltre 650 km
Queste specifiche rendono l’MQ-72C un candidato ideale per missioni di rifornimento in ambienti operativi complessi e distribuiti, come quelli previsti dal concetto EABO (Expeditionary Advanced Base Operations) dei Marines.

L’importanza strategica per Airbus e il programma ALC

Il programma Aerial Logistics Connector (ALC) mira a sviluppare sistemi aerei autonomi per il trasporto di rifornimenti e materiali in scenari di conflitto dove le tradizionali linee logistiche sarebbero troppo vulnerabili. Per Airbus, aggiudicarsi una fetta di questo programma significa entrare in un settore ad altissimo valore tecnologico e strategico.

MQ-72 in azione – immagine ricreata

Per rafforzare la sua proposta, Airbus ha stretto partnership chiave. Oltre a Shield AI per l’autonomia di volo, ha collaborato con L3Harris per integrare un’infrastruttura di comunicazione digitale e con Parry Labs per fornire soluzioni software e hardware all’avanguardia. Questo approccio basato su un’architettura aperta (Open Systems Architecture) consente una rapida integrazione di nuove tecnologie e una maggiore flessibilità operativa, adattandosi facilmente a diversi tipi di missioni e carichi.

La concorrenza non sta a guardare: i progetti di Sikorsky

Airbus non è l’unica azienda a competere per il futuro della logistica aerea autonoma. Anche Sikorsky, colosso americano parte di Lockheed Martin, è in prima linea con il suo sistema di autonomia di volo MATRIX. Questo software è il cuore del programma ALIAS della DARPA ed è stato testato a fondo sull’elicottero UH-60 Black Hawk, trasformato in una piattaforma a pilotaggio opzionale.

l’UH-60 che vola senza nessun pilota Lockheed

Sikorsky ha già dimostrato le capacità del suo sistema con voli completamente autonomi e persino controllando a distanza un Black Hawk da quasi 500 km di distanza. L’azienda intende utilizzare queste tecnologie per proporre una propria soluzione per il programma ALC, sfruttando la robustezza e la diffusione del Black Hawk. La competizione tra Airbus e Sikorsky si gioca quindi su piattaforme collaudate e software di intelligenza artificiale sempre più sofisticati.

E l’Italia? Le prospettive per Leonardo

Di fronte a questi sviluppi, sorge spontanea una domanda sul posizionamento dell’industria nazionale. Leonardo è un leader mondiale nel settore degli elicotteri e da tempo investe in tecnologie senza pilota, come dimostra il programma dell’elicottero drone AWHERO.

Tuttavia, la rapidità con cui Airbus e Sikorsky stanno avanzando nel campo della logistica pesante autonoma per applicazioni militari pone una sfida significativa. Per rimanere competitiva in questo segmento strategico, Leonardo dovrà probabilmente accelerare lo sviluppo e l’integrazione di sistemi autonomi avanzati sulle sue piattaforme più performanti. La corsa alla logistica del futuro è già iniziata e i principali attori globali stanno definendo gli standard. Resta da vedere quando vedremo una risposta italiana altrettanto strutturata e ambiziosa.

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