Attualità
Airbus e Thales vogliono lasciare il consorzio IRIS², il consorzio europeo di internet satellitare
I rischi del consorzio per la connessione internet satellitare sono troppo alti, e i due colossi dell’aerospaziale vogliono essere solo fornitori, ma non soci
Airbus Defence & Space e Thales Alenia Space avrebero inviato una lettera agli operatori del consorzio SpaceRISE (SES, Eutelsat e Hispasat), che è in corsa per aggiudicarsi il contratto per la costellazione europea IRIS² (Secure Internet Resiliency Satellite Infrastructure) per ritirarsi dal consorzio, secondo La Tribune. Nella loro lettera, le direzioni di Airbus e Thales spiegano che ritenevano il rischio troppo elevato: tre criteri concordanti erano essenziali, a loro avviso, per intraprendere questo progetto nel modo più sereno possibile (il prezzo, il rischio e le prestazioni della costellazione).
Le due aziende hanno anche notato una mancanza di visibilità sulle condizioni richieste dagli operatori satellitari alla Commissione Europea come condizione per i loro investimenti. Secondo le nostre informazioni, la lettera, firmata dai due CEO delle due aziende (Hervé Derrey e Alain Fauré), è stata portata anche all’attenzione di Bruxelles. Da parte sua, la Commissione Europea è ancora in attesa di un’offerta tecnica, commerciale e finanziaria certa da parte di SpaceRISE. Un’offerta che slitta di settimana in settimana.
Ritorno al loro ruolo tradizionale di fornitori
Nonostante ciò, Airbus DS e TAS non hanno intenzione di arrendersi: credono abbastanza nel progetto IRIS², che considerano molto importante per l’Europa. E come parte di questo, vogliono unirsi al ‘Core Team’, già composto da OHB, Deutsche Telekom, Orange, Telespazio, Hisdesat e Thales, su cui si basa SpaceRISE. Chiaramente, le due aziende vogliono tornare al loro ruolo tradizionale di fornitura di satelliti e costellazioni agli operatori, ma non vogliono rischiare direttamente.
Tuttavia, per poter entrare a far parte del team principale, vogliono avviare una fase contrattuale preliminare di 12 mesi per effettuare studi di ‘de-risking’ sulle tecnologie “non ancora mature” per una costellazione in due orbite (LEO e MEO), una novità mondiale. Per i due produttori, si tratta di un passo necessario prima di poter considerare di presentare un’offerta solida in linea con il calendario stabilito da Bruxelles. Vogliono cambiare le regole del gioco nel modo di procedere per limitare i rischi tecnologici.
In realtà questa scelta è il segno evidente del ritardo teconologico nel settore spaziale europeo: il LEO, l’uso delle orbite basse, è un sistema che SpaceX usa ormai da tempo e che anche i cinesi stanno sfruttando senza problemi. Come Ariane 6 è almeno 5 anni indietro rispetto al vettore Falcon 9, i cui booster sono stati riutilizzati anche 20 volte e che garantisce una grande economicità nel lancio.
Meno rischi
I due industriali, che hanno avviato discussioni preliminari nel tentativo di riunire Airbus Space e Thales Alenia Space, hanno deciso che il progetto è troppo rischioso, per cui non vogliono correre rischi sconsiderati nel partenariato pubblico-privato lanciato dalla Commissione Europea per la costellazione IRIS². La normativa è incerta, l’operatività, studiata a due livelli con un network riservato alle comunicazioni riservate, è dubbia, la redditività pure, visti i limiti per le offerte ai privati. La concorrenza invece è certa, con StarLink che è già operativo.
Nessuno vuole prendersi dei rischi in un mondo burocratico e incerto come la UE.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login